Il Circolo San Pietro

L’associazione nata nel 1869 che ogni anno raccoglie l’obolo di San Pietro, impegnata in diversi servizi ai malati di Giulia Rocchi

Anno 1877. L’esercito pontificio è stato sciolto da poco. Tanto materiale usato dai soldati giace inutilizzato. Come quelle pentole enormi, con cui si preparavano i pasti. Così Pio IX ha un’idea: le dona ai volontari del Circolo San Pietro affinché le usino per «l’esercito dei poveri, che non sarebbe mai mancato alla Chiesa». Sono nate così le tre mense gestite dall’associazione, attive ancora oggi. Da allora i membri del Circolo – fondato il 28 aprile 1869 da un gruppo di laici romani desiderosi di dimostrare la propria fedeltà al Pontefice, mentre si avvicinava la fine del potere temporale – si dedicano ai bisognosi. E raccolgono il cosiddetto “obolo di San Pietro”, una speciale offerta che viene amministrata dal Santo Padre, in occasione della Giornata della carità del Papa, che si celebra domenica 24 giugno.

Se le mense sono state la prima opera di solidarietà realizzata dall’associazione, l’ultima in ordine cronologico è l’apertura dell’Hospice Sacro Cuore, al Gianicolo, (nella foto) avvenuta alla vigilia del Giubileo del 2000. Si tratta di un «centro di accoglienza specializzato in cure palliative» spiega il presidente del Circolo San Pietro, Leopoldo Torlonia, destinate in particolare a malati oncologici terminali. L’Hospice offre assistenza di alta qualità e completamente gratuita a una trentina di pazienti, seguiti da medici e volontari, e selezionati secondo i criteri di «povertà, solitudine, gravità della malattia». Attivo anche un servizio domiciliare. E intanto «sta partendo un progetto pilota – racconta il presidente -, sempre all’interno dell’Hospice, sulla sclerosi laterale amiotrofica, il primo in Italia dedicato a questa patologia che nel nostro Paese colpisce circa 5mila persone».

L’attenzione agli ammalati è forte nell’associazione con sede a Trastevere, che gestisce anche una casa-famiglia nella zona, alla Lungaretta, per ospitare i genitori dei bambini ricoverati all’ospedale Bambino Gesù. Quasi impossibile, comunque, elencare tutte le attività del Circolo. «Abbiamo un centro di ascolto per i senza fissa dimora, nei pressi di San Giovanni – racconta il duca Torlonia -, che fornisce consulenza psicologica e burocratica. E ancora un servizio di assistenza legale per chi esce dal carcere». Ma si guarda anche oltre i confini della penisola. L’associazione ha una Commissione per gli Aiuti internazionali, che promuove adozioni a distanza, sostiene molte missioni e «aiuta – ricorda il vicepresidente Saverio Petrillo – a mantenere seminaristi in Paesi lontani».

22 giugno 2007

Potrebbe piacerti anche