«Imparare la vera libertà»
L’omelia del Papa all’incontro con movimenti ecclesiali e nuove comunità per la veglia di Pentecoste in piazza San Pietro di Angelo Zema
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«I movimenti ecclesiali vogliono e devono essere scuole di libertà. Vogliamo imparare questa vera libertà, non quella da schiavi che mira a tagliare per se stessa una fetta della torta di tutti, anche se poi questa manca all’altro. Noi desideriamo la libertà vera e grande, quella degli eredi, la libertà dei figli di Dio. In questo mondo, così pieno di libertà fittizie che distruggono l’ambiente e l’uomo, vogliamo, con la forza dello Spirito Santo, imparare insieme la libertà vera; costruire scuole di libertà; dimostrare agli altri con la vita che siamo liberi e quanto è bello essere veramente liberi nella vera libertà dei figli di Dio».
È uno dei passaggi più significativi dell’omelia pronunciata da Benedetto XVI in occasione della veglia di Pentecoste che ha visto la partecipazione, in piazza San Pietro, di oltre 300mila appartenenti a movimenti ecclesiali e nuove comunità. Una nuova Pentecoste della Chiesa del terzo millennio – alla vigilia della solennità, quando il Papa sarà di nuovo sul sagrato della Basilica Vaticana per la Messa della mattina – con la presenza di giovani e meno giovani provenienti da ogni parte del mondo in rappresentanza di oltre 100 realtà ecclesiali.
Un incontro di preghiera nella gioia, preceduto nella serata di ieri da veglie organizzate da movimenti e nuove comunità in basiliche e chiese di Roma al termine del II congresso mondiale che ha visto impegnati per tre giorni circa 300 rappresentanti a Rocca di Papa. In piazza San Pietro, dopo l’indirizzo di omaggio al Santo Padre da parte del presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, l’arcivescovo Stanisław Ryłko, e la lettura di un messaggio della fondatrice dell’Opera di Maria (Movimento dei Focolari), Chiara Lubich, ha avuto luogo il canto dei Vespri della vigilia di Pentecoste. Alla lettura di ognuno dei tre salmi hanno fatto seguito le riflessioni di Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, di Kiko Argüello, fondatore del Cammino Neo-Catecumenale, e di mons. Julián Carrón, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione.
Sia il Congresso mondiale che l’incontro con il Santo Padre hanno avuto per tema “La bellezza di essere cristiani e la gioia di comunicarlo”, un tema che si ispira alle parole pronunciate da Benedetto XVI nell’omelia della Messa per l’inizio del ministero petrino, il 24 aprile del 2005: «Non vi è niente di più bello che essere raggiunti, sorpresi dal Vangelo, da Cristo. Non vi è niente di più bello che conoscere lui e comunicare agli altri l’amicizia con lui».
Benedetto XVI aveva espresso mercoledì l’auspicio che movimenti e nuove comunità possano essere «scuole di comunione» e li aveva definiti «segno luminoso della bellezza di Cristo e della Chiesa, sua Sposa». Lo aveva sottolineato nel messaggio inviato ai partecipanti al II congresso mondiale.
3 giugno 2006