Ladri di Carrozzelle, note senza barriere
Cento concerti all’anno per la band che comprende 12 diversamente abili. Il 1° maggio appuntamento a Roma di Concita De Simone
Visita il sito internet
Una band di diversamente abili al tradizionale concerto del 1° maggio in piazza San Giovanni. Si tratta dei Ladri di Carrozzelle, tra i protagonisti della maratona musicale organizzata dai sindacati confederali che vede quest’anno un cast quasi esclusivamente italiano. Quella dei Ladri di Carrozzelle è una realtà unica nel panorama musicale italiano in quanto della formazione classica, che comprende una rosa di 14 elementi, 12 sono diversamente abili, colpiti da distrofia muscolare, per cui la formazione stessa può subire cambiamenti dovuti, purtroppo, al decorso della malattia. La distrofia muscolare è una malattia che colpisce e debilita progressivamente i muscoli, ma questo non ha impedito loro di diventare dei professionisti con degli escamotage. La batteria, ad esempio, non potendo essere suonata da un solo elemento, è stata divisa in quattro parti, così come il basso è stato sostituito da un sintetizzatore a tastiera che ne riproduce fedelmente il suono. Insomma, la tecnologia aiuta un talento grande che di fondo c’è e si sente.
I Ladri Di Carrozzelle, insieme dal 1989, sono soprattutto una sfida ai luoghi comuni, sono la voglia di mettersi in discussione e la volontà di superare i propri limiti. In 17 anni hanno acquisito una professionalità di primo ordine, segno di una straordinaria forza morale per una vita vissuta ogni giorno con grinta, passione e tanta serenità nonostante il loro handicap, in alcuni casi anche grave. Il gruppo ha all’attivo una decina di cd, tra cui alcuni live, registrati ai loro concerti – solo negli ultimi tre anni hanno raggiunto una media di 100 concerti in dodici mesi, tra scuole, teatri, piazze-, e in cui propongono oltre alle loro canzoni, tra amore e auto ironia, anche delle cover di brani famosi del panorama rock-pop nazionale e internazionale.
In attesa del “Primo maggio” però non si sono chiusi in sala prove a prepararsi per questo speciale appuntamento, ma, a pochi giorni dalla data, a Maresso di Missalia (Lecco) eccoli a fare da supporter al gruppo di Elio e le Storie Tese. Li abbiamo intercettati in tempo per farci raccontare come vivono la loro esperienza di musicisti. Ci risponde Paolo Falessi, fondatore normodotato e animatore della band oltre che chitarrista, già insegnante di religione.
Cosa significa per voi la vostra presenza a questo concerto?
Ovviamente siamo soddisfatti, ma, in realtà è tardi, nel senso che sono 15 anni che aspettiamo! Questo concerto viene fatto per la festa dei lavoratori, e noi abbiamo tutto il diritto di essere presenti perché rappresentiamo un’esperienza sociale e lavorativa unica in Italia e forse in tutto il mondo. Il lavoro è un diritto per tutti? E noi lo mettiamo in pratica. Facciamo 100 concerti all’anno. Abbiamo fondato una cooperativa con cui seguiamo molti progetti. Dal 2002, ad esempio, c’è il laboratorio “Area22”, una scuola di rock per ragazzi diversamente abili che diffonde la cultura musicale nei partecipanti, promuove l’integrazione sociale, fa emergere talenti inespressi, dà opportunità occupazionali e permette l’esibizione su un palco. Oppure abbiamo ideato anche un nostro studio di grafica, con il marchio “D-verso”. Il nostro sogno adesso è di creare una linea di abbigliamento con il nostro logo. E noi ci crediamo che i sogni si avverano! Quando abbiamo iniziato sognavamo di diventare dei professionisti e ci siamo riusciti. Il “primo maggio” per noi è la consacrazione. E il nostro più grande motivo di orgoglio è che ci hanno chiamati dopo una selezione musicale, come per tutti gli altri artisti. Certo, la nostra presenza poi è significativa anche per gli autori stessi, ma sappiamo che ci considerano dei professionisti. Le carrozzelle vengono dopo.
Quali canzoni proporrete?
Abbiamo a disposizione 12 minuti. Faremo 3 pezzi, due nostri, “Disconnesso” e “Adrenalina”, nato un paio di mesi fa quando abbiamo deciso di proporci al “primo maggio” e una cover che ci hanno chiesto di Pierangelo Bertoli (il cantautore diversamente abile scomparso nell’ottobre 2002, N.d.R.), “A muso duro”, perché, infondo, con lui, rappresentiamo la stessa battaglia.
Come sono di solito i vostri concerti, qual è il vostro valore aggiunto?
Io faccio sempre il discorso dei talenti. Ogni persona ne ha e deve avere l’opportunità di esprimerli. Questo non vale solo per Ladri. Spesso non ci sono le condizioni economiche e sociali per permetterlo. È questo un “handicap” per molti. Noi cerchiamo di dare un’immagine nuova e insolita della disabilità attraverso la musica. Ascoltare per credere.
Come definisci il gruppo?
Beh, siamo forti perché siamo normali. Amiamo la musica come tutti quelli che la fanno. Si può parlare di normale eccezionalità o eccezionale normalità, come preferite. Il fatto che la maggior parte dei Ladri stia su una carrozzella, è la nostra particolarità, ma basta! Vogliamo essere considerati una rock band a tutti gli effetti.
I Ladri sono una grande lezione di vita, ma non è sempre tutto facile…
Le difficoltà sono legate a stereotipi e pregiudizi culturali. Bisogna andare oltre la carrozzella. Nel nostro mestiere non bisognerebbe essere considerati perchè si è belli o brutti, ma bravi. Tanta gente fa strada solo perché è di bell’aspetto. Noi siamo fuori da questo sistema. Se ci pensiamo, vengono proposti modelli irraggiungibili già per chi non ha degli handicap, figuriamoci per noi! Oppure ci sono persone che sembrano di ampie vedute, ma poi hanno pure loro i loro limiti. Vedi quelli che ci invitano ai concerti per dimostrare che sono “persone sensibili” e poi non pensano di mettere uno scivolo per accedere al palco. Noi facciamo anche un tour nelle scuole per promuovere la cultura della diversità e sensibilizzare sulle diverse abilità. Nei Ladri tutti danno il meglio di sé, ma, certo, ci sono anche tra noi delle difficoltà oggettive. Gli spostamenti sono un problema. Ma per ovviare a questo, lavoriamo molto da casa, grazie a Internet. Ai concerti, chi sta bene suona, ecco perché abbiamo una rosa di musicisti. Anche per il “Primo maggio”, non possiamo essere sicuri di tutti. Di certo ci sarà la nostra formidabile cantante Anna Di Stefano.
28 aprile 2006