Le problematiche della sessualità adolescenziale: come e con chi parlarne

di Angelo Peluso

Le ricerche statistiche evidenziano sempre più una precocità dei rapporti sessuali in adolescenza. L’esperienza nelle scuole per i corsi di “Educazione alla sessualità, all’affettività e alla relazionalità” ci ha fatto rilevare alcune possibili spiegazioni al fenomeno nel corso degli anni. Gli elementi che più facilmente inducono i giovani ad avere rapporti sessuali nell’adolescenza sono: sentirsi innamorati profondamente per cui è lecita ogni cosa con quel partner, ritenersi adulti e come tali maturi per le proprie scelte, sentirsi soli e bisognosi di affetto, il timore di non essere alla pari con gli altri compagni, curiosità, ritenersi moderni, voler assomigliare a dei protagonisti di film, una ribellione a un’educazione rigida e ai principi religiosi, sentirsi protetti dalla contraccezione , considerarlo una necessità fisica.

Non va trascurato poi il guardare al sesso come sfida verso la famiglia e quindi come fuga psicologica da casa. Il precoce inizio dell’attività sessuale porta altresì a frequenti richieste di consulenza per talune difficoltà nella sfera genitale. Per capire a fondo il fenomeno, abbiamo provato a parlarne a scuola.

I giovani hanno manifestato difficoltà a discutere di questo tema tendendo a inquadrare qualsiasi disfunzione solo in ambito medico e manifestando molte resistenze all’idea che una problematica sessuale possa essere conseguenza di un disagio psicologico legato soprattutto alla fretta di vivere esperienze in modo precoce.

La risposta più semplicistica – alimentata sicuramente dai mass media e dall’industria farmaceutica – è risolvere tutto con il farmaco giusto. Il giovane va invece aiutato a capire il profondo significato della sessualità e, qualora esperienze precoci abbiano inciso sulla sua psiche, incoraggiato a parlare dei suoi eventuali problemi nei centri specializzati (consultori per adolescenti, servizi ospedalieri specifici).

Il counselling sessuale nell’adolescenza richiede molto tatto: bisogna evitare la medicalizzazione o l’eccessivo psicologismo. È necessario preparare il giovane all’eventuale visita ginecologica e andrologica non in maniera fredda, ma spiegandone il significato per l’importanza di prevenire eventuali problemi in futuro. Qualora non sia possibile fare questi accertamenti nel consultorio familiare è opportuno che lo stesso servizio provveda a prendere un appuntamento nei centri specializzati e che un operatore contatti personalmente il medico. Questo favorirà ancora di più un clima confidenziale e il giovane non vivrà con ansia queste fasi di accertamento. Inoltre sarà più facile l’eventuale successiva accentuazione di un intervento psicologico proprio perché si sarà rassicurato di non avere malattie e di non avere bisogno di farmaci. Bisogna lasciare al giovane la libertà o meno di coinvolgere i genitori in queste fasi.

Non dimentichiamoci che talvolta è proprio il clima negativo familiare che indice ad atteggiamenti “da adulto” per cercare disperatamente una propria identità e un contesto psicoaffettivo rassicurante. Bisogna saper proporre un modo diverso di vivere la sessualità, spingendo a una riflessione più attenta sui valori e sul significato del sesso.

È opportuno sottolineare nuovamente l’estrema importanza di saper accogliere l’adolescente quando espone qualche problema. Accogliere quindi implica per prima cosa creare un clima il più possibile empatico, una capacità di rispondere in modo chiaro alle richieste talvolta non ben definite, percepire con empatia i bisogni che possono essere nascosti dietro la richiesta stessa.

Questo aiuterà a evidenziare eventuali falsi miti di normalità, oggettivi problemi fisici (talvolta per malformazioni di cui non si consapevoli), oggettivi problemi psicologici (soprattutto per esperienze traumatiche vissute quali per esempio eventuali molestie subite, cosa drammaticamente molto frequente), rigidi ruoli maschili e femminili. Una rigida suddivisione dei ruoli sessuali, per esempio, limita la creatività individuale e collettiva: è invece auspicabile una collaborazione per l’integrazione delle libere potenzialità, maschili o femminili che favoriscano il rispetto dei tempi soggettivi e dei valori, facendo esprimere l’autenticità di ogni persona.

Il corpo è l’area più tangibile con cui fare i conti in queste fasi di continui dubbi: come luogo di confronto tra modelli fisici ideali ove giocano un ruolo i timori di inadeguatezza, come criterio di conferma della propria identità sessuale e del suo riconoscimento da parte degli altri, come espressione delle proprie capacità a tutti i livelli.

Tutto quanto detto deve richiamare la scuola, la famiglia, le comunità a saper “toccare” queste tematiche utilizzando anche gli esempi della quotidianità affinché si possano prevenire i criteri di benessere e di emancipazione indotti dai mass media.

Il dialogo, il confronto sereno sono la prima prevenzione a qualsiasi malessere e soprattutto a guidare le nuove generazioni a vivere la sessualità realmente come momento di espressione della propria personalità in relazione con un altro diverso da noi in un rapporto di amore e donazione reciproca.

23 maggio 2008

Potrebbe piacerti anche