Nathalie e la sua “vita sospesa”

Intervista alla vincitrice dell’ultima edizione di “X Factor”, in concerto all’Auditorium Parco della Musica il 15 maggio per presentare il suo album post sanremese di Concita De Simone

“In punta di piedi” non è solo il titolo del suo primo ep, uscito ormai lo scorso novembre, con alcune delle più belle cover che aveva cantato durante il talent “X Factor” che l’ha premiata sul gradino più alto del podio. Per Nathalie, nome d’arte di Natalia Beatrice Giannitrapani, è anche uno stile di vita. Rock fuori, romantica dentro, l’abbiamo vista così in tv anche sul palco dell’ultima edizione del Festival di Sanremo. Ci era arrivata dopo che il brano che dava il titolo all’ep di cui sopra aveva spopolato in cima a tutte le chart di vendita, risultando il singolo più venduto d’Europa su iTunes.

E a Sanremo, la cantautrice italo-belga, nata a Roma nel 1979, ha realizzato un ulteriore sogno: portare nell’evento musicale più importante d’Italia un suo brano: “Vivo Sospesa”, che ha dato il titolo anche al primo lp di Nathalie, composto interamente da suoi brani inediti ed uscito per Sony Music, proprio durante i giorni del Festival.

Ed eccola Nathalie, fisico esile, ma voce potente e graffiante, come la sua determinazione, che le ha permesso di imporsi pian piano non solo come interprete, come richiesto nel talent con cui ha esordito, ma anche come autrice, cosa che ha sempre fatto. Ora torna nella sua città dopo un tour in giro per l’Italia partito alla fine di febbraio, per presentare il suo lavoro e sarà in concerto nella capitale domenica 15 maggio nella Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica.

Nathalie ha iniziato a comporre musica con la chitarra a 12 anni e con il pianoforte a 15, in italiano, francese ed inglese, cimentandosi poi dal vivo dapprima con alcune cover band ed in seguito con alcune sue formazioni su numerosi palchi italiani ed esteri. Il suo stile rock melodico trae ispirazione da artisti quali Kate Bush, Tori Amos, P.J. Harvey, Radiohead, Jeff Buckley, ma anche De Andrè e De Gregori. E lei, sempre in fermento, animata dal suo brio creativo, continua a farsi strada e, intanto, con sincerità ci risponde a questa intervista, lasciando trasparire la sua grinta e la sua propositività.

A che punto ti senti del tuo percorso artistico, dopo le recenti esperienze?
È difficile dirlo, occorrerebbe una visione d’insieme. Di sicuro è il momento in cui si stanno avverando delle cose cui stavo lavorando da tanto tempo, anche prima delle esperienze televisive. Fai dieci anni di gavetta nei locali e non succede niente di speciale, e poi, in pochi mesi, il boom. È una sensazione bella, sento che si stanno realizzando dei sogni.

Dalle tue dichiarazioni si intuisce che sei molto determinata a mantenere la tua integrità professionale, a importi per quello che sei e non per quello che vorrebbero altri: perché allora dici “Vivo sospesa”?
Non è una sospensione in negativo, tutt’altro. È come cristallizzare un momento di potenzialità. Mi piace questo stato di cose in cui si sta creando una realtà. Il lavoro creativo non smette mai.

Un album intimista, introspettivo, che parla di te. Per una persona timida è più facile scrivere di sé che parlarne?
Preferisco scrivere, cantare e fare musica per esprimermi. Alcune cose dell’album, però, non sono autobiografiche; l’ispirazione nasce anche da cose che ti svolazzano intorno, che fanno parte della mia esperienza, anche se non le ho vissute in prima persona. Succede a tutti di ritrovarsi ad assorbire lo stato d’animo di altre persone che ci stanno intorno, o situazioni che ci circondano.

Questo tuo primo tour si chiuderà nella tua città natale. Cosa ti aspetti?
Questa è solo la prima fase del tour. Mi aspetta poi la versione estiva, negli spazi all’aperto. È una bella prova tornare nella mia città in una veste amplificata. Mi aspetto il calore della mia città, dove sono cresciuta sia umanamente che musicalmente. Ci sarà un nuovo pubblico, magari curioso. Fino ad ora la mia esperienza live a Roma era stata nei locali per cantautori emergenti, ma anche nei posti dove si fa musica originale.

Hai dichiarato di essere entrata in una sorta di frullatore negli ultimi mesi. Sei riuscita a continuare a comporre?
Certo, c’è stato un periodo più di promozione che di musica, il tempo mi ha assorbito. Però poi mi sono detta: Voglio suonare! Voglio scrivere! Mi servirebbe una pausa reale per tornare in connessione con me stessa.

Cosa desideri adesso?
Varcare i confini italiani, suonare davanti a un pubblico diverso, avere una risposta culturale diversa. Per ora il progetto è nella mia mente. Vedremo…

Chi ti senti ringraziare?
Persone tante, a cominciare da Elio, il mio mentore a “X Facotr”, che continua a essere molto presente, mi dà continuamente consigli. Ma anche prima tanti mi hanno incoraggiato. Ognuno ha contribuito a suo modo. Devo ringraziare poi la parte di me caparbia, che quasi non pensavo di avere, ma è quella che mi ha spinto ad andare avanti, a proporre la mia musica, i miei pezzi, ad essere me stessa al cento per cento. E poi devo ringraziare la mia famiglia.

6 maggio 2011

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