Pappano e le stelle di Santa Cecilia
La Stagione 2013 – 2014 dell’Accademia Nazionale, diretta dal maestro anglo-italiano, caratterizzata da interpreti di prestigio, attesi ritorni e grandi debutti. Ampio il repertorio: da Mozart a Gershwin dI Mariaelena Finessi
Inaugurata lo scorso ottobre con «Peter Grimes», il capolavoro che consacrò Benjamin Britten uno dei massimi compositori musicali dell’epoca, Roma applaude la Stagione 2013-2014 dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Una programmazione lunga nove mesi, segnata da repertori che attraversano l’intera storia della musica, con interpreti di prestigio, tra attesi ritorni e grandi debutti.
Sul podio dell’Orchestra e del Coro di Santa Cecilia, Antonio Pappano con appuntamenti caratterizzati oltre che dalla varietà dei programmi, dalla presenza di solisti d’eccezione tra i quali ci sarà anche il debutto della violoncellista argentina Sol Gabetta, impegnata nel «Concerto» di Elgar. A dicembre due serate da annotare. La prima con Leonidas Kavakos per l’unico «Concerto per violino» scritto da Brahms e dedicato a Joseph Joachim a cui il compositore era legato da vera amicizia. La seconda serata è con Radu Lupu al pianoforte per il «Concerto n. 23 K 488», di Mozart il più amato e forse il più eseguito.
A gennaio il direttore anglo-italiano sarà alle prese con Brahms dopo aver guidato il «Concerto per pianoforte n. 2» di Prokof’ev, interpretato dalla giovane Yuja Wang che idealmente passa il testimone a Lang Lang che a marzo eseguirà il «Concerto n. 3» del compositore russo. Internazionale il gotha della scena direttoriale che vedrà allineati i nomi di Lorin Maazel, ad esempio, a quelli di Ton Koopman, Yuri Temirkanov e Valery Gergiev. Claudio Abbado sarà presente due volte, per dirigere a novembre la «Sinfonia n. 2» di Beethoven e la «Sinfonia n. 2» di Mendelssohn, e a febbraio insieme all’Orchestra Mozart, compagine creata nel 2006 dallo stesso Abbado per le celebrazioni del 250esimo anniversario della nascita di Mozart. Ken Nagano sarà invece a Roma a dicembre per la «Sinfonia n. 3» di Bruckner e il «Concerto in do minore K 491» che Mozart scrisse nel marzo 1786, ultimo dei 27 concerti composti per le sue Akademien, stagioni musicali che si tenevano nel periodo quaresimale, quando i teatri erano chiusi e le occasioni ascoltare musica andavano cercate nei palazzi di aristocratici.
Tra i vari debutti, a gennaio, quello del 33enne Cornelius Meister, direttore artistico e direttore principale della Vienna Radio Symphony Orchestra: con lui il «Concerto per corno n. 1» di Richard Strauss. Arriva per la prima volta a Santa Cecilia anche Sir Mark Elder, attuale direttore musicale della Hallé Orchestra, che a marzo dirigerà Daniil Trifonov per la «Rapsodia su un tema di Paganini» di Rachmaninoff. Conclude la Stagione sinfonica, a giugno, Wayne Marshall: protagonista di un concerto dedicato a Duke Ellington e Wynton Marsalis. Alla tromba Fabrizio Bosso.
Per le serate della musica da camera, nonostante il ridotto numero dei concerti, sono stati invitati quasi tutti i massimi interpreti della tastiera. Da Andrea Lucchesini con le «Sonate» di Scarlatti e gli «Encores» di Berio a Evgeny Kissin che affronterà Schubert e Skrjabin. Da András Schiff impegnato in tre dei recital di Bach a Enrico Pieranunzi. Quest’ultimo, insieme ad Alessandro Carbonare (clarinetto) e Gabriele Pieranunzi (violino), darà vita a «Rag, blues e altre storie»: novità è la trascrizione fatta da Pieranunzi di «Un Americano a Parigi», mai eseguito finora con questo organico, omaggio a colui che fu il vero iniziatore del crossover che è all’origine del sound del compositore americano e di molta musica dell’epoca.
2 dicembre 2013