Raccontare e far crescere il vero e il bello

di Angelo Zema

«Chiamati a servire con coraggio la verità, per aiutare l’opinione pubblica a guardare e a leggere la realtà da un punto di vista evangelico». A «presentare le ragioni della fede, che, in quanto tali, vanno al di là di qualsiasi visione ideologica e hanno pieno diritto di cittadinanza nel dibattito pubblico». Le parole rivolte dal Papa nell’udienza concessa nove giorni fa ai partecipanti all’assemblea della Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc) sono un incoraggiamento prezioso per coloro che si spendono sulla frontiera dell’informazione in un clima culturale pervaso da quello che Benedetto XVI definisce «un atteggiamento scettico e relativista nei confronti della verità».

È una frontiera assediata da problemi mai troppo dibattuti come – solo per citarne alcuni – le difficoltà nella raccolta della pubblicità, il taglio delle agevolazioni per le tariffe postali (cui un successivo recentissimo provvedimento ha posto riparo in parte), il futuro incerto dei contributi per l’editoria. Ma è una frontiera segnata anche dalla necessità di non perdere di vista il cuore del «mestiere» di informare: raccontare il vissuto della gente e approfondire i problemi sul tappeto, avendo come unico obiettivo il bene della persona, in particolare dei più deboli.

Un’informazione – e una comunicazione massmediale – asservita al mercato o a fini politici o ideologici o un’informazione slegata da ancoraggi etici conduce lontano dalla verità e finisce per violare la dignità dell’uomo. E addolora il ripetersi di esempi in questo senso. Ai periodici diocesani e ai periodici cattolici in genere – non si tratta solo di settimanali, ma anche di quindicinali, mensili, testate on line come Romasette.it e altre ancora – spetta il compito di proporre senza sosta quel «giornalismo della gente» cui il Papa ha richiamato. Con due compiti precisi: accanto a quello di informare, anche «una insostituibile funzione formativa, promuovendo un’intelligenza evangelica della realtà complessa, come pure l’educazione di coscienze critiche e cristiane».

È la missione che il Papa consegna a noi operatori dei periodici cattolici e che ci invita a concretizzare nel lavoro di tutti i giorni. Una consegna affidata anche alla Federazione nel suo insieme, chiamata ad inserirsi a pieno titolo nel cammino della Chiesa italiana per il prossimo decennio. Crediamo che la Fisc sappia rispondere con entusiasmo a quest’impegno dopo l’assemblea elettiva, in un clima di novità, portando sempre con sé la tradizione di una storia di settimanali ormai più che secolare. È un segno dei tempi l’emergere di nuove energie e l’affacciarsi di nuovi periodici, ma è un segno carico di memorie e di un lavoro speso sul campo che continua a ottenere consensi dai lettori, tra non poche difficoltà, e che dappertutto si misura sulla tenacia, sul servizio, sulla comunione ecclesiale. In un impegno continuo a raccontare ciò che accade, per far crescere e maturare – come chiede Benedetto XVI – il vero e il bello.

3 dicembre 2010

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