San Paolo sempre attuale, nella vita e nel lavoro
La riflessione sul messaggio paolino all’ultimo degli incontri organizzati nella basilica sulla via Ostiense, che ha visto protagonisti Luca Cordero di Montezemolo, Renata Polverini e Paolo Ricca di Francesco Lalli
«Un trascinatore, un convertitore instancabile di anime ed uno dei più grandi comunicatori degli ultimi venti secoli». Tre espressioni per racchiudere una personalità come quella di San Paolo, utilizzate dal cardinale Andrea Cordero Lanza di Montezemolo per l’ultimo dei cinque incontri dedicati alle Lettere paoline, che si è tenuto ieri (mercoledì 29 aprile) nella cornice della basilica di San Paolo fuori le Mura.
Un appuntamento incentrato sulla I e sulla II Lettera a Timoteo che ha coinvolto, oltre all’esegeta valdese Paolo Ricca, chiamato a commentare i due testi che costituiscono una sorta di testamento spirituale dell’Apostolo delle genti, anche esponenti dell’industria, come Luca Cordero di Montezemolo, e del lavoro, come Renata Polverini.
«La grandezza di Paolo – ha ricordato Ricca all’inizio della serata – non sta tanto nella singolare profondità del suo pensiero teologico e nemmeno nella vastità della sua testimonianza, ma nell’aver condiviso fino in fondo il destino del suo Signore Gesù». «Egli ha combattuto la buona battaglia, ha terminato la corsa e ha conservato la fede, malgrado una vita travagliatissima, proprio in virtù del ricordo della Risurrezione, promessa di salvezza che egli indica a Timoteo come segreto del suo apostolato». Un apostolato con un tratto modernissimo, poiché quella salvezza ha i connotati della «universalità e di una grazia senza confini – continua – che Paolo ha portato per il mondo facendosi il primo portavoce di una vera e propria globalizzazione, basata sul convincimento che Cristo non è venuto per alcuni, o per pochi, ma per tutti».
Sull’attualità del messaggio paolino si è soffermato anche Luca Cordero di Montezemolo, presidente della Fiat e della Ferrari, che ha individuato nel pensiero del santo di Tarso alcuni spunti essenziali per i tempi che stiamo vivendo. «Primo fra tutti il richiamo ai diritti e ai doveri – ha affermato –. San Paolo è stato uno straordinario divulgatore e un uomo di grandi esempi. Credo che oggi, tocchi a tutti i livelli della società, partendo dalla classe dirigente, assumersi la responsabilità di una crescita etica e di valorizzazione del concetto di meritocrazia nel nostro Paese». «Bisognerebbe tornare – ha aggiunto Montezemolo – a un clima di civiltà in cui non si viene giudicati soltanto per cosa si fa, ma per come lo si fa».
Lo sprone «a non essere timidi nella professione della propria fede» è invece l’aspetto su cui si è maggiormente soffermata Renata Polverini, segretario generale dell’Ugl, che ha evidenziato «l’importanza del coraggio a cui San Paolo richiama tutti noi cristiani. Quello di testimoniare con fermezza – ha proseguito – che il Vangelo è pieno d’indicazioni preziose per la costruzione di un mondo più giusto e per migliorare la vita delle persone. A cominciare dal recupero della dignità del lavoro».
A conclusione dell’evento ha dato la sua testimonianza personale il sacerdote Luigi Ferlauto, fondatore dell’Oasi Maria Santissima di Troina, in Sicilia. «Quando, usciti dalla guerra, ebbi l’idea di dare una casa ai disabili non sapevo da dove cominciare – ha ricordato – e allora pensai che la cosa migliore da fare era mettersi in società con Dio. Ha funzionato. Oggi, in un paesino a 1.120 metri sul livello del mare, è sorto un centro di eccellenza assoluta per l’assistenza e il ricovero con carattere scientifico per i disabili».
«All’Oasi – ha detto don Ferlauto – c’è il meglio che si può concepire, e del meglio al mondo ce n’è tanto, ma per metterlo a frutto dobbiamo inserire Dio nella nostra vita. San Paolo raccomanda a coloro che hanno più mezzi di essere generosi, di saper condividere, di mettere le proprie potenzialità al servizio del più debole. Chi è ricco, ci dice, aiuti il povero, chi è forte aiuti il debole, chi è sano aiuti il malato. Per questo sogno una rete di servizi, una città davvero aperta dove tutte le diversità possano incontrarsi, integrarsi e portare ad una vera comunione fraterna».
30 aprile 2009