“Sulla strada” con Francesco De Gregori

Il “Principe” dei cantautori torna in concerto nella sua città giovedì 14 marzo all’Atlantico live per riproporre dal vivo il suo ultimo album, nello stesso luogo dove lo aveva presentato a novembre di Concita De Simone

«Cammino per la strada/ Qualcuno mi vede / E mi chiama per nome/ Si ferma e mi ringrazia/ Vuole sapere qualcosa/Di una vecchia canzone». Licenza poetica o cronaca, per questa frase cantata da Francesco De Gregori in “Guarda che non sono io”, il primo singolo che lo scorso novembre ci ha fatto conoscere il suo ultimo album “Sulla strada”? In ogni caso, è proprio “Sulla strada” che lo ritroveremo, il prossimo 14 marzo, all’Atlantico live, in zona Eur, dove aveva già presentato il nuovo disco, uscito il 20 novembre 2012 ed entrato, in una sola settimana, al primo posto fra gli Indipendenti nella classifica Music Charts – PMI. L’ennesima conferma della stima e dell’affetto che l’artista romano suscita fra il grande pubblico. Il nuovo tour 2013 lo porterà da un estremo all’altro della penisola, insieme a Paolo Giovenchi e Lucio Bardi alle chitarre, Alessandro Arianti tastiere e fisarmonica, Alessandro Valle mandolino e pedal steel guitar, Guido Guglielminetti al basso, Stefano Parenti alla batteria, Elena Cirillo violino e vocalist.

«Ogni volta che mi rimetto a suonare in giro con la band, tutte le mie canzoni vecchie e nuove diventano canzoni di oggi», ha dichiarato più volte De Gregori, sottolineando che, nonostante tutto, un artista non può sottrarsi al consenso del pubblico. All’uscita dell’album, il ventesimo della sua carriera, così aveva commentato sul suo sito ufficiale: «Mi sento musicista solo andando in giro a suonare, ci sono quelli che fanno un unico concerto per ventimila persone, io preferisco farne dieci per duemila. È un fatto fisico, il momento peggiore è quando sono fermo, ho come un senso di colpa».

Apprezzato da pubblico e critica, quest’ultimo album è composto da nove brani inediti scritti dall’artista romano, il “Principe” dei cantautori: nove micro storie, quarantuno minuti di ascolto, tra blues e ritmi latini, molto “dylaniani” nella forma, con due sole canzoni d’amore, “Showtime” e “Falso movimento”, un paio sul tema della storia, “Belle Epoque” e “La guerra”, una sul futuro “Ragazza del ‘95”, oltre a “Omero al Cantagiro”, cantata con Malika Ayane, e a “Passo d’uomo” e “Guarda che non sono io”, con la collaborazione del pianista e direttore d’orchestra Nicola Piovani. Per comporlo si è ispirato all’omonimo romanzo di Jack Kerouac, manifesto della beat generation, in merito al quale lo stesso cantautore sessantunenne ha dichiarato: «E’ un’anomalia per me, lo so, aver letto così tardi il libro “Sulla Strada”. Ma ho mancato molti appuntamenti canonici della mia generazione. Per esempio non ho mai letto Siddharta. È che non mi è mai piaciuto fare le cose obbligatorie. “On the Road” mi è capitato. Partivo per le vacanze, l’ho pescato dalla mia libreria. Ho aspettato quattro anni per fare un disco nuovo perché scrivere canzoni è difficile. E poi forse, sì, ora c’è anche la preoccupazione di mettere su carta cose che pensi possano stare al livello di quello che hai già scritto. In ognuno dei brani del mio album, voglio cantare del ventesimo secolo, in un progetto che è il frutto di una ricerca interiore durata 40 anni».

1° marzo 2013

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