Una città per suonare

I locali della capitale in cui nascono o si consolidano le nuove tendenze musicali attraverso esibizioni dal vivo di Concita De Simone

Quelli che hanno fatto la storia, come l’Alexander Platz, in via Ostia, il più antico jazz club d’Italia, con 26 anni di attività; quelli che ormai si sono consolidati, come il Big Mama in Vicolo San Francesco a Ripa, tempio del blues capitolino dal 1984, quelli che riaprono, come l’Init, di via della Stazione Tuscolana, specializzato in musica indie. Parliamo dei locali dove si eseguono concerti a Roma, capitale cosmopolita che offre una ricchissima selezione di offerte a chi cerca un posto dove ascoltare buona musica dal vivo.

Ma che la musica dal vivo sia un buon affare (a dispetto dell’irreversibile crisi discografica) lo si intuisce scorgendo le programmazioni: se prima gli artisti migliori si concentravano solo nel fine settimana, adesso capita che già di giovedì (il prossimo, 24 gennaio) ti ritrovi Ivan Segreto al The Place, di via Alberico II, delizioso club con una buona programmazione da cui sono nati talenti come Simone Cristicchi e lo stesso pianista siciliano. Il The Place si distingue inoltre anche per l’iniziativa “Inauditi”, che dà spazio ad artisti emergenti, selezionati da un’apposita giuria di ascoltatori scelti tra i fedelissimi del locale.

Gli orfani dello storico “Il locale” di vicolo del Fico, vera e propria fucina per Niccolò Fabi, Max Gazzè e Daniele Silvestri, per citarne alcuni, si ritrovano ormai al Lian, di via degli Enotri, dove sono di casa Pier Cortese, Francesco Forni, Riccardo Sinigallia e Lorenzo Lambiase, ovvero la nuova generazione di cantautori romani.

E se anche un altro locale di antica memoria ha chiuso, per il momento, La Palma Club di via Giuseppe Mirri, gli amanti del jazz hanno trovato consolazione con il nuovo spazio del Museo di Arti e Tradizioni Popolari (MAT) di Piazza Marconi. Qui, fino al prossimo maggio, c’è “Cose- rassegna di arti involontarie”, un’iniziativa unica ed innovativa dedicata al mondo delle espressioni artistiche più disparate, il jazz, l’improvvisazione, l’avanguardia, l’elettronica, la musica contemporanea, il teatro, l’arte visuale, la danza, la sperimentazione e l’interconnessione tra i vari linguaggi dell’arte. Tutti i concerti qui sono acustici e, previa liberatoria da parte degli artisti, diventano un instant disc, in vendita la settimana successiva negli stessi locali della performance e oggetto anche di un’antologia finale.

Rimanendo nell’area jazz, oltre a La Casa del jazz che è doveroso citare, non bisogna dimenticare il New Orleans Cafè, di via XX Settembre, dove suona spesso il grande Lino Patruno, classe 1935, il Cotton Club di via Bellinzona diretto da Minnie Minoprio, e il Micca Club di via Pietro Micca, che offre intrattenimento a tutto tondo e poi il vivace Be Bob di via Giulietti, il raccolto Gregory’s di via Gregoriana, il confortevole Charity Cafè, di via Panisperna.

Capitolo a parte merita il centralissimo Dune di piazza Santi Apostoli, che offre musica di qualità a ingresso libero; il direttore artistico è Stefano Malatesta, compositore, chitarrista e produttore di musica lunge e pop internazionale, che ha pensato alla musica, a chi la suona e a chi la ascolta, senza porre limiti di genere e dando largo spazio all’originalità dei progetti e alla qualità della performance.

Appartenenti di diritto al nostro breve excursus, anche Stazione Birra di Morena, specializzato in “tribute bands” ma con serate originali prevalentemente rock, e Il Classico Village di via Libetta, che sorge all’interno di un pittoresco casale rurale dove venerdì 18 gennaio approda una delle band del momento, I Cosi, con musica vintage dal sapore Anni Sessanta.

18 gennaio 2008

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