Una comune verifica pastorale per la diocesi
Il cardinale Vallini presenta il sussidio per le parrocchie. Ci si prepara a «un tempo che possa rafforzare il nostro essere Chiesa e accrescere la corresponsabilità di annunciare il Signore» di Angelo Zema
Un anno di «verifica» per fare il punto della situazione sulla pastorale diocesana, nell’ottica della corresponsabilità pastorale e della unità ecclesiale, in un tempo di rapide trasformazioni sociali e di impegnative sfide culturali, con il bagaglio di esperienze importanti come il Sinodo diocesano e la missione cittadina. Lo preannuncia il cardinale vicario Agostino Vallini nell’intervista a Roma Sette, presentando il sussidio ad hoc, fresco di stampa, rivolto a tutta la comunità ecclesiale della diocesi. Il volumetto è stato spedito a tutte le parrocchie. Sarà un prezioso strumento di lavoro per la riflessione negli organismi di partecipazione e ha per titolo “Si aprirono loro gli occhi, lo riconobbero e lo annunziarono”.
Eminenza, perché la scelta di questo titolo per il sussidio?
Il titolo ci ricorda l’esperienza dei discepoli di Emmaus, che lungo la strada riconobbero il Signore risorto e si misero in cammino per raccontare ciò che era accaduto e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane. Emmaus è icona eloquente di tutti i discepoli di Gesù e di ogni comunità ecclesiale che, attraverso le difficoltà e le prove, annunciano il Signore vivente.
Come si è arrivati all’idea di una «verifica pastorale»?
Si è ritenuto opportuno un tempo di verifica pastorale accogliendo un largo sentire di sacerdoti e di fedeli laici. Un tempo che, senza rallentare il passo, possa rafforzare il nostro essere Chiesa e accresca la corresponsabilità di annunciare il Signore vivente ai romani. Il sussidio è frutto di un’ampia consultazione del Consiglio pastorale diocesano, del Consiglio dei prefetti, dei presbiteri di prefettura e del Consiglio episcopale.
Non si tratta quindi di mettere in discussione quanto già fatto, ci sembra di capire, ma di esaminare il lavoro e di rilanciare gli impegni che si riterranno prioritari.
Certo. La verifica, che ripercorrerà le tappe fondamentali del cammino pastorale dell’ultimo decennio, ha l’obiettivo di coglierne meglio le finalità che ne sono alla base e di riproporre, aggiornandolo, ciò che appare irrinunciabile. Ci limiteremo appunto alle priorità ed esamineremo soltanto gli ambiti pastorali essenziali per una comunità viva e missionaria. In ogni caso, la verifica non vuole essere un giudizio dell’azione pastorale delle parrocchie e delle altre realtà ecclesiali, ma al contrario l’occasione per guardare la realtà, valutarla con spirito costruttivo, valorizzare quanto di positivo è stato raggiunto e rafforzare l’esperienza di comunione e di missione che il Signore ci chiede oggi.
Il sussidio è diviso in due parti. Il primo impegno è il Convegno diocesano.
Sì, la prima parte riguarda la preparazione al Convegno diocesano 2009, che prenderà in esame il quadro di riferimento e i quesiti generali, per entrare nello spirito di una verifica salutare, incoraggiarci attraverso la rilevazione dei traguardi conseguiti, spronarci, dopo il Convegno, ad esaminare i diversi ambiti pastorali.
E il «dopo»? Qual è l’impegno che attende la Chiesa di Roma nelle sue varie articolazioni?
Grazie alla seconda parte del sussidio sarà possibile, nel corso del nuovo anno pastorale, prendere in esame i singoli ambiti, utilizzando i quesiti predisposti o altri che potranno essere suggeriti dai lavori del Convegno. Tengo a sottolineare che la pluralità delle domande non tende tanto a sviscerare tutti gli aspetti di ciascun argomento, quanto a favorirne l’esame da diversi punti di osservazione.
Quali ambiti pastorali saranno oggetto della verifica?
Gli ambiti pastorali essenziali alla vita di una comunità ecclesiale: l’Eucaristia domenicale, la pastorale familiare, l’iniziazione cristiana, la pastorale giovanile e la testimonianza della carità.
Come utilizzare il sussidio? Qual è la sua indicazione?
Chiedo a ogni parroco o sacerdote responsabile di realtà ecclesiali di convocare assemblee di riflessione e proposte sulla prima parte del sussidio, raccogliendo i risultati in un’ampia relazione da trasmettere alla segreteria del vicegerente e al proprio prefetto entro il 10 maggio 2009. Nel corso del Convegno le assemblee di prefettura dialogheranno sulle relazioni delle parrocchie e delle altre comunità.
Qual è il suo augurio in vista di questo lavoro?
Affido questo strumento con grande fiducia a tutti i fedeli della Chiesa di Roma. Anzitutto ai parroci, ai vicari parrocchiali, ai sacerdoti collaboratori nelle parrocchie o nelle altre realtà ecclesiali, perché lo accolgano come un aiuto e uno stimolo nella guida delle comunità, desiderose di progredire sulla strada della fedeltà al Vangelo. Ai consacrati e alle consacrate, che fanno risplendere la bellezza dei loro carismi, cooperando all’edificazione dell’unica Chiesa. Ai laici, collaboratori della pastorale, appartenenti alle comunità parrocchiali, alle altre realtà ecclesiali territoriali e ai movimenti, associazioni e gruppi ecclesiali, perché consapevoli della loro ministerialità ecclesiale offrano il loro contributo essenziale al cammino del popolo di Dio. Il cammino che ci è davanti è impegnativo, ma altrettanto fecondo e stimolante. Il Signore, come con i due discepoli di Emmaus, cammina con noi, ci conforta e ci incoraggia. Nel suo nome lo faccio anch’io, convinto che il lavoro che intraprendiamo porterà molto frutto alla nostra Chiesa di Roma.
16 marzo 2009