“C’era una volta a Roma”, il tesoro musicale del cinema di genere
Una serata dedicata alle colonne sonore dei film degli anni ’60 e ’70, martedì 4 ottobre all’Auditorium Parco della Musica, con la Red Bull Music Academy, orchestra di 52 elementi di Concita De Simone
Quante volte, uscendo da una sala cinematografica, quello che si ricorda immediatamente è un brano della colonna sonora? Il patrimonio musicale italiano è fatto anche di questo, una musica visionaria, potentissima, che ha sfidato ogni regola stilistica precostituita: le colonne sonore dei film italiani degli anni ’60 e ’70 (spaghetti western, poliziotteschi, horror e commedie all’italiana) che continuano ad affascinare ancora oggi.
Da qui parte l’evento “C’era una volta A Roma”, martedì 4 ottobre all’Auditorium Parco della Musica. Uno spettacolo unico che celebrerà i grandi compositori di colonne sonore per film degli anni ’60 e ’70. Le creazioni di compositori come Morricone, Piccioni, Umiliani, Nicolai, Alessandroni, i Goblin verranno riproposte da un’orchestra di cinquantadue elementi assemblata ad hoc, diretta dal maestro Massimo Nunzi (autore anche delle trascrizioni e degli adattamenti), con la direzione artistica di David Nerattini e Silvia Volpato, che hanno pensato di dare nuova vita alle indimenticabili musiche provenienti dal cosiddetto cinema di genere (poliziotteschi, horror, commedia all’italiana, spaghetti western, ce n’è per tutti i gusti), con ospiti speciali del mondo del jazz, del rock e dell’hip hop, per rendere ancora più viva ed entusiasmante la riproposizione di questo vero e proprio tesoro musicale.
Sul palco leggendari session men già protagonisti nelle registrazioni originarie (Dino Piana, Silvano Chimenti), stelle del jazz europeo (Fabrizio Bosso, Daniele Tittarelli), e ospiti d’eccezione (Giuliano Palma, Petra Magoni, Ferruccio Spinetti, i rapper Colle Der Fomento). Il progetto è la riposta italiana al workshop itinerante di musica, la “Red Bull Music Academy”, nata nel 1998 con lo scopo di far incontrare artisti affermati ed emergenti, tecnici e produttori musicali e generi di musica diversi per favorire un confronto costruttivo e lo sviluppo della creatività. Ogni anno, in una città diversa del mondo, 60 ragazzi selezionati si danno appuntamento per incrociare idee, spirito creativo, background sonori, gusti e attitudini, tutto questo lavorando per due settimane a stretto contatto con i più grandi protagonisti della musica contemporanea. Proprio per celebrare la 14esima edizione della Red Bull Music Academy che avrà luogo a Madrid (dal 23 ottobre al 25 novembre), le città di Berlino, Cape Town, Parigi, Detroit, Toronto, Melbourne, New York, San Paolo, Londra e Roma, appunto, daranno vita ad eventi unici ed irripetibili per onorare il proprio patrimonio musicale.
Massimo Nunzi, compositore, arrangiatore e trombettista attivo nel teatro, nella danza e nella musica contemporanea, racconta a Romasette.it la scelta di affrontare a Roma il repertorio delle colone sonore.
Come nasce l’idea di “C’era una volta a Roma”?
Sono stato chiamato da David Nerattini che mi ha commissionato la realizzazione di una sua idea. Avevo già lavorato sulla musica da film e da tv, con la mia prima orchestra, la Trombe Rosse, fondata nel 1989. Stavolta ho dovuto fare una trascrizione direttamente dai dischi dell’epoca. E non è stato facile, perché, nella maggior parte dei casi, si tratta di brani che all’origine non durano più di un minuto e mezzo.
Che brani proporrete?
La divisione è data dai generi in cui siamo stati maestri. Il cinema d’inchiesta, la commedia sofisticata, l’horror, il western, il cosiddetto “poliziottesco”. Tra le chicche, Giuliano Palma reinterpreterà “Django” dall’omonimo film di Sergio Corbucci, pietra miliare del genere spaghetti-western su cui Quentin Tarantino sta lavorando a un rifacimento cinematografico. (Il brano originale è di Bacalov-Migliacci cantato da Rocky Roberts). In genere, Nerattini ha scelto film minori di quell’epoca ma con musiche meravigliose.
Rock, jazz, progressive: tanti generi sono stati influenzati e hanno contaminato le colonne sonore degli anni ’60 e ’70. Come lo spiega?
La potenza di “C’era una volta a Roma” è che abbiamo scoperto un periodo di grande creatività. Dieci anni, tra il ’60 e il ’70, in cui è stato permesso di sperimentare con quello che c’era all’epoca. Dal funcky alla musica seriale, quel periodo è irripetibile. C’era la possibilità di fare tanti film, tanta produzione e quindi c’era bisogno di un flusso continuo di musica. I musicisti erano più liberi, non dovevano necessariamente rifarsi al genere di moda, non rispondevano a nessuna legge commerciale. Ancora oggi i dj campionano quella musica, come nel caso di “Crazy”, successo dance di Gnarls Barkley del 2006, ripreso da “Nel cimitero di Tucson”, composta da Gianfranco e Gian Piero Reverberi per il film “Preparati la bara!” di Ferdinando Baldi.
30 settembre 2011