Disagio giovanile: servono solide risposte

di Angelo Zema

Le radici del disagio giovanile sono numerose, e affondano nel terreno, purtroppo sempre vitale, di una perdita di valori diffusa. Tanto larghe sono queste radici, tanto robusto l’«albero del male», che l’agghiacciante non è più cosa rara. Così come l’imprevedibile. Elementi comuni allo scatenarsi di violenza talmente insensata che usare la parola «gratuita», come spesso si fa, procura fastidio, tanto alto è il prezzo che le vittime sono costrette a pagare.

Elementi che salgono alla ribalta della cronaca nera anche nel tragico episodio del ferimento di monsignor Canio Calitri (articolo in questa pagina). Anche noi, con la cronaca immediata sulla nostra testata internet, insieme ai giornali e alla tv abbiamo riferito della personalità «disturbata» del protagonista dell’insano gesto, influenzato, pare, anche dalla visione di certi film.

Ora, si è atterriti dall’idea che anche i «media», con il loro negativo tutt’altro che strisciante, possano contribuire a far parte delle ragioni scatenanti di tali gesti. Spesso ne parliamo, ma non riusciamo ad immaginare il risultato finale. Che poi, quando si concretizza, si presenta ai nostri occhi nella sua realtà devastante.

In casi come questo opera un mix di fattori che bene sono stati illustrati dallo psichiatra Tonino Cantelmi nell’intervista realizzata da Federica Cifelli e pubblicata da Romasette.it subito dopo il ferimento di don Canio. «Il satanismo – dice l’esperto – attira soprattutto giovani, a volte adolescenti, incerti, con problematiche di natura psicologia o sociologica, alle quali offre una chiave interpretativa totalmente negativa. È in qualche modo la valvola di sfogo di un disagio che pre-esiste». Una sorta di «satanismo ateo», entro cui contenere «problemi, psicopatologie, incertezze o desideri di ribellione». Un contesto in cui si inserisce la diffusione sempre crescente di «film, libri, musiche e anche fumetti o cartoni animati che in qualche modo “saldano” una cultura satanica, con riferimenti molto forti, più o meno evidenti, a satanismo, magia e occultismo».

È evidente l’urgenza di ricollocare al centro dell’attenzione, come da tempo ha fatto Benedetto XVI, la questione educativa. Di fronte alla grave latitanza da parte degli adulti. Nessuno finora aveva intercettato il dramma di questo giovane. La mancanza di una comune responsabilità di cui farsi carico, insieme alla povertà di relazioni, altro dramma della nostra epoca specialmente nelle grandi città, lasciano terribilmente sospese – e aperte anche a gravi conseguenze – le domande di aiuto, a volte certo inespresse o non facilmente leggibili. E allora, di fronte a giovani dall’identità incerta, che spesso vivono la mancanza di chiari modelli genitoriali (spesso assenti), occorrono risposte solide. Consapevoli della posta in gioco, che è il futuro delle nuove generazioni e quindi della nostra società.

28 settembre 2008

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