I 100 anni di suor Severina: «Prego per tutti»

Festa nella comunità delle Suore Ospedaliere della Misericordia per il compleanno della religiosa originaria di Canosa: una vita al servizio dei malati. Entrò nella Congregazione nel 1936 di Concita De Simone

«È la prima volta che una religiosa compie 100 anni di vita nella nostra comunità!». Con questa esclamazione, carica di orgoglio, ci accolgono nella casa generalizia delle Suore Ospedaliere della Misericordia, in via Latina, a un paio di chilometri da quell’ospedale San Giovanni-Addolarata che ha visto nascere la prima comunità nel 1821. C’è aria di festa in casa perché suor Severina compirà 100 anni il prossimo 31 marzo, ma i festeggiamenti sono già iniziati lo scorso 8 marzo, alla vigilia della partenza di un lungo viaggio per le missioni in Asia della madre generale, suor Paola Iacovone, che non poteva mancare per una ricorrenza così importante e, per una felice coincidenza, nel giorno della festa delle donne, in onore di una consacrata eccezionale.

Sono passati 78 anni dall’ingresso nella congregazione di suor Severina Dall’Alto, originaria di Canosa, pugliese come la fondatrice principessa Teresa Orsini Doria Pamphilj Landi. Una vita spesa per l’accoglienza dei malati, il quarto voto delle Som, il loro carisma principale. Le consorelle descrivono la centenaria come allegra, vitale, ottimista, amante della preghiera, innamorata di Dio e, si lasciano sfuggire, sorridendo, «ancora golosa di dolcetti». Precisa e appassionata nel suo lavoro, ha passato la vita tra gli ospedali San Giacomo e San Gallicano. Le erano stati affidati il reparto della lavanderia e del guardaroba. Sotto il suo controllo, le lenzuola per i malati uscivano bianche immacolate e piene di benedizioni. Tutto il personale, dai medici ai portantini, passava da lei per ritirare le divise, ma anche per confidarle pensieri, preoccupazioni o gioie della professione e della propria vita. Oggi, nelle giornate di sole, suor Severina ama restare nell’ampio giardino della casa.

Le gambe non reggono più e, per non stancarsi, l’anziana religiosa si aiuta con una sedia a rotelle. Le mani sono quelle rugose di una vecchia nonna: tante pieghe quante carezze che ha dato ai suoi malati. Accanto a lei c’è suor Leonia, di qualche decina di anni più giovane, per aiutarla a ricostruire qualche ricordo. «Mi ha insegnato a lavorare all’uncinetto», confida la consorella. «Quanti centrini fatti per venderli al mercatino e raccogliere fondi per le nostre missioni!». «Aveva sempre un occhio di riguardo per le suorine giovani che prestavano servizio mentre ancora studiavano. Così, spesso, quando ancora dovevano finire il turno per aiutarla, le mandava a casa a studiare, terminando da sola il lavoro», racconta suor Leonia mentre suor Severina sorride ripensando alle sue premure. «Cucivo, rammendavo per tutte», esordisce finalmente suor Severina alzando le spalle. «Adesso posso solo pregare per tutte le mie sorelle».

17 marzo 2014

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