In attesa del conclave, al via le Congregazioni
Lunedì 4 marzo nell’Aula Nuova del Sinodo partono le riunioni quotidiane del collegio cardinalizio. Il giorno in cui avrà inizio il conclave, il cardinale Sodano presiederà la «Messa pro eligendo Papa» di F. Cif.
Dalle 20 di ieri sera, giovedì 28 febbraio, la Sede Apostolica è vacante. In questo periodo, che si concluderà con l’elezione del nuovo pontefice, il governo della Chiesa è affidato al collegio cardinalizio, ma «solo per il disbrigo degli affari ordinari o di quelli indilazionabili, e per la preparazione di quanto è necessario all’elezione del nuovo Pontefice», come stabilisce la costituzione apostolica “Universi Dominici gregis”, promulgata da Giovanni Paolo II il 22 febbraio del 1996, che regolamenta anche le congregazioni generali che precedono l’inizio del conclave.
Con il termine del ministero petrino sono decaduti dal loro incarico il Segretario di Stato e tutti i capi dei dicasteri della Curia romana, Congregazioni e Pontifici Consigli, fatta eccezione, oltre che per il camerlengo, per il penitenziere maggiore e per l’elemonisiere di Sua Santità. Non cessa invece dal suo ufficio il cardinale vicario per la diocesi di Roma e neppure il cardinale arciprete della basilica vaticana e vicario generale per la Città del Vaticano. Restano in carica il sostituto della Segreteria di Stato, il segretario per i rapporti con gli Stati e i segretari dei dicasteri della Curia romana.
Le congregazioni generali, cioè dell’intero collegio (compresi i non elettori, gli ultraottantenni), sono state convocate oggi, venerdì 1° marzo, dal cardinale decano, Angelo Sodano. La prima è in programma per lunedì 4 marzo alle 9.30 nell’Aula Nuova del Sinodo. La “Universi Dominici gregis” chiarisce che «le congregazioni generali che precedono l’inizio dell’elezione devono tenersi quotidianamente».
I cardinali, aveva spiegato nei giorni scorsi il portavoce vaticano padre Federico Lombardi ai giornalisti, sono divisi per antica tradizione in tre ordini: vescovi, presbiteri, diaconi. «I cardinali vescovi sono quelli che hanno i titoli delle diocesi suburbicarie, cioè le antiche diocesi intorno a Roma. I presbiteri sono quelli che hanno titoli di chiese di Roma, in particolare di chiese parrocchiali, e che sono pastori di diocesi nel mondo. Mentre i cardinali diaconi hanno titoli di chiese anche qui di Roma, che a volte non sono neppure chiese parrocchiali e che svolgono servizi nella Chiesa come capi di dicasteri nella Curia Romana e non compiti direttamente pastorali per il governo di grandi diocesi». Questo ordine, aveva precisato padre Lombardi, «incide anche sulla precedenza all’interno del collegio cardinalizio».
Nella mattina del giorno stabilito per l’inizio del conclave, che sarà fissato dalle congregazioni generali, i cardinali prenderanno parte alla «Messa pro eligendo Papa»: a presiederla sarà il decano del collegio cardinalizio, Angelo Sodano, che tuttavia non entrerà in conclave avendo già superato gli 80 anni. La conferma è arrivata, ancora una volta, da padre Federico Lombardi. Vi parteciperanno tutti i cardinali, e non solo gli elettori, cioè coloro che non hanno superato gli 80 anni di età. È una delle novità contenute nel Motu proprio di Benedetto XVI, presentato lunedì 25 febbraio, che introduce alcune modifiche nelle procedure relative all’elezione del Pontefice. La Messa «pro eligendo» precederà di poche ore l’«extra omnes» dalla Cappella Sistina intimato dal Maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, monsignor Guido Marini, per l’inizio vero e proprio del conclave.
«Dalla Cappella Paolina del Palazzo Apostolico, dove si saranno raccolti in ora conveniente del pomeriggio – recita il numero 50 del Motu proprio -, i cardinali elettori in abito corale si recheranno in solenne processione, invocando col canto del Veni Creator l’assistenza dello Spirito Santo, alla Cappella Sistina del Palazzo Apostolico, luogo e sede dello svolgimento dell’elezione». Vi parteciperanno il vice camerlengo, l’uditore generale della Camera Apostolica e due membri di ciascuno dei Collegi dei protonotari apostolici di numero partecipanti, dei prelati uditori della Rota Romana e dei prelati chierici di Camera. Qualche precisazione, infine, viene apportata dal recente documento di Benedetto XVI in merito all’accettazione dell’elezione.
«Avvenuta canonicamente l’elezione – si legge nel documento – l’ultimo dei cardinali diaconi chiama nell’aula dell’elezione il segretario del collegio dei cardinali, il maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie e due cerimonieri; quindi, il cardinale decano, o il primo dei cardinali per ordine e anzianità, a nome di tutto il collegio degli elettori chiede il consenso dell’eletto con le seguenti parole: “Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice?”. E appena ricevuto il consenso, gli chiede: “Come vuoi essere chiamato?”. Allora il maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, con funzione di notaio e avendo per testimoni due cerimonieri, redige un documento circa l’accettazione del nuovo Pontefice e il nome da lui assunto».
Al primo dei cardinali diaconi, il «protodiacono», che attualmente è il francese Jean-Louis Tauran, classe 1943, presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, spetta l’onore di annunciare «al popolo in attesa», come recita la costituzione apostolica, l’avvenuta elezione e il nome del nuovo Pontefice dalla loggia centrale della basilica di San Pietro.
1° marzo 2013