Intervista all’eterna “ragazza del Piper”

Patty Pravo si racconta, in attesa di vederla in concerto al Teatro Sistina l’11 aprile, nello spettacolo in cui presenta il suo album “Nella terra dei pinguini” di Concita De Simone

L’ultima volta l’abbiamo vista sul palco del Teatro Ariston di Sanremo, con quella sua sofisticata eleganza, esile come la sua voce. La canzone, “Il vento e le rose”, era emozionante, l’interpretazione da vera diva, seppur l’audio – o forse proprio la voce stessa, appunto – non le hanno reso giustizia e qualcosa non ha convinto la giuria demoscopica che l’ha eliminata alla seconda serata. Ma Patty Pravo, al secolo Nicoletta Strambelli, classe 1948, ama ancora le cose che le danno emozioni forti e il palco del festival della Canzone Italiana è tra queste. Così come un tour teatrale per l’Italia, in cui presenta “Nella terra dei pinguini”, come il titolo – simbolico ed evocativo di un mondo libero e felice – dell’album di inediti pubblicato a febbraio scorso su etichetta e distribuzione Carosello Records, che la porterà al Teatro Sistina di Roma lunedì 11 Aprile.

Simbolo di una generazione che non ha mai smesso di seguirla, ma anche delle nuove che sempre più numerose la acclamano nei live, Patty Pravo vanta duecentoventimila persone in 25 spettacoli dello scorso anno e adesso, dopo Fermo, Parma, e tre date in Sicilia, eccola fare scalo nella città che, oltre quarant’anni fa l’ha resa un’icona.

Sarà accompagnata dalla sua band di sei musicisti: Giovanni Boscariol tastiere e piano, Adriano Lo Giudice al basso, Donald Renda alla batteria, Lapo Consortini ed Edoardo Massimi alle chitarre, Gabriele Bolognesi al sax. Lo spettacolo spazierà dal pop al rock, dove oltre alle suoi hits, (da “La bambola” a “E dimmi che non vuoi morire”, passando da “Pensiero stupendo” a “Pazza idea” e “Se perdo te”, ecc.) proporrà i brani dell’ultimo album.

Elegante, dicevamo, ma anche un po’ sfrontata. Spontanea e “vera” più nelle cose che dice che non nell’aspetto. Patty Pravo, con i suoi ritocchi estetici e il sapiente maquillage, non è esattamente la diva della porta accanto, ma, di certo, con oltre 120 milioni di dischi venduti nel mondo, una delle regine della musica italiana sì, che piaccia o no. Noi l’abbiamo intervistata e ne abbiamo avuto la conferma.

Un paio delle sue recenti canzoni, “Unisono”, e “Cielo” sono state scritte da Giuliano Sangiorgi dei Negramaro. Lei ha sempre avuto un’attenzione per i giovani talenti…
Giuliano Sangiorgi è un’artista. Con lui è stato un incontro di anime. Quando eseguo dal vivo i suoi brani, sono felice di averle incise, e lo penso. Ai giovani talenti sto sempre attenta, lui ormai è un talento consacrato, ma nel mio disco “Nella terra dei pinguini” ho dato spazio anche a giovanissimi. Se non diamo loro un’opportunità come fanno a farsi conoscere? Naturalmente li scelgo bravi!

Che effetto le fa avere ai suoi concerti 4 generazioni di pubblico?
Direi bello perché, alla fine, tutti provano le stesse emozioni, ed escono dal concerto soddisfatti e simili.

Come si è preparata alla nuova tournée?
Ci si prepara scegliendo la scaletta, non è facile unire successi, classici, il nuovo repertorio. Sono soddisfatta della scelta fatta con il mio produttore Diego Calvetti. Poi fisicamente sto bene, faccio danza almeno tre volte alla settimana, sempre quando mi è possibile al di là del tour, e poi il palco dà tutto quello che serve, compresa la forza.

Il suo esordio sanremese è stato nel 1970 con il brano “La spada nel cuore”. Com’è cambiata lei e come lo è il Festival?
Se non fossi cambiata dal 1970 mi preoccuperei… Scherzi a parte, purtroppo Sanremo è sempre Sanremo. Io avevo deciso di non andarci mai più, ma poi Morandi mi ha convinto. Non è il mio palco, ci sono problemi di ascolto, almeno per me che non uso gli air monitors, e poi io amo le esibizioni live, dove sono me stessa, e non entrare in un prodotto confezionato e in 3 minuti far decidere se la canzone è bella o no! Quest’anno poteva andare meglio in tutti i sensi, anche per “colpe” mie. Ma è passato, venite ad un mio concerto e capirete quando un artista è tale.

Sicuramente è cambiato il modo di fruire della musica. Lei che rapporto ha con le nuove tecnologie?
Cambia tutto, non solo il modo di ascoltare musica, e mi sembra normale, è il progresso. Preferivo il vinile e le cassette da mettere in auto, però mi adeguo. Dei negozi virtuali sono contenta, danno alle persone la possibilità di fruire la musica in maniera differente, sicuramente in un modo più immediato. “Il vento e le rose”, per esempio, la sento canticchiare per strada e questo grazie anche a Internet e alle radio.

Com’era Roma, ai tempi in cui lei era “la ragazza del Piper” e che rapporto ha con la città eterna?
Il Piper è irripetibile, ci andavano tutti, persino i più grandi gruppi americani, inglesi, io al Piper ho conosciuto i Pink Floyd. Roma è la città più bella del mondo, ho una casa anche a San Francisco e ne sono felice. Ma tutte le volte che rientro dall’estero per lavoro, guardo Roma e ammiro la sua bellezza. Non potrei mai rinunciare ad avere una casa a Roma.

8 aprile 2011

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