La voce di Noa per le donne ebree

Intervista alla cantante israeliana in concerto all’Auditorium Parco della Musica giovedì 21 ottobre di Concita De Simone

Torna in concerto a Roma una voci femminili più eleganti, l’usignolo portatore di pace che da anni incanta le platee di tutto il mondo. Parliamo dell’israeliana Achinoam Nini, conosciuta come Noa – che, non a caso, in ebraico significa “Sorella di Pace”- che sarà protagonista del concerto benefico organizzato dall’Adei-Wizo, Associazione Donne Ebree d’Italia all’Auditorium Parco della Musica di Roma giovedì 21 ottobre. Scopo della serata, raccogliere fondi per il progetto “Warm Home” rivolto a bambine e ragazze che non hanno una famiglia, che vivono in difficoltà ai margini della società, con il rischio di trovarsi in ambienti pericolosi. L’Adei-Wizo, ong fondata nel 1927, presente nell’Unione Europea e all’Onu attraverso la Wizo (organizzazione di volontariato femminile internazionale ebraica) contribuisce al sostegno di opere sociali in Italia e in Israele con asili nido, rifugi per donne maltrattate, centri per anziani e per giovani disadattati, al fine di aiutare tutti i cittadini israeliani in difficoltà, siano essi ebrei, cristiani, arabi, beduini, drusi o circassi.

Sarà un piacere ritrovare sul palco Noa, artista da sempre impegnata nel dialogo interreligioso attraverso la musica, che in Italia ricordiamo, tra l’altro, per aver interpretato il pezzo principale della colonna sonora del film di Benigni “La vita è bella”, scritta da Nicola Piovani, per la sua partecipazione al Concerto di Natale in Vaticano nel 2004 e per la sua esibizione al Festival di Sanremo del 2006 cantando “Un discorso in generale” con Carlo Fava, vincitore del Premio della critica.

Nata a Tel Aviv nel 1969 da una famiglia ebrea di origini yemenita costretta a fuggire dal proprio Paese a causa dell’ostilità seguente alla proclamazione dello stato d’Israele, Noa si trasferisce a New York a soli due anni, restandoci fino ai 17, per poi decidere di tornare in Israele e prestare quindi il servizio militare obbligatorio per due anni.

Come è stato il periodo del servizio militare in Israele?
È stato un periodo per imparare e maturare, un tempo di cambiamenti per me. Se il servizio militare fosse stato volontario, non sarei mai andata, naturalmente. Ma non lo è e sarà così fino a quando la nostra realtà non cambierà e non avremo definitivamente la pace. Ho cercato di fare il mio servizio al meglio. Ero felice che il mio lavoro di cantante nell’esercito mi desse l’opportunità di dare sollievo agli animi di molta gente. Ho sperimentato molta pena e tristezza nell’esercito, un mio carissimo amico è stato ucciso. Ma ho anche visto molto coraggio e profondi legami di amicizia. Dopo questa esperienza ho capito fortemente che volevo impegnarmi per la pace.

Qual è il ruolo delle donne ebree per la pace?
Il ruolo è lo stesso delle donne di tutto il mondo. Siamo madri, sorelle, mogli. Ci sono donne in carriera, costruttrici, pensatrici. Siamo intraprendenti, creative, compassionevoli e molto intelligenti. Conosciamo l’amicizia, diamo la vita. E siamo caparbie. Tutte queste qualità devono essere utilizzate incessantemente al servizio della pace.

Come sarà il concerto all’Auditorium?
Ci ospiterà Rita Marcotulli, eccellente pianista, molto conosciuta. Lei si unirà a noi per eseguire un repertorio ricco in inglese, ebraico e yemenita e ci saranno delle sorprese.

Alcuni giorni fa il Papa, aprendo il Sinodo dei vescovi, ha detto: «L’ideologia del terrorismo non ha nulla a che vedere con Dio e invece tutto a che fare con falsi dei che devono essere smascherati». Cosa ne pensi?
Sono d’accordo che il terrorismo, e con esso ogni forma di violenza, non ha nulla a che fare con Dio, almeno da come io intendo il concetto di Dio, che è amore.

15 ottobre 2010

Potrebbe piacerti anche