L’omaggio di Trovajoli a Garinei
Parla il compositore che ha firmato le musiche dei maggiori successi della celebre coppia del musical G&G di Concita De Simone
«Veniva ogni domenica a messa in questa chiesa e immancabilmente alla fine della cerimonia mi diceva: “padre, la predica era troppo lunga”». Così don Antonio Truda ha ricordato nell’omelia dei funerali Pietro Garinei, sottolineandone la testimonianza di fervente credente. «Era una persona buona, attenta, capace, anche così forte e umile da donare a chi incontrava quanto il Signore gli aveva dato. Ne hanno goduto tante generazioni, non solo per la bellezza dei suoi spettacoli, ma anche per i valori che comunicavano».
E non poteva mancare la musica. Le note struggenti di “Roma nun fa la stupida stasera”, suonata all’organo da Armando Trovajoli, compositore delle musiche di tutti i maggiori successi firmati Garinei e Giovannini, ed eseguita in coro “muto” dai Cantori della Cappella Sistina, hanno accolto giovedì l’entrata del feretro nella chiesa di Santa Maria del Popolo a Roma. Pietro Garinei, scomparso al Forlanini, dove era ricoverato da qualche giorno, con Sandro Giovannini, scomparso il 26 aprile 1977, era considerato il padre del musical italiano, o meglio, come i due autori amavano definirlo, del teatro musicale. Insieme, sin dal 1945, avevano firmato, con la celebre siglia “G&G”, numerosi musical italiani, da “Aggiungi un posto a tavola” a “Rugantino”. Autori, registi, impresari; il loro nome è associato indelebilmente al teatro Sistina di Roma, inaugurato nel dicembre 1949, dove Garinei, classe 1919, ha lavorato fino agli ultimi giorni, per mettere a punto la stagione dell’anno prossimo e per preparare la nuova commedia con Mariangela Melato e le musiche ancora di Trovajoli.
Chi scrive lo ricorda accogliente e premuroso con tutti proprio al foyer del Teatro Sistina, ogni volta che c’era l’anteprima di un nuovo spettacolo. Ma è la memoria di un commosso Trovajoli che Romasette.it ha raccolto. Quella di Trovajoli e Garinei è una storia iniziata nel 1956, anno del primo vero e proprio capolavoro di “G&G”, ovvero il “Rugantino” con Nino Manfredi, Aldo Fabrizi, Lea Massari e Bice Valori. Un’incredibile miscela di musiche indimenticabili (di Trovajoli), canzoni immediate e sognanti (come “Roma nun fa la stupida stasera”), cast d’eccezione, che ne determina subito il successo.
Armando Trovajoli, romano, classe 1917, un diploma al Conservatorio di S. Cecilia in pianoforte, è stato, negli anni Cinquanta, uno dei maggiori jazzisti europei, arrivando a suonare con i più qualificati jazzisti del mondo, da Duke Ellington a Louis Armstrong, o Miles Davis, Chet Baker, e altri. Musicista eclettico, ha composto anche per il cinema oltre trecento colonne sonore collaborando con i più grandi registi: De Sica, Monicelli, Scola, Magni, Risi, Pietrangeli, Vicario, Lattuada. Un pezzo di storia della nostra musica, insomma, a cui Romasette.it ha chiesto, proprio nel giorno dei funerali di Garinei, di raccontare il loro indissolubile legame.
Maestro, “Roma nun fa la stupida stasera” ha un grande potere evocativo. Eppure questo brano così celebre è associato a un tema d’amore come nella commedia Rugantino. Stavolta l’atto d’amore è stato più universale.
Vede, il fatto è che il primo lavoro che ho realizzato con loro è stato proprio il Rugantino. Il testo me lo diede lui, dicendo che sarebbe stato il finale del primo tempo. Sono felice che queste quattro note abbiano varcato i confini dell’Italia, facendo cantare molta gente. Ma sono ancora sotto shock per questo immenso dolore. Mi ricordo ancora la lettera che mi mandò insieme al testo di questa canzone. Io ero ad Assisi in vacanza da mia madre che lì aveva una casa. Scrisse: “Caro amato Cincinnato”, perché pensava che mi fossi ritirato e stessi lì a fare giardinaggio .
Com’è stato il suo primo incontro con Garinei e Giovannini?Pietro mi chiamò per darmi l’incarico di questo musical. C’erano stati altri incontri sporadici, di convenevoli. Fu un incontro che ha segnato sicuramente la mia vita. Sono ormai 50 anni, quasi.
Quando stavamo lavorando ad “Aggiungi un posto a tavola”, nel 1977, morì Sandro Giovannini e io mi sentii già un po’orfano. Poi subentrò Iaia Fiastri a dare una mano. E continuarono tante opere, fino all’ultimo lavoro che non è finito. C’è l’introduzione e il finale, più due pezzi nuovi per “Le signore delle Mele”, con Mariangela Melato, che, se io avrò la forza di portarlo avanti, riusciremo a mandare in scena per il prossimo autunno, come avrebbe voluto Garinei. Dovrei avere molta fede. Le confesso che non sono un uomo di molta fede, ma per andare avanti in questo momento così doloroso sento che ne avrei bisogno. Ora il palcoscenico del Sistina è spento. Non riesco più a sentire la sua voce. Abbiamo anche discusso tanto. Potrei dire che “c’eravamo tanto amati”. Mi mancherà molto la sua amicizia, la sua forza, al sua inventiva. Otto giorni fa parlavamo di quest’ultimo lavoro insieme, quando sono andato a trovarlo all’ospedale Forlanini. Gli dissi che avevo scritto altri 3 pezzi e gli chiesi quando sarebbe uscito, così da poterglieli far sentire. Lui mi rispose: “Tra due giorni”. Non è andata così, ma spero che poterà presto sentirli ugualmente.
12 maggio 2006