Tosca e il “viaggio nell’anima del mondo”

L’artista romana che il 6 gennaio si esibisce nella Chiesa degli Artisti, Santa Maria in Montesanto, racconta il suo “Esperanto”, itinerario spirituale e popolare insieme. Tra musica e parole di Concita De Simone

Uno spettacolo di suoni e parole che conduce interprete e spettatore lungo un cammino poetico ed emozionale, nonostante si esprima in lingue molto lontane tra loro. Un “racconto in musica” che passa da un fado portoghese a una ninna nanna russa, da un canto sciamano a un tradizionale dei matrimoni yiddish, da una ballata zingara all’Adeste Fideles in iracheno, fino ad approdare alle nostre sponde napoletane, romane e siciliane, inframmezzando il tutto con le parole di Borges, di Brecht, Sanguineti e tanti altri. Questo è “Esperanto – viaggio nell’anima del mondo”, lo spettacolo che Tosca presenterà nella basilica di Santa Maria in Montesanto, la Chiesa degli Artisti, domenica 6 gennaio, nell’ambito della rassegna “Una porta verso l’Infinito” promossa dall’Ufficio comunicazioni sociali del Vicariato di Roma in collaborazione con il Pontificio Consiglio della Cultura. L’artista romana, al secolo Tiziana Tosca Donati, sulla scena fin dai primi anni Novanta, ha sempre affiancato alla carriera di cantante quella teatrale, esibendosi anche in musical e forme di teatro-canzone, e deve la sua popolarità alla vittoria al Festival di Sanremo nel 1996 in duetto con Ron, con la canzone “Vorrei incontrarti tra cent’anni”. La forte presenza scenica, sviluppata proprio grazie alle ininterrotte esperienze teatrali, fa di Tosca un’artista poliedrica, capace di rappresentare tutto il brio della romanità, come nell’omaggio a Gabriella Ferri con lo spettacolo “Romana” del 2005 (regia di Massimo Venturiello) e recitare “Il Borghese gentiluomo” di Molière, in tour fino allo scorso anno, con la stessa naturalezza. Così, anche “Esperanto” non sarà solo un concerto, racconta, ma «un reading tra musica e parole» frutto di esperienze umani e professionali «tenute insieme dal filo conduttore del tema del viaggio».

Come nasce questo racconto in musica “Esperanto”?
È uno spettacolo giovane, nato un mese fa. Sono sempre stata affascinata dall’anima musicale del mondo e ho cercato di mettere insieme la musica popolare ascoltata in buona parte dei miei viaggi, fondendo esperienze e influenze diverse attraverso il tema del viaggio. Come l’esperanto è una lingua comune, composta da idiomi provenienti da tutto il mondo, così io prendo per mano lo spettatore in questo viaggio spirituale e popolare per condurlo, musicalmente, in varie parti del pianeta. Ma è un viaggio di ricerca anche letteraria: ci sono poesie di Borges, Pessoa e Niemöller, e parti recitate. Con me sul palco, tre grandi maestri polistrumentisti: Giovanna Famulari al pianoforte e violoncello, Pasquale Laino ai fiati e Massimo De Lorenzi alle chitarre. Sono veri e propri protagonisti di questo progetto. “Esperanto” ha anche una funzione educativa perché è frutto di un corso sull’importanza della cultura musicale che ho tenuto per l’assessorato alle Politiche del lavoro e formazione della Provincia di Roma, che patrocina lo spettacolo. E una delle cose che ho insegnato è che non si può avere paura o essere snob davanti al patrimonio musicale del mondo.

Quali sono i viaggi o gli incontri che ti hanno segnata di più?
Ognuno mi ha lasciata qualcosa. Sicuramente l’incontro più importante della mia vita è stato quello con l’attore e doppiatore Massimo Venturiello, che mi ha insegnato a fare mia una frase di Albert Einstein: «Tutti sanno che una cosa è impossibile da realizzare, finché arriva uno sprovveduto che non lo sa e la inventa». Cioè spesso, soprattutto nell’arte, le regole, dove non ci sono, si possono inventare. Ci vuole uno sforzo maggiore per creare da zero, ma c’è più soddisfazione nel fare le cose che ci piacciono. Ero all’apice della mia carriera, avevo vinto un Sanremo e una Targa Tenco, ma ho deciso che solo il pop non mi appagava e ho fatto la scelta istintiva di dirigermi verso quello che mi faceva stare veramente bene. Questo ha comportato l’interruzione di un contratto discografico e di un rapporto di management. Sarebbe stato più comodo fare dischi e concerti; io ho scelto una realtà lontana dai grandi numeri ma fatta di grandi musicisti, di ottimi professionisti. Mi sento fortunata perché posso far emergere la parte artigiana di questo mestiere e posso costruire il mio percorso come mi piace.

In che senso, per te, questo è viaggio spirituale?
Perché cerco di far risaltare l’anima che c’è nelle canzoni. E poi, perché si va dai canti natalizi romeni all’Adeste Fideles in iracheno che ho sentito per la prima volta cantare a un gruppo di suore durante un viaggio. Ne rimasi incantata e lo registrai con il telefonino, poi me la sono fatta trascrivere. Canterò anche un Feliz Navidad in versione banda petroliniana e un Jingle bells come fosse una pièce da operetta. Ci saranno anche una Ninna nanna di Mozart e una preghiera scritta da Maria Bethânia Oferta de Flores in portoghese. Tengo molto a questo progetto perché, fin dai tempi del Giubileo, ho sempre difeso le mie scelte artistiche legate alla musica sacra. Il nostro patrimonio musicale annovera tanti Requiem o Ave Maria meravigliosi. Io stessa ho lavorato con dei grandi musicisti in giro per mondo con il concerto di arie sacre in latino nato con Mater Iubilaei, l’inno mariano che ho interpretato nel Giubileo del 2000 e, all’estero, sono sempre stata accolta benissimo e senza etichette.

Per te le tradizioni hanno un valore molto speciale.
Sì, e questo progetto mi dà la possibilità di confermarlo. La tradizione ti salva. Si dice che in un momento di sbandamento etico e sociale, l’unica ancora di salvezza siano proprio le nostre stesse radici. Quando ti fai coccolare dal passato non hai paura di quello che ti può accadere, ti senti protetto. Seguire le radici musicali mi fa sentire parte di una cosa importante. Anche riprendere le tradizioni della musica romana, nel mio percorso artistico, mi ha dato molta sicurezza. Troppo spesso ce ne dimentichiamo ma la nostra forza è il passato.

4 gennaio 2013

Potrebbe piacerti anche