Tre impegnative consegne ai cristiani
da Agenzia Sir
Contemplata dall’alto del Monte Nebo la Terra Santa, prima di varcare il Giordano, nella grande messa ad Amman, ormai nel vivo del suo pellegrinaggio così atteso e così cruciale, Benedetto XVI lancia tre impegnative consegne ai cristiani. Sono un piccola minoranza, ormai, i cristiani di Terrasanta, quasi trascurabile dal punto di vista statistico, ma sono chiamati ad una missione ancora fondamentale, che il Papa ha rilanciato in tre punti.
Il primo è il senso e il valore della famiglia, cioè delle radici: «Le forti famiglie cristiane di queste terre sono una grande eredità tramandata dalle precedenti generazioni». È un patrimonio che non si può perdere. Le radici non possono essere rescisse, perché affondano proprio nell’età apostolica.È un patrimonio su cui costruire, da cui guardare avanti. «Possano le famiglie di oggi essere fedeli a questa grande eredità».
Questo implica una solidarietà veramente cattolica nei loro confronti, da parte di tutti, nel mondo: «Non venga mai mancare il sostegno materiale e morale di cui hanno bisogno per attuare il loro insostituibile ruolo a servizio della società».
Il secondo punto è valorizzare l’identità dei cristiani e proprio delle famiglie cristiane, a partire dalla «pubblica testimonianza di rispetto per le donne e con la sua difesa dell’innata dignità di ogni persona umana»: il ruolo della donna infatti è uno degli elementi cruciali del dialogo tra le culture e dello sviluppo di civiltà. In questo senso «la Chiesa in Terra Santa può dare un importante contributo allo sviluppo di una cultura di vera umanità e alla costruzione della civiltà dell’amore».
Siamo così al terzo e fondamentale punto, relativo proprio alla testimonianza della Chiesa, nella pluralità dei riti, delle tradizioni, delle storie familiari e sociali, in Terrasanta, per tutto il mondo. Benedetto XVI sa quanto è difficile «mantenere la presenza della Chiesa nel cambiamento del tessuto sociale di queste antiche terre». La via dell’emigrazione spesso, più che una tentazione, diventa una necessità.
Ci vuole coraggio, ci vuole fede. Ecco allora il suo appello, che diventa concreta vicinanza e sincera comprensione: «Che il coraggio di Cristo nostro pastore vi ispiri e vi sostenga quotidianamente nei vostri sforzi di. La fedeltà alle vostre radici cristiane, la fedeltà alla missione della Chiesa in Terra Santa, vi chiedono un particolare tipo di coraggio».
È il coraggio della testimonianza della fede personale, del dialogo e dell’impegno con gli altri cristiani, della solidarietà con gli ultimi, i poveri, i rifugiati. E’ insostituibile infine il coraggioso ruolo dei cristiani, dei cattolici, per «costruire nuovi ponti per rendere possibile un fecondo incontro di persone di diverse religioni e culture e così arricchire il tessuto della società».
È un orizzonte di pace e di speranza, di fronte a tanti germi di odio, che nasce dalla testimonianza della vita, del servizio. Da questo incontro del padre con i figli, dalla testimonianza dei cristiani di Terrsanta, il pellegrinaggio del Papa viene corroborato e a tutti i cristiani del mondo offre un importante riferimento.
11 maggio 2009