“Trenta Ore per la Vita” a sostegno di Dream
Maratona di solidarietà, dal 21 al 27, per il programma di cure contro l’Aids promosso da Sant’Egidio in Africa. Lorella Cuccarini, la testimonial di Claudio Tanturri
L’edizione 2008 della campagna “Trenta Ore per la Vita” sarà orientata al sostegno del programma Dream (Drug resource Enhancement against Aids and Malnutrition) per la prevenzione e la cura delle donne sieropositive in gravidanza, attuato dalla Comunità di Sant’Egidio in 10 Paesi dell’Africa sub sahariana. L’iniziativa si articolerà in un’intera settimana, dal 21 al 27 aprile, durante la quale i programmi in onda sulle reti televisive e radiofoniche della Rai daranno spazio alla sensibilizzazione e alla raccolta fondi anche grazie agli interventi di Lorella Cuccarini, socio fondatore e, fin dall’inizio, testimonial della maratona televisiva di solidarietà. «Sosterremo il programma Dream, perché ne abbiamo condiviso il sogno fin dalle origini – dice la show girl rientrata qualche giorno fa dal Mozambico -. Nel 2001, grazie ai fondi raccolti durante la diretta di “Trenta Ore per la Vita”, la Comunità di Sant’Egidio aprì il primo laboratorio di biologia molecolare in Africa». «Ora, dopo i grandi risultati ottenuti da questo programma di cura veramente efficace – aggiunge -, la nostra sfida è puntata ai numeri. Solo il 20% dei malati affetti dal virus in quelle zone, infatti, può accedere alle terapie. La nostra speranza è di sensibilizzare più donatori possibili al problema per ridare ancora a più persone una nuova speranza di vita».
La fisionomia della maratona, dopo 14 anni, cambierà. «Non saranno più 30 ore di diretta – spiega Lorella Cuccarini – ma entreremo nei palinsesti di tutte e tre le reti Rai, sia televisive che radiofoniche, così da dare maggiore visibilità alla campagna».
In tante città italiane, inoltre, verranno allestiti stand e punti informativi, saranno organizzate mostre sull’Africa e incontri nel corso della settimana. Nella capitale, per esempio, il policlinico Agostino Gemelli e l’ospedale San Camillo ospiteranno esposizioni fotografiche sul progetto Dream. Stand dedicati all’iniziativa potranno essere trovati in centri commerciali (ai Granai il 19 aprile), cinema (Cineplex Gulliver e Cineland di Ostia, entrambi il 19 aprile), in piazze (Beltramelli sabato 19, Santa Maria in Trastevere domenica 20, San Leonardo da Porto Maurizio giovedì 24), in strade (via Borromeo e Lungomare Duca degli Abruzzi) e parchi cittadini (parco via Luigi Cimara, domenica 27). I fondi raccolti verranno devoluti per l’acquisto dei kit farmacologici da somministrare alle donne sieropositive in gravidanza e dopo il parto e per il pagamento degli esami da effettuare in laboratorio. Costo stimato: 200 euro per ogni paziente.
L’approccio terapeutico proposto, seguirà lo schema Mcpc (Mother and children prevention & care). Si fonderà cioè sulla scelta di applicare la tri-terapia alle donne in gravidanza, anche dopo il parto se necessario, attuando così un approccio globale e innovativo che, oltre a far nascere il bambino senza il virus dell’Hiv – combattendo così la trasmissione verticale dell’Aids -, lo manterrà sano a lungo con l’allattamento artificiale e attraverso un protocollo di tutela della salute della madre. Perché, come fanno notare dall’associazione, «in Africa un orfano, anche se non ha l’Aids, ha comunque una vita molto breve». È dunque la sopravvivenza delle madri ciò che fa effettivamente la differenza.
Attualmente Dream è il più efficace programma di cure contro l’Aids in tutta l’Africa sub-sahariana, con il 98% di bambini nati senza virus da madri sieropositive o malate e più di 9 adulti su 10, che hanno ripreso a vivere una vita normale. Numeri impressionanti tanto da diventare un caso di studio per l’Organizzazione mondiale della Sanità.
Ma quelli di cui stiamo parlando sono i risultati di un lavoro lungo e per niente facile all’inizio. In Mozambico Sant’Egidio portava aiuti già dai primi anni ’80. Ma la sua presenza lì assunse ben presto una valenza diplomatica, oltre che umanitaria, facendo diventare la Comunità protagonista della mediazione ufficiale tra guerriglia e governo. Mediazione che portò all’Accordo generale di pace firmato il 4 ottobre 1992 a Roma. Dieci anni dopo, scrivono gli attivisti di Dream nel loro sito internet (www.dream.santegidio.org), «si trattava di porre fine a una nuova guerra, una guerra che mieteva ancora più vittime: la guerra dell’Hiv. Ma nelle prime settimane si presentarono al centro di salute che ospitava Dream a Maputo solo pochi malati». «Arrivavano per fare il test – raccontano i responsabili – soltanto coloro che non avevano più nulla da perdere, i più disperati, quelli che erano allontanati da tutti». Nel giro di due-tre mesi, però, questi stessi malati cominciarono a trasformarsi: «Ci trovammo di fronte a risultati spettacolari: le donne che vivevano ormai abbandonate sulla stuoia della loro capanna passavano da 30 a 70 kg di peso e ricominciavano a prendersi cura dei numerosi figli; uomini molto malati, che non potevano più camminare, prostrati non solo dalla malattia, ma anche dall’umiliazione di non poter fare più niente per la propria famiglia, si rialzavano e ricominciavano a lavorare». Tutto questo vinse il pregiudizio e la paura, e fece rinascere la speranza in quella popolazione. «In due anni dai primi 50 test passammo a più di 20mila nel solo Mozambico».
Oggi Dream è un modello conosciuto in tutta Europa e negli Stati Uniti, un modello che ha ricevuto numerosi riconoscimenti in vari congressi scientifici internazionali, nonché diversi premi. Tra questi i più recenti, il premio Balzan 2004 “Per l’umanità, la pace e la fratellanza tra i popoli” , e il premio dell’Università dell’Aquila, attribuiti alla Comunità di Sant’Egidio appunto per la realizzazione del programma, oltre che in Mozambico, in Malawi, in Tanzania, in Kenya, nella Guinea Conakry, nella Guinea Bissau, in Nigeria, in Angola, nella Repubblica Democratica del Congo, in Camerun. «Ma si può e si deve ancora sognare». Ne sono convinti i responsabili e i volontari, perché sono ancora molti i bambini che vogliono nascere sani e vivere senza Aids in Africa e in tutto il mondo.
18 aprile 2008