Uomo e donna, una «differenza che genera la famiglia»
Nella giornata conclusiva del meeting delle famiglie promosso dal forum regionale, dibattito sul tema del “genere”. Gigi Avanti: «Apprezzare le reciproche diversità significa credere che non abbiano prezzo» di Laura Badaracchi
«Dopo la questione del gender, del genitore uno e del genitore due, mi chiedo a quale livello siamo arrivati». È la riflessione di Gigi Avanti, scrittore e consulente familiare, membro della Consulta nazionale Cei per la famiglia e autore del volume “Siamo troppo diversi” (Paoline), intervenuto domenica 6 luglio alla tavola rotonda sul tema “Semi di Futuro. Uomo e donna, dalla differenza si genera la vita. Matrimonio bene comune”, organizzato nell’ambito di “E…state in famiglia”, meeting delle famiglie promosso dal Forum delle associazioni familiari del Lazio (dal 2 al 6 luglio) presso l’Istituto Salesiano Pio XI.
«Un tema affascinante: abbiamo una visione positiva della famiglia, che è alla base del nostro domani, nella sua semplicità e nei gesti quotidiani che generano amore», ha commentato Carlo Climati, giornalista e scrittore, che ha moderato la tavola rotonda. «Il pensiero virale è che bisogna essere uguali per andare d’accordo, invece occorre convincere che pur diversi si può essere in armonia. Non si può accettare l’altro per “dolorismo” rassegnato: il tono emotivo con cui si accoglie l’altro è molto importante. Altrimenti si dà il via libera alle lamentazioni continue», ha rilevato Avanti. Perché «apprezzare le reciproche diversità significa credere che non abbiano prezzo. Le preferenze non sono problemi, ma opportunità».
Ma esistono piccole regole e segreti per far crescere e durare un matrimonio? E perché i giovani oggi preferiscono spesso la convivenza al matrimonio? Mariolina Ceriotti Migliarese, neuropsichiatra infantile e psicoterapeuta, madre di sei figli e nonna di tre nipotini, ha risposto a partire dalla sua esperienza personale: «Mi ha insegnato molto essere madre e nonna, scoprendo che fare figli è una cosa bella, che con tanta fatica e fantasia si può conciliare il lavoro con la vita familiare. Avendo festeggiato i 40 anni di matrimonio, sono convinta che non esista la perfezione». Lo dichiara con fermezza l’autrice dei volumi “La coppia imperfetta” e “La famiglia imperfetta” (editi da Ares), sostenendo che «oggi la durata non è più un valore e che il matrimonio diventa un adattamento. Invece bisogna pensare che una relazione può durare tutta la vita perché è una coppia viva, che si parla, litiga, non si appiattisce. La durata, quindi, è un pre-requisito: scelgo la persona di cui sono innamorato, mi dà sufficienti garanzie che sia quella giusta per me, faccio il salto della promessa matrimoniale che mi dà la garanzia perché è un atto fondativo della relazione, il passaggio a un “noi” famiglia che diventa un valore oggettivo». Inoltre «come credenti, dobbiamo tornare a domandarci cos’è il matrimonio: essendo diventato una forma vuota, i ragazzi lo percepiscono come tale. Se non siamo capaci di ridargli un significato vero e profondo, non possiamo trasmetterlo ai nostri figli».
Per l’avvocato Simone Pillon, membro del direttivo del Forum associazioni familiari, «in questo momento storico il valore e la preziosità della differenza tra uomo e donna sono stati messi seriamente sotto attacco da una concezione antropologica. La differenza in sé è un’opportunità o un’ingiustizia da sopprimere? Un bene o un male? Per alcuni filosofi è il secondo. E questa inimicizia verso la differenza» sta portando verso derive pericolose, come «l’utero in affitto, l’ovodonazione e la clonazione».
7 luglio 2014