Genitori, il 67% insoddisfatto dei servizi per l’infanzia. L’aiuto si chiede ai nonni

Sono i dati del progetto Wonder Tata che ha interessato 12 regioni italiane. Intervistati 2mila genitori. Bellucci: «Diritto delle coppie di avere figli si deve conciliare con il diritto al lavoro» di Redattore Sociale

Insoddisfatti dei servizi educativi offerti dal pubblico e alla continua ricerca di un aiuto per accudire i propri figli. Si dichiarano così la maggior parte dei genitori intervistati nel progetto “Wonder tata”, i cui risultati sono stati resi noti oggi nel corso di un convegno organizzato dal Modavi. L’iniziativa, finanziato dal ministero del Lavoro e delle politiche sociali, è stata portata avanti nell’arco di 12 mesi e ha interessato 12 regioni italiane attraverso attività di mappatura territoriale dei bisogni ed interventi di formazione, frontale e a distanza, tenuti in 5 città del nord, centro e sud Italia.

Secondo i risultati dell’indagine su un campione di 1.882 genitori intervistati, il 67,2 per cento dichiara di non essere soddisfatto dei servizi educativi offerti dagli enti pubblici e di aver bisogno di un supporto ulteriore nell’accudire i figli ed il 51,3 per cento preferisce farsi aiutare dai parenti. Inoltre, il 50 per cento sostiene che i servizi messi a disposizione dalle amministrazioni locali coprano parzialmente i bisogni delle famiglie, suggerendo un potenziamento, nell’area territoriale di residenza, di spazi verdi attrezzati (il 13,7 per cento), spazi studio e gioco (l’11,1 per cento), impianti sportivi (8,9 per cento), ludoteche e baby parking (7,9 per cento).

Per quanto riguarda, invece, la parte di formazione, questa è stata indirizzata a donne interessate a maturare una specializzazione nella cura e nell’educazione dell’infanzia e dell’adolescenza. Scopo finale del progetto è l’attuazione di interventi altamente qualificati a supporto della genitorialità, attraverso l’inserimento sociale e lavorativo di donne e madri, la realizzazione di azioni per la conciliazione vita-lavoro, nonché la promozione della crescita qualitativa della cura e educazione domiciliare dei bambini.

«I dati, emersi dalla mappatura territoriale dei bisogni, hanno evidenziato una carenza dei servizi all’infanzia in Italia, sia nella quantità che nella differenza della tipologia – sottolinea il Modavi in una nota -.. Questi, difatti, non rispondono all’attuale flessibilità lavorativa dei genitori, non favorendo la conciliazione vita familiare-vita professionale delle famiglie. Noi da sempre siamo impegnati nella difesa della famiglia e dell’infanzia, soprattutto in questo momento di grande crisi dal punto di vista sia della natalità (dati Istat rilevano che nelle famiglie italiane nascono 1,39 bambini, quando, di fatto, le coppie desidererebbero avere almeno due figli) sia della disoccupazione femminile».

«Attraverso il Progetto Wonder Tata abbiamo cercato di fornire una concreta risposta a queste due problematiche che attanagliano le famiglie italiane»- afferma – Maria Teresa Bellucci, presidente nazionale del Modavi, a margine della conferenza stampa. «Tale iniziativa intende contribuire alla piena attuazione del diritto di una coppia ad avere un figlio, vissuto oggi come un privilegio di pochi, e, al contempo, cerca di riconoscere il diritto al lavoro delle donne, sancito dalla nostra Costituzione, sostenendo, attraverso un progetto educativo, la conciliazione tra vita lavorativa e vita familiare».

11 luglio 2014

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