Ad Acilia si punta su solidarietà e comunicazione

Nella parrocchia dei Santi Cirillo e Metodio l’attenzione pastorale è rivolta alle famiglie disagiate e alla cultura. Un sito e tante iniziative in cantiere di Graziella Melina

Palazzi costruiti in mezzo al verde e strade poco trafficate. Ad Acilia, quartiere a metà strada fra Roma e Ostia, arrivare in orario a un incontro non costa fatica. Anzi, è piuttosto normale, tiene a sottolineare don Grzegorz Piotr Mrowczynski, da due anni parroco dei Santi Cirillo e Metodio (Acilia nord). Ed è uno dei vantaggi di chi si trova a vivere in un quartiere giovane come questo. E “giovane”, ad Acilia nord, è pure la chiesa, dedicata dal cardinale Camillo Ruini nel 1997 e circondata da un grande complesso parrocchiale. Ma, come spesso accade, anche in questa oasi piena di verde, i cui primi agglomerati risalgono agli anni ’90 ed è popolata oggi da circa 7mila abitanti, esiste pure il rovescio della medaglia. «Durante il giorno il quartiere è vuoto, la gente va a lavorare altrove – spiega don Grzegorz – e questo non ci aiuta nell’offrire le nostre attività. Per ora solo il 10 per cento circa degli abitanti frequenta la parrocchia». E così, «cerchiamo di concentrare le nostre attività durante il sabato».

Considerato poi che «sono molte le famiglie giovani con bambini e ragazzi – aggiunge – è proprio verso di loro che stiamo rivolgendo un’attenzione particolare». A settembre, tanto per cominciare, è prevista l’apertura di un piccolo parco. Sono poi circa una cinquantina i bambini che seguono le attività dell’oratorio (gestito dalla Gioventù Ardente Mariana), e quelle del centro estivo (promosso dall’associazione “L’isola che c’è”). E poi c’è pure il coro. «Ne fanno parte nove bambini dai 10 ai 13 anni – spiega Cristina Fantinato -. Vogliamo dare un servizio alla parrocchia, e nello stesso tempo legare di più i ragazzi alla frequentazione delle attività. È un modo per combattere l’emergenza educativa, che qui è sentita tantissimo».

Ma a preoccupare pure la comunità parrocchiale è lo stato di povertà di molte famiglie. «Nel 2004 – spiega Rosa Zarroli, responsabile del Centro di ascolto della Caritas – si sono trasferite circa 80 famiglie disagiate (provenienti da alcune zone vicine), e hanno trovato alloggio in alcune nuove case di enti che per 3 o 4 anni erano rimaste chiuse. Molti di loro hanno un lavoro, altri invece hanno varie problematiche di disagio mentale». Tra di loro ci sono pure molti stranieri. «Vivono in Italia magari da 20 anni – prosegue Zarroli – ma hanno ancora grossi problemi con la nostra lingua». Il disagio sociale, poi, si concentra in un altro agglomerato di case popolari («Dove vive tanta gente senza lavoro a 40 anni»), e tra un gruppetto di polacchi senza fissa dimora («Andavano a dormire in un casale mezzo abbandonato. Poi sono stati aiutati da un parrocchiano che fa parte dell’associazione “Testimone della Carità”»). Il Centro di ascolto è aperto una volta a settimana, anche durante l’estate. Vengono distribuiti pacchi viveri e indumenti a circa 70 famiglie. «Le persone vengono aiutate pure nella ricerca di un lavoro – sottolinea ancora –. A volte si danno indicazioni su come sbrigare i documenti».

Ma nonostante le difficoltà, questa è una «parrocchia viva», assicura il parroco. Oltre ai gruppi che seguono la catechesi, molti fanno parte della Legio Mariae (gli incontri sono bisettimanali); l’adorazione eucaristica si tiene da ottobre a maggio, tutti i giovedì, da mattina e sera. Gli anziani si riuniscono il pomeriggio, e sono circa dodici. C’è pure il “gruppo Marta”, composto da signore che si occupano delle pulizie della chiesa e si ritrovano per stare insieme.

Adesso «stiamo cercando di far conoscere la parrocchia al di fuori degli ambiti ecclesiali – spiega Stefano Laurin, del gruppo di comunicazione, oltre che catechista –, anche attraverso il sito web (www.santicirilloemetodio.it), nel quale abbiamo anche attivato un forum ». La più giovane del gruppo è Valentina Donati, ancora più entusiasta, sottolinea, da quando ha partecipato a Bibione al Forum degli operatori culturali. «Mi sono riavvicinata alla parrocchia da poco, e sono rimasta positivamente sorpresa – racconta –. Il nostro gruppo è nato da pochissimo. Ma abbiamo in cantiere tantissime iniziative». In programma, infatti, un locale adibito a biblioteca, e a sala studio, munito di computer, per i giovani del quartiere. Poi un laboratorio di giornalismo e un torneo di calcetto con le parrocchie limitrofe. «Come premio i vincitori riceveranno un abbonamento ad Avvenire». E ancora: visto che tra i parrocchiani «sono emerse varie passioni, per farle sviluppare, – spiega – abbiamo intenzione di allestire mostre di poesia e di pittura». È stato poi messo su anche un laboratorio teatrale, a scadenza mensile, e un concorso letterario per ragazzi. Il testo del vincitore verrà sceneggiato per una rappresentazione teatrale.

24 giugno 2008

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