Al Colosseo torna l’imperatore Nerone

Avvalendosi di ricostruzioni storiche e archeologiche, la mostra tenta di fare luce sulla controversa figura dell’ultimo imperatore giulio-claudio di Francesca Romana Cicero

Controversa è la figura dell’ultimo imperatore giulio-claudio Nerone (37-68 d.C.). Radicati nell’immaginario collettivo – grazie anche a certa filmografia – numerosi stereotipi che hanno consegnato alla storia una personalità dell’imperatore distorta, accentuandone eccessi e stravaganze. Del resto, ostili all’imperatore sono le fonti pervenute: le “Vite dei Cesari” di Svetonio, gli “Annales” di Tacito, la “Storia di Roma” in greco di Dione Cassio. Senza contare poi che i contributi di poeti o filosofi, come Marziale, Giovenale, Stazio etc., non sono esaustivi e che fu utilizzato qualsiasi particolare della vita privata o pubblica per evidenziarne la degradazione morale e la crudeltà. Mancano testimonianze oculari in grado di arricchire o correggere le conoscenze relative a quest’imperatore che ambiva all’immortalità e alla fama imperitura.

Alla sua morte, indotta dal Senato che lo depose e costrinse ad uccidersi – a causa dei sospetti che gravavano su di lui dell’incendio del 64 che devastò l’Urbe, le difficoltà nell’approvvigionamento, le prime ribellioni nell’esercito –, la damnatio memoriae ha interessato ogni aspetto della vita dell’imperatore: i suoi ritratti ad esempio (inizialmente più affini nei tratti alla dinastia giulio-claudia, poi più ellenizzanti) furono rimossi, mutilati, o rilavorati per essere trasformati in quelli del Divo Augusto; le iscrizioni contenenti il suo nome cancellate etc.

Eppure quest’imperatore matricida, che condusse un vita dedita al lusso e allo sperpero, sposatosi tre volte – con Claudia Ottavia, la sorella di Britannico, messa a morte nel 62, con Poppea Sabina, uccisa con un calcio nel 65, mentre era incinta, e infine con Statilia Messalina, che gli sopravvisse senza lasciar eredi –, fu un apprezzato cultore delle arti e delle lettere, a cui la società del tempo era debitrice. Nonostante Tacito definisca le sue poesie prive di vigore, ispirazione, e unità stilistica, si tornò a parlare di “età dell’oro”.

Una mostra al Colosseo intende restituire un quadro complessivo delle conoscenze allo stato attuale avvalendosi di ricostruzioni storiche e archeologiche. Più che un’esposizione di opere si tratta di una ricostruzione divulgativa di un’attività edilizia straordinaria dell’imperatore, che impresse un segno profondo nella storia dell’architettura e dell’urbanistica, un voler far rivivere Nerone nei luoghi in cui visse e operò. Luoghi in cui gli scavi effettuati, e ancora in corso, stanno riportando alla luce importanti settori delle costruzioni neroniane.

Due aspetti peculiari del regno di Nerone sono evidenziati: il grande incendio del 64 e la costruzione della Domus Aurea, la vasta residenza rimasta incompiuta. L’evolversi del disastroso incendio e seguito – sulla base del resoconto di Tacito – dal primo focolaio divampato nel Circo Massimo nella notte tra il 18 e il 19 luglio del 64 fino all’estinzione, nove giorni dopo, e alla constatazione dei danni: le cospicue tracce dell’incendio rinvenute nella valle del Colosseo e lungo le pendici orientali del Palatino nel corso degli scavi condotti dal 1986 a oggi, sono per la prima volta offerte al grande pubblico.

Nonostante scrittori cristiani come Terenzio e Lattanzio non gli abbiano attribuito la responsabilità del terribile incendio – condanna che ha gravemente nuociuto alla sua immagine per secoli –, l’aver condannato a morte, da parte sua, per tale misfatto i cristiani lo ha reso tuttavia uno dei più grandi persecutori, considerato anche che durante il suo regno subirono il martirio Pietro e Paolo.

Il percorso si apre e si chiude con video che propongono, all’ingresso, le più recenti ipotesi ricostruttive in 3D della Domus Aurea. Sulla parete esterna della Curia, visibile da via dei Fori Imperiali, durante tutto il periodo della mostra verranno proiettate delle immagini di Nerone nelle ore serali.

Nerone c/o Colosseo, Foro romano, Palatino. Fino al 18 settembre 2011. Curatori: Rossella Rea e Maria Antonietta Tomei. Catalogo della mostra: Electa. Orari: fino al 31 agosto dalle 8.30 alle 19.15 (ultimo ingresso ore 18.15); dal 1° settembre al 18 settembre dalle 8.30 alle 19 (ultimo ingresso ore 18). Non si effettua chiusura settimanale. La biglietteria chiude un’ora prima. Ingresso: intero 12 euro; ridotto 7,50 euro. Lo stesso biglietto consente l’accesso al Colosseo, al Palatino e al Foro Romano. Informazioni e visite guidate: Pierreci tel. 06.39967700.

26 aprile 2011

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