Conclave, è nera la prima fumata

Quattro maxischermi in piazza San Pietro hanno rimandato le immagini del fumo, segnale che il nome del nuovo pontefice ancora non c’è. Nel pomeriggio, il giuramento dei cardinali nella Sistina di Mariaelena Finessi

Arriva alle 19.41 la prima fumata del conclave 2013, ed è nera. La folla che gremisce piazza San Pietro accoglie con un “noooo” di delusione lo sbuffo che viene fuori dal comignolo rosso, montato negli ultimi giorni sul tetto della Cappella Sistina. Dopo aver aspettato per ore sotto la pioggia, e affrontato più di una grandinata, le migliaia di fedeli cominciano a scattare fotografie ai 4 maxischermi che rimandano la scena del fumo, prima grigio, poi nero intenso, segnale che il nome del nuovo pontefice ancora non c’è. Appena in tempo, però, per correre via ed evitare l’ennesimo temporale della giornata.

Ora si attende la successiva fumata, quella di oggi, mercoledì mattina che, con molta probabilità, ci sarà intorno alle 12. E, se sarà ancora nera, si dovrà attendere quella della sera e così via. Ad ogni modo, come ha precisato padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa vaticana, dovrebbe essere un conclave breve, questo che porterà al soglio di Pietro il 266esimo pontefice della storia. Per il newyorchese Timothy Dolan – nel gruppo di testa dei papabili – il successore di Benedetto XVI potrebbe esserci al massimo giovedì. Prima di entrare in conclave ha inviato anche un ultimo tweet dal suo smartphone: «Greetings again from Rome, the Eternal City, the city of Saints Peter and Paul!».

Un evento antico ma raccontato con strumenti tecnologici, tanto da renderlo inedito sotto molti aspetti. In primis questo: è la prima volta che un ex Papa assiste all’elezione di un suo successore. Da Castel Gandolfo, dove si è trasferito 12 giorni fa dopo la rinuncia al pontificato, Benedetto XVI ha trascorso una giornata di preghiera per l’esito del conclave. Nella mattina, un applauso gli era stato rivolto dai fedeli durante la Messa “Pro eligendo Romano Pontifice”, alle parole pronunciate durante l’omelia dal cardinale decano Angelo Sodano: «All’amato e venerato pontefice Benedetto XVI, al quale in questo momento rinnoviamo tutta la nostra gratitudine per il luminoso pontificato che ci ha concesso con la vita e le opere».

Nel pomeriggio, alle 16.30, le berrette rosse dei cardinali avevano fatto il loro ingresso nella Cappella Sistina, preceduti dalla Croce e dal libro dei Vangeli. La processione è stata aperta dai cardinali dell’ordine dei Diaconi: il primo ad entrare è stato l’americano James Harvey, già Prefetto della casa Pontifica durante il papato di Wojtyla e per un periodo anche con Ratzinger. Raggiunto il posto assegnato a ciascuno di loro, dopo l’inchino davanti all’altare, i porporati hanno pronunciato il giuramento guidati dal cardinale Giovanni Battista Re, nelle funzioni di decano del collegio ammesso in conclave.
Avvicinatisi al leggio posto al centro della cappella delle volte michelangiolesche, i 115 porporati hanno poi pronunciato- posata la mano destra sul Vangelo aperto – la formula del giuramento prevista dalla costituzione apostolica “Universi Dominici Gregis”: “Spondeo, voveo ac iuro” (“Prometto, mi obbligo e giuro”). I fedeli, ammutoliti davanti alle immagini trasmesse dai megaschermi, con la percezione che qualcosa di grande sta per compiersi e che potrà cambiare il volto della Chiesa.

Tanti sono arrivati qui per questo che è vissuto come un evento, anzi l’evento, del secolo. Ci sono famiglie con bambini letteralmente incellophanati nei loro passeggini, a proteggerli dalla pioggia. Sui tetti, nei paraggi del colonnato, postazioni tv e gruppi di fotoreporter giunti in Vaticano da ogni angolo del pianeta. Pochi gli striscioni – complice il maltempo – e le bandiere: perlopiù sventolano quelle statunitensi che, alcuni, utilizzano come telo per pararsi dal freddo e dall’acqua che, lenta, continua a bagnare la Città Eterna.

13 marzo 2013

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