«Cristiani e musulmani respingano l’odio»
L’appello del Papa dalla Galilea alla vigilia del rientro. Incoraggiamento ai cristiani a rimanere nella terra santificata dalla presenza di Gesù di R. S.
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«Edificare ponti». È il primo appello del Papa nella giornata del viaggio in Terra Santa dedicata a Nazareth, in Galilea, la penultima prima del ritorno a Roma. Qui Benedetto XVI benedice, nella mattina di giovedì, la prima pietra di un Centro internazionale per la famiglia, che sarà costruito nella città di Maria e Giuseppe. «Preghiamo – dice il Santo Padre nella Messa al Monte del Precipizio – affinché esso promuova una forte vita familiare in questa regione, offra sostegno ed assistenza alle famiglie ovunque, e le incoraggi nella loro insostituibile missione nella società».
Riguardo alle tensioni che negli anni recenti hanno danneggiato i rapporti fra le comunità cristiana e musulmana, Benedetto XVI invita «le persone di buona volontà di entrambe le comunità a riparare il danno che è stato fatto, e in fedeltà al comune credo in un unico Dio, Padre dell’umana famiglia, ad operare per edificare ponti e trovare modi per una pacifica coesistenza. Ognuno respinga il potere distruttivo dell’odio e del pregiudizio, che uccidono l’anima umana prima ancora che il corpo!». In conclusione, l’incoraggiamento a sacerdoti, religiosi, catechisti e insegnanti impegnati a perseverare nel dare testimonianza al Vangelo.
Intenso il programma del pomeriggio, con l’incontro tra Benedetto XVI e il primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu presso il convento dei Francescani di Nazaret. Quindi il Papa raggiunge il santuario dell’Annunciazione per il saluto ai capi religiosi della Galilea. «Una pace durevole – puntualizza il Papa – proviene dal riconoscimento che il mondo non è ultimamente nostra proprietà, ma piuttosto l’orizzonte entro il quale noi siamo invitati a partecipare all’amore di Dio e a cooperare nel guidare il mondo e la storia sotto la sua ispirazione». Plasmando i cuori dei giovani, avverte Benedetto XVI, «noi plasmiamo il futuro della stessa umanità. I cristiani volentieri si uniscono ad ebrei, musulmani, drusi e persone di altre religioni nel desiderio di salvaguardare i bambini dal fanatismo e dalla violenza, mentre li preparano ad essere costruttori di un mondo migliore».
Dopo la visita alla Grotta dell’Annunciazione, nella basilica superiore la preghiera dei vespri celebrati dal Papa con i vescovi, i sacerdoti, i religiosi e le religiose, i movimenti ecclesiali e gli operatori pastorali della Galilea. Qui Benedetto XVI ricorda che nello Stato di Israele e nei Territori Palestinesi «i cristiani formano una minoranza della popolazione. Forse a volte vi sembra che la vostra voce conti poco. Molti dei vostri amici cristiani sono emigrati, nella speranza di trovare altrove maggiore sicurezza e migliori prospettive».
Poi l’appello: «Abbiate il coraggio di essere fedeli a Cristo e di rimanere qui nella terra che Egli ha santificato con la sua stessa presenza! Come Maria, voi avete un ruolo da giocare nel piano divino della salvezza, portando Cristo nel mondo, rendendo a Lui testimonianza e diffondendo il suo messaggio di pace e di unità». Per questo «è essenziale che siate uniti fra voi, così che la Chiesa nella Terra Santa possa essere chiaramente riconosciuta come “un segno ed uno strumento di comunione con Dio e di unità di tutto il genere umano”».
15 maggio 2009