Eurispes: cresce il disagio economico degli italiani
Presentato il Rapporto Italia 2013: la crisi fa crollare il potere d’acquisto degli italiani, modificando lo stile di vita quotidiano. Il presidente Fara: «Siamo di fronte a un doloroso e veloce declino» di F. Cif.
Un Paese «prigioniero del suo presente» è quello che emerge dal Rapporto Italia 2013, presentato ieri, 30 gennaio, a Roma dall’Eurispes. Un’indagine articolata intorno a 6 dicotomie: “dubbio/certezza”; “finanza/economia”; “dentro/fuori; “realtà/rappresentazione”; “vecchiezza/giovinezza”; “crescita/sviluppo”. A illustrarle altrettanti saggi, accompagnati da 60 schede fenomenologiche, realizzate con il contributo di 1.500 cittadini, intervistati tra il 21 dicembre 2012 e il 4 gennaio 2013. L’obiettivo: indagare quei fenomeni sui quali si è acceso l’interesse dell’opinione pubblica.
«Sono anni – dichiara il presidente Eurispes Gian Maria Fara – che l’Eurispes cerca di richiamare l’attenzione sui diversi problemi, sulle urgenze, sulle fragilità strutturali del Paese e insieme sulle attese, sulle aspirazioni e sui bisogni che il corpo sociale andava via via segnalando». L’Italia, osserva, «è al centro di una crisi insieme politica, economica e sociale, ed è costretta a fare i conti con le proprie contraddizioni, con i propri ritardi, il proprio endemico conservatorismo. Ma la nostra è una emergenza innanzi tutto etica. Ci eravamo illusi che la crisi altro non fosse che una condizione passeggera invece siamo di fronte ad un doloroso e veloce declino che non è più una tesi, ma un dato di fatto».
Lo dimostrano i numeri: la perdita del potere d’acquisto tocca 7 italiani su 10. Si tagliano tutte le voci di spesa e si modifica lo stile di vita quotidiano, eliminando uscite a cena o cinema e teatro. Solo il 4,4% dichiara di non avere riscontrato una riduzione del proprio potere d’acquisto, mentre per il 31% la riduzione è di “molto”, per il 42,2% “abbastanza” e il 22,2% dichiara una diminuzione contenuta della propria capacità di acquisto. E la sofferenza delle famiglie si riversa sui consumi: si tagliano, fra le altre cose, pasti fuori casa (86,7%) e regali (89,9%), acquistando più prodotti in saldo (88,5%) e rivolgendosi ai punti vendita più economici per l’acquisto di vestiti (85,5%). Un lusso, per molti, anche viaggi e vacanze: nell’83,5% dei casi casi le famiglie hanno deciso di ridurre le spese per il tempo libero insieme a quelle per estetista, parrucchiere, articoli di profumeria (83,1%) e quelle per gli articoli tecnologici (81,9%). In 72 casi su 100 si cercano punti vendita economici per l’acquisto di prodotti alimentari; la percentuale del 2012 era ferma al 52,1%. Molti acquistano prodotti online per ottenere sconti ed aderire ad offerte speciali (58,4%) e hanno ridotto le spese per la benzina usando di più i mezzi pubblici (52,2%). Nel 40,6% dei casi i tagli hanno interessato le spese mediche, mentre il 38,4%, si è rivolto al mercato dell’usato (il 21,5% un anno fa).
Significativo anche il dato del credito al consumo, che nell’ultimo anno ha interessato il 30,9% degli italiani, a fronte del 25,8% registrato lo scorso anno. E il bisogno di liquidità spinge sempre di più verso i “compro oro”, ai quali nel corso del 2012 si è rivolto il 28,1% dei cittadini. Meno numerosi quanti dichiarano di aver chiesto prestiti a privati non potendo accedere a prestiti bancari: il dato è del 14,4%, che è comunque più del doppio rispetto al 6,3% dello scorso anno. Un campanello d’allarme, visto il rischio di incappare in episodi di vera e propria usura. Intanto il ricorso ai risparmi per far fronte alla crisi e la sindrome della quarta settimana, quando non della terza, riguardano ormai 3 italiani su 5.
31 gennaio 2013