Giordania, crocevia di popoli e culture

In mostra alla Sala delle Bandiere del Quirinale sessanta capolavori che ripercorrono 7 secoli di storia: da Mosè ad Alessandro Magno, dai tolomei agli ottomani di Francesca Romana Cicero

Ottantaquattro centimetri di arte, storia ed emozione, posti al centro della Sala delle Bandiere al Quirinale, aprono idealmente la mostra “Giordania crocevia di popoli e culture”. La più antica, grande, raffigurazione umana finora rinvenuta, risalente all’VIII sec. a. C., è una statua dal collo lungo, occhi sottili, braccia piccole, scheletro di canne ricoperto d’intonaco, che accoglie il visitatore immergendolo immediatamente nella profondità delle stratificazioni archeologiche della Giordania. Paese che reca impresse le tracce di un patrimonio millenario non limitato alle sole pietre rosee della suggestiva Petra, o ai racconti biblici delle città di Sodoma e Gomorra, ma che custodisce memorie che ne hanno plasmato la fisionomia e hanno contribuito a renderlo un possibile trait d’union tra civiltà.

In esposizione sessanta capolavori per 7 millenni di storia. Negli spazi un po’ angusti delle sale, una panoramica esaustiva – dall’alba della storia all’ellenismo, sino alla conquista romana e a quella degli Ottomani – che non mancherà di sorprenderci piacevolmente. Attraverso gli oggetti in mostra radici storiche e bibliche s’accavallano ai nostri ricordi e percezioni. Ed ecco Mosè che alla fine del II millennio a. C., nel condurre gli Israeliti verso la Terra Promessa, muore sulle alture del Monte Nebo prima di entrarvi. Il giovane Alessandro Magno, discepolo di Aristotele, con la sua ambizione di estendere fino ai confini del mondo le conquiste spirituali ed intellettuali dell’ellenismo. E poi ancora i tolomei che resero florido il Paese, i nabatei (popolo nomade proveniente dalla penisola araba), che elessero come capitale Petra fino alla conquista di Roma (dal 63 a. C. al 395), di cui divennero vassalli, pur conservando straordinarie capacità commerciali e di mediazione con le altre popolazioni beduine. E per finire i bizantini, gli arabi (sin dai tempi di Maometto), gli omayyadi, gli abbasidi, i selgiuchidi, e i turchi ottomani dal ‘500 al ‘900. Popolazioni tutte che hanno solcato la terra di Giordania al centro delle vicissitudini del vicino Oriente, lasciandovi testimonianze anche di coesistenza.

«Spesso queste civiltà si sono scontrate – ha detto il presidente della Repubblica Napolitano in occasione dell’inaugurazione della mostra alla presenza dei reali di Giordania –. Basti ricordare le distruzioni provocate dagli amorriti, gli scontri tra bizantini e arabi presso Kerak, le crociate che hanno visto intere armate sotto le rispettive bandiere della Croce e della Mezzaluna affrontarsi in nome del proprio dio. Tuttavia – ha aggiunto – all’indomani di ogni scontro, le tessere del mosaico giordano si sono ricomposte, facendo del Paese una terra dove soffia lo spirito di tolleranza, e dimostrando così che la collaborazione e gli scambi tra popoli che ieri erano nemici riescono sempre a sconfiggere la barbarie».

“Giordania crocevia di popoli e culture” c/o il Quirinale, Sale delle Bandiere. Fino al 31 gennaio 2010. Catalogo bilingue Civita. Orario: dal martedì al sabato dalle 10 alle 13 e dalle 15.30 alle 18.30. La domenica: dalle 8.30 alle 12, in concomitanza con l’apertura al pubblico delle sale di rappresentanza. La mostra rimarrà chiusa tutti i lunedì, nei giorni delle festività natalizie e di fine anno e nelle domeniche 20, 27 dicembre 2009 e 3 gennaio 2010, nelle giornate di venerdì 25 e sabato 26 dicembre 2009, venerdì 1° e mercoledì 6 gennaio 2010. Ingresso libero.

15 dicembre 2009

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