“Ho sempre saputo che la barca della Chiesa non è mia”
Decine di migliaia di fedeli hanno affollato piazza San Pietro per l’ultima udienza di Benedetto XVI. Il Papa: “Ogni giorno ho portato ciascuno di voi nella preghiera”. Un pensiero speciale alla Chiesa di Roma di Laura Badaracchi
Roma si stringe accanto a Benedetto XVI, attraverso l’abbraccio delle migliaia di fedeli (FOTO) che fin dalle prime ore di questa mattina, 27 febbraio, sono arrivate in piazza San Pietro per partecipare all’ultima udienza generale del mercoledì del Papa, che l’11 febbraio scorso ha annunciato la sua rinuncia al ministero petrino. Un cielo terso e un tiepido sole hanno accolto il flusso ininterrotto di giovani, famiglie con bambini, persone anziane e disabili, religiosi, seminaristi e sacerdoti. Fra loro, anche il cardinale vicario Agostino Vallini (vicino al cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei), i vescovi ausiliari della diocesi di Roma e il personale del Vicariato, la cui sede è chiusa per l’occasione proprio per consentire a tutti di ascoltare le parole del Santo Padre.
Chi ha compiuto 19 ore di volo dall’Honduras o si è mosso dalla Germania (in particolare dalla Baviera, terra d’origine di Papa Ratzinger), chi è partito all’alba da Pescara, chi arriva da Torino e da Taranto, altri da Milano e Sassuolo. Bandiere multicolori di tante nazioni, striscioni con slogan, bandane e fazzolettoni colorati per esprimere affetto – misto a commozione – a Joseph Ratzinger nel penultimo giorno del suo pontificato. Migliaia di fedeli si sono riversati in piazza muovendosi in pullman dalle parrocchie romane; nutriti anche i gruppi che rappresentano associazioni e movimenti.
“La grandezza di un uomo nell’umiltà di un Papa” (in spagnolo), “Danke Joseph” (in tedesco), “6 sempre con noi. Grazie!”, “Sempre con il Papa”, “Sei sempre nel nostro cuore”, “Tu sei Pietro e noi giovani ti amiamo”, “Continua a sostenerci nella fede”, “Luminosissimo maestro, indomabile testimone”. Sono soltanto alcune delle frasi apparse sulle decine di striscioni innalzati nella piazza gremita, in cui il Pontefice è arrivato a bordo della Papa-mobile alle 10.38, per compiere un lungo giro tra i fedeli che lo attendevano da diverse ore, salutandoli e benedicendoli. Più di una mamma ha voluto fargli arrivare tra le braccia il proprio figlio, che il Papa ha benedetto e baciato teneramente.
Arrivato sul sagrato della basilica vaticana, accolto dagli applausi, Benedetto XVI ha poi commentato un brano della Lettera ai Colossesi, proclamato in varie lingue. «Sono veramente commosso e vedo la Chiesa viva. E penso che dobbiamo rendere grazie anche al Creatore che ci dona questo tempo buono, adesso che è inverno!», ha esordito, proseguendo: «In questo momento il mio animo si allarga alla Chiesa sparsa in tutto il mondo. Sento di portare tutti nella preghiera». Interrotto più volte dagli applausi della folla, il Papa ha ripercorso i passi del suo pontificato, dal 19 aprile del 2005 a oggi, in un discorso limato fino all’ultimo momento. Un bilancio positivo e lucido, scandito in modo semplice e umile: «Otto anni dopo posso dire che il Signore mi ha guidato, mi è stato vicino, ho potuto percepire quotidianamente la sua presenza». Certo, ai «momenti di gioia e di luce» si sono avvicendati «momenti non facili»; tuttavia «ho sempre saputo che la barca della Chiesa non è mia, non è nostra, ma è sua e il Signore non la lascia affondare: è Lui che la conduce attraverso gli uomini che ha scelto. Questa è una certezza che nulla o nessuno può offuscare», ha sottolineato con forza il Santo Padre.
Poi il suo augurio accorato: «Vorrei che ognuno si sentisse amato da Dio, che ha donato il suo Figlio per noi. Vorrei che ognuno sentisse la gioia di essere cristiano. Siamo contenti per il dono della fede: è il bene più prezioso che nessuno ci può togliere. Dio ci ama ma attende che anche noi lo amiamo». Nel testo di congedo, Papa Ratzinger ha voluto esprimere tutta la sua gratitudine: «Non è solamente Dio che voglio ringraziare in questo momento: un Papa non è solo alla guida della barca di Pietro, anche se è la sua prima responsabilità. Non mi sono mai sentito solo nel portare il peso e la gioia del ministero petrino. Il Signore mi ha messo vicino tante persone». Dai cardinali agli stretti collaboratori, dalla segreteria di Stato alla Curia romana, «sono tanti volti che non emergono e rimangono nell’ombra, nel silenzio».
Il Papa ha voluto rivolgere anche «un pensiero speciale alla Chiesa di Roma, la mia diocesi: non posso dimenticare i fratelli nell’episcopato e nel presbiterato, i religiosi, i fedeli, l’intero popolo di Dio. Nelle visite pastorali, negli incontri, nei viaggi ho voluto bene a ciascuno, senza nessuna distinzione. Ogni giorno ho portato ciascuno di voi nella preghiera con cuore di padre». Un cuore che «si allarga al mondo intero». Il suo ringraziamento ha voluto raggiungere anche «tutti coloro che lavorano per una buona comunicazione». Il Papa, ha ribadito Benedetto XVI, «non è mai solo: ora lo sperimento ancora una volta in un modo così grande che tocca il cuore. Il Papa appartiene a tutti e molte persone si sentono vicine a lui. Ricevo moltissime lettere da persone semplici che mi fanno sentire il loro affetto. Non mi scrivono come a un principe, ma come fratelli e sorelle, figlie e figli, con un legame umano molto affettuoso. Persone che sentono la Chiesa come un corpo vivo».
Infine, un cenno esplicito alle motivazioni della sua decisione: «In questi ultimi mesi ho sentito che le mie forze erano diminuite. Ho chiesto al Signore di prendere la decisione più giusta non per il mio bene, ma per il bene della Chiesa. Ho fatto questo passo nella piena consapevolezza della sua gravità e anche novità, con una grande serenità d’animo. Amare la Chiesa significa anche fare scelte difficili». E ha aggiunto: «Chi assume il ministero petrino non ha alcuna privacy, appartiene a tutti. Uno riceve la vita quando la dona. Il Papa ha veramente fratelli e sorelle, figli e figlie in tutto il mondo e si sente sicuro nell’abbraccio della vostra comunione, perché non appartiene più a se stesso. E il sempre è anche un per sempre. Non ritorno alla mia vita privata. Non abbandono la Croce, ma resto in modo nuovo presso il Signore crocifisso. Non porto più l’ufficio della potestà della Chiesa, ma resto nella preghiera».
Con delicatezza, il Pontefice ha voluto ribadire ancora una volta il suo grazie a «tutti per il rispetto e comprensione con cui avete accolto questa decisione così importante. Vi chiedo di ricordarmi davanti a Dio e soprattutto di pregare per i cardinali chiamati a un compito così rilevante e per il nuovo successore dell’apostolo Pietro. Il Signore lo illumini con la forza del suo Spirito. Dio guida la sua Chiesa, anche e soprattutto nei momenti difficili. Il Signore ci è accanto, non ci abbandona, ci è vicino e ci avvolge con il suo amore».
Leggi il testo integrale della catechesi di Benedetto XVI nell’ultima udienza
27 febbraio 2013