I Pooh raccontano la loro «Opera Seconda»

In concerto all’Auditorium della Conciliazione martedì 5 novembre con le canzoni dell’ultimo disco e i grandi classici che li hanno resi famosi, accompagnati dalla «Ensemble Symphony Orchestra» di Concita De Simone

Nell’epoca – musicale e non – del «tutto e subito», presentarsi con 47, inossidabili, anni di carriera, è davvero un record. A detenerlo mi Pooh che, non contenti dei loro memorabili successi, hanno deciso di reinterpretare alcune delle loro storiche canzoni accompagnati dalla Ensemble Symphony Orchestra diretta dal maestro Giacomo Loprieno.
Proprio con questo ensamble – un organico con la struttura della grande orchestra sinfonica, composta da 54 elementi oltre all’aggiunta di una nutrita sezione ritmica, del pianoforte e delle varie sezioni di sassofoni – saranno in concerto a Roma il prossimo 5 novembre all’Auditorium della Conciliazione, nell’ambito di un tour autunnale che li terrà impegnati su e giù per l’Italia e li porterà persino in Canada e a New York.

Uno spettacolo che ha registrato già più di 120 mila presenze durante le 80 date dell’ultimo anno: un concerto con tutte le grandi canzoni della loro carriera, con cui Roby, Dodi e Red, con Danilo Ballo alle tastiere aggiunte e Phil Mer alla batteria, al termine del tour, si congederanno dal pubblico per prendersi una lunga pausa dal mondo del live. Motivo in più, per i numerosi fan transgenerazionali, di non perdersi l’appuntamento.

Tra l’altro questo ultimo disco, Opera Seconda, un «concept album» che contiene, in una confezione preziosa e unica, 11 brani della carriera della band, compresi anche un duetto con Claudio Baglioni e uno con Mario Biondi, stanno avendo un successo inatteso, cosa, come sappiamo, non scontata negli ultimi tempi.

«Una musica scritta ieri e riscritta oggi – scrivono i Pooh nelle note di presentazione -, arricchita da nuove parti inedite, pensate per meglio ambientare ogni racconto». E allora troviamo Sara, la ragazza che dalla periferia «la mattina presto prende treno e va in città», Pierre, il compagno di scuola di uno di noi, «tu già da noi così diverso», il Disc jockey che «gli piace la notte e ci vive», lavorando in una delle prime radio libere del centro, la Femminista che rinuncia perfino all’amore per un ideale da portare avanti «in quelle piazze di Maggio», l’irrequieta Straniera che «parlava in inglese» e riusciva a rovinare ogni sua storia, Maria, che «camminò sulla marea», prese l’onda e l’abbracciò per fuggire via da tanti amori senza amore e infine Lindbergh, il sognatore che incontra una luna «silenziosa, stupita e curiosa» nel vederlo sorvolare l’Atlantico in «quella notte tra New York e Parigi». Personaggi ancora molto attuali e veri, che vale la pena ritrovare o incontrare per la prima volta.

Ne abbiamo parlato direttamente non Roby Facchinetti, Dodi Battaglia e Red Canzian, in questa intervista telefonica che hanno concesso a Romasette mentre sono impegnati con la revisione del «Pooh book» che verrà presentato nelle prossime settimane e che, ci anticipano, «contiene cose incredibili».

I personaggi di Opera Seconda sono molto attuali. Che effetto vi fa averli ritrovati?
R. F. – È come rincontrare una persona che ha fatto parte della tua vita, che dopo essere stata allontanata riprende un ruolo. Forse all’epoca non hanno avuto il giusto risalto, non c’era la giusta sensibilità per capirli. Ma abbiamo ripreso anche brani che non erano stati singoli, come Ci penserò domani che, invece, ha una storia molto bella. Quaderno di donna affronta il tema del femminismo, molto attuale alla fine degli anni Settanta, ma parla di donne che si difendono dagli uomini e oggi vien da pensare al femminicidio. Come uomini diciamo che è una cosa di cui vergognarsi. Quasi tutte le canzoni sono firmate con Valerio Negrini, tra i nostri fondatori, il quinto Pooh, come veniva chiamato, scomparso all’inizio dell’anno. Una persona talmente particolare! Un artista colto, un uomo discreto. Avrebbe potuto tirarsela, con quello che ha scritto, invece era molto umile. Ci lascia una grande eredità. L’orchestra ci ha aiutato a dare spessore alle nostre canzoni, forse è questo il motivo del successo della tournée. Abbiamo già fatto 80 concerti, chiuderemo a 100. In alcune città siamo dovuti tornare più volte, Roma compresa. In un periodo in cui di solito i tour si interrompono e non si vendono i biglietti, registrare tanti sold out è una bella soddisfazione.

Fate parte della storia discografica dell’Italia. Voi come la vivete?
D. B. – In una carriera così lunga riesci a vedere tutto e il contrario di tutto. Gente che doveva prendere il nostro posto e poi è sparita dopo pochi anni. Mode che si sono avvicendate e riproposte e tutti, senza fare nomi, come camaleonti, a rincorrerle. Noi siamo sempre stati fuori moda: o anticipavamo o posticipavamo. Abbiamo sempre avuto un modo molto nostro e molto onesto di scrivere canzoni e presentarci al pubblico.

Siete stati tra i primissimi artisti al mondo ed i primi in Italia ad impiegare nel vostro spettacolo i fari A.LEDA, i nuovissimi cambia colori a LED firmati Clay Paky. Come sono cambiati i vostri live in questi anni?
R. C. – Stanno diventando sempre più musicali e meno spettacolari. Abbiamo sempre avuto un palco molto curato e pulito. Siamo persone ordinate. Abbiamo sempre curato molto le luci, ma prima eravamo più eclatanti. Con l’orchestra poi, come in questo caso, non puoi fare più di tanto. E c’è sempre una grande cura per il suono. Su questo lavora Renato Cantele, che collabora con noi da trent’anni e tutti ce lo invidiamo, perché è il numero uno in Italia.

Quali canzoni eseguirete al concerto romano?
R. C. – Tutto l’album, poi altre canzoni importanti con Isabel, L’aquila e il falco, Dove comincia il sole. Faremo una dedica a Valerio con Domani, che avrà un arrangiamento diverso dal disco e canteremo tutti e tre insieme Uomini soli. E poi, ancora, Parsifal, che con l’orchestra è da pelle d’oca. Dopo due ore, invece di uscire e rientrare per i classici bis, continueremo con Rotolando Respirando, Tanta voglia di lei, Pensiero, Chi fermerà la musica. Gran finale con Piccola Katy, arrangiata tipo All you need is love.

Suonerete a due passi da piazza San Pietro. Il pensiero andrà dritto a Papa Francesco?
R. C. – Papa Francesco è veramente eccezionale! Piace tanto alla gente perché fa cose semplici e molto umane. Abbraccia tutti perché tutti lo vogliono abbracciare. Tutti lo sentiamo come uno di noi. Sta riportando la Chiesa tra le braccia del popolo.

10 ottobre 2013

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