I segreti del cielo di Cascella al Planetario
Nell’Aula ottagona delle Terme di Diocleziano le sculture dell’artista scomparso pochi anni fa si propongono di dare forma e volume plastico alla volta celeste di Francesca Romana Cicero
La straordinaria bellezza del firmamento ha incuriosito e affascinato l’uomo fin dalla sua comparsa sulla terra, regalandogli soffi di emozioni, speranze, slanci del cuore e discreti sussurri sui suoi segreti più arcani. Sussurri infiniti, come infiniti sono gli spazi e i confini dell’Assoluto, che l’arte prova a rendere afferrabili, e più vicini all’uomo.
Le sculture del pescarese Pietro Cascella, da qualche anno scomparso, nell’interrogare il cosmo si propongono di dar forma, volume plastico e geometrico alla volta celeste, ricercando archetipi di forme primitive, elementi della natura, della scienza e dell’energia, dei miti. Macro e microcosmo oscillano nelle sue sculture, 16 delle quali esposte nell’Aula ottagona – cosiddetta per la forma della sua pianta, quadrata all’esterno ma ottagonale all’interno, raccordata da nicchie semicircolari angolari -, delle Terme di Diocleziano. L’Aula, parte del grandioso sistema termale voluto da Diocleziano nel III secolo, comunemente nota come la sede, dal 1928 al 1980, del Planetario, che ospitò lo storico proiettore Zeiss donato negli anni Trenta dalla Germania come parziale indennizzo dei danni della Prima Guerra mondiale. Spazio – riaperto dalla Soprintendenza speciale per i beni archeologici di Roma dopo due anni di restauro – nel quale sculture antiche permanentemente in mostra e le creazioni di Cascella dialogano sotto la cupola, mirabile esempio d’architettura romana nella sua forma a ombrello e anello di chiusura centrale.
Spazio stratificato nei secoli, come si può notare scendendo di qualche metro da un’apposita scala in ferro o affacciandosi dal pavimento in vetro, dove convivono resti di età tardo repubblicana (mura in opus reticolatus delle domus del I sec a.C. e dell’epoca Flavia) e ambienti seicenteschi, quando le terme in disuso furono trasformate nei granai del Papa.
Tra le opere esposte in una sorta di ideale scacchiera ricordiamo “Vita nova”, che evoca nel titolo l’opera dantesca omonima, e che contiene un augurio di rinnovamento e di pace per il nuovo millennio. È stata infatti la prima scultura a volare in orbita (nel 2005) a bordo della navicella spaziale Soyuz, grazie all’astronauta italiano Roberto Vittori.
In “M’illumino d’immenso”, invece, l’artista rende omaggio a Ungaretti e a Franco Rasetti (1901-2001), a cui l’opera è dedicata. Scienziato, collaboratore di Fermi nel gruppo di via Panisperna, Rasetti aveva rifiutato nel 1942 di partecipare al Progetto Manhattan, che avrebbe portato alla costruzione della bomba atomica, abbandonando lentamente la Fisica. “T’oro”, infine, è un armento semplice e solenne neo-assiro, che trascina il disco del sole, mentre “La grande Madre-Terra nello spazio” è una figura ancestrale, dalla quale scaturisce la vita.
L’illuminazione intende far apprezzare i recenti restauri e, nel contempo, la mostra. A questo scopo, all’impianto fisso sono stati aggiunti dei filtri blu per rievocare la volta celeste, lasciando in penombra lo spazio circostante e puntare in maniera decisa sulle opere, come stelle del firmamento. Nel complessivo progetto di valorizzazione dell’Aula ottagona non è stata trascurata l’illuminazione del portale d’ingresso, che ha dismesso le vecchie luci gialle per restituire i veri colori dei materiali con una decisa luce bianca. Il blu, invece, caratterizza il fornice dell’arcata d’ingresso, che anticipa e introduce la mostra.
“Pietro Cascella al Planetario. I segreti del cielo” c/o il Museo Nazionale Romano – Aula ottagona, ex Planetario delle Terme di Diocleziano. Fino al 20 marzo 2011. Curatrice: Elena Pontiggia. Catalogo Electa 25 euro. Orari: dalle 9 alle 19.45, chiuso il lunedì. La biglietteria chiude un’ora prima. Biglietteria in via Parigi/Chiesa di S. Isidoro. Intero 7 euro; ridotto 3,50 euro, valido 3 giorni per le 4 sedi del Museo Nazionale Romano: Terme di Diocleziano, Palazzo Massimo, Crypta Balbi, Palazzo Altemps. Informazioni: tel. 06.39967700.
22 febbraio 2011