In mostra i 40 anni di Avvenire

La sede del Vicariato ospiterà l’esposizione sulla storia del quotidiano, raccontata attraverso 26 pannelli. L’inaugurazione con il cardinale Vallini di R. S.

Approda al Palazzo Lateranense, sede del Vicariato di Roma, la mostra “40 anni di Avvenire. Una storia piena di futuro”, in occasione della Giornata di Avvenire e dei media diocesani. Ad inaugurarla, il 5 novembre alle ore 17.30, sarà il cardinale vicario Agostino Vallini, prima dell’incontro di approfondimento sui temi della comunicazione con il direttore di Avvenire, Dino Boffo, e il sociologo Gianpiero Gamaleri.

L’esposizione sarà visitabile dalla mattina successiva (ore 8) fino a mercoledì 12 novembre (la chiusura del Palazzo è alle ore 19), e già alcune scuole hanno segnalato il loro interesse all’Ufficio per la pastorale scolastica (altre prenotazioni di scolaresche e gruppi possono essere comunicate allo 06.69886178).

Ventisei pannelli proporranno con lo sguardo di Avvenire la vita della Chiesa, del Paese e del mondo dal 1968 al 2008, ripercorrendo gli eventi e le sfide e intrecciandoli con la «biografia» dello stesso giornale, a partire da quel 4 dicembre di quarant’anni fa che segna la data di nascita del nuovo strumento di comunicazione voluto da Paolo VI. Una storia a più livelli, dunque, che la mostra ripercorre con un criterio sia cronologico sia tematico. Le «incursioni» tra le pagine più significative del quotidiano sono affiancate da testi che rimandano al contesto storico, sociale ed ecclesiale del momento.

Le sezioni “Alle Origini” e “Un quotidiano per i cattolici” tornano alla nascita del giornale e all’intuizione, fortemente sostenuta da Papa Montini, di creare un giornale nazionale come strumento di presenza culturale dei cattolici italiani, di elaborazione di idee e di testimonianza di valori. Il pannello “Attenzione per il Sud” testimonia l’impegno di Avvenire verso le grandi tematiche sociali del nostro Paese. Un impegno che si ritrova in “Con l’Italia che piange”, dove si rivivono le grandi tragedie, tra le quali i terremoti in Friuli e in Irpinia, le alluvioni degli ultimi decenni, l’incidente di Seveso, sino alla sciagura di Linate. Le sezioni “Il Sessantotto e il dopo Concilio”, “Gli Anni di piombo”, fermano l’attenzione sugli anni più difficili della vita del Paese. In “Quattro Papi” e “Il cammino della Chiesa italiana”, “Tra giubilei” e “Gmg” la cronologia del quotidiano e quella della Chiesa si intrecciano più strettamente.

E ancora “L’Europa oltre il muro”, “La lunga transizione”, “Guerre e Pace” documentano la costante attenzione per la dimensione globale dei fatti. Una nota che si rinviene anche ne “La voce degli ultimi”, sezione dedicata ai grandi temi internazionali che Avvenire propone mettendo al centro la dignità della persona sotto ogni latitudine. Altre sezioni sono “La scuola e i giovani”, “Lo sport”, “Ecumenismo, religioni e dialogo” e “Lavoro, sviluppo e migrazioni”.

La «questione antropologica» è certamente il più significativo aspetto, negli ultimi anni, della peculiare personalità di Avvenire: qui si pone l’accento sulla scelta del quotidiano di porre sempre al centro l’uomo e sulle battaglie promosse in questo senso. Le sezioni “Nelle piazze della cultura”, “Inserti&supplementi” e “Le iniziative speciali” indicano l’ampia offerta informativa di Avvenire. “Da qui al futuro” sottolinea infine il rinnovarsi di un patto di fiducia che continua da 40 anni, come dimostra la quota stabile degli abbonati e le oltre 104.000 copie medie diffuse quotidianamente nel 2007.

31 dicembre 2008

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