Maltrattamenti all’asilo, agli arresti maestra e direttrice
L’insegnante, coperta dalla dirigente, picchiava e insultava i piccoli della scuola per l’infanzia. Belviso: «Una pagina orrenda e inqualificabile». Alemanno: il Comune, parte civile nel processo di F. Cif.
Mostrare autorità, incutendo timore e paura con l’obiettivo di ottenere obbedienza. Anche a costo di umiliazioni, maltrattamenti e percosse. Di questo singolare “metodo educativo” la maestra Franca Mattei (63 anni) e Maria Rosaria citti, 57 anni, coordinatrice della scuola comunale per l’infanzia San Romano, al Portonaccio, dal 15 maggio agli arresti domiciliari, dovranno rispondere davanti a un giudice. Intanto è stata accordata dal gip di Roma Elvira Tamburelli la misura cautelare, per difendere i bambini dall’evidente rischio della reiterazione da parte della maestra.
Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore di Roma Eugenio Albamonte, hanno alzato il velo su un sistema di maltrattamenti e percosse che sembra durassero da anni e che sono stati adottati «fino a pochi giorni prima dell’arresto», scrive il giudice per le indagini preliminari. Mostrando l’inimmaginabile. Come le percosse a un bimbo autistico, o l’invito ai più grandi a picchiare e umiliare i più piccoli. Le botte “gratuite”, senza alcun motivo apparente. Nel marzo scorso erano arrivate le segnalazioni di altre insegnanti e bidelli, ma la dirigente, secondo la procura titolare dell’inchiesta, avrebbe cercato di disincentivare le denunce, violando i suoi doveri di vigilanza e controllo. A volte anche con piccole ritorsioni. Appena avute le segnalazioni il pubblico ministero Alba, monte ha disposto le intercettazioni ambientali e nel giro di 48 ore i fatti sono emersi. Ieri, mercoledì 15 maggio, l’arresto.
«I miei metodi funzionano». Si difendeva così, la maestra, dalle accuse delle colleghe che più volte hanno contestato i suoi metodi, continuando la sua scia di soprusi. Per il vice sindaco Sveva Belviso, si tratta di «una pagina orrenda e inqualificabile che mai avrei voluto leggere, come donna, come madre e come vice sindaco». Verso questi fenomeni di violenza «non può che esserci una condanna totale, assoluta, anche a tutela della stragrande maggioranza delle operatrici che ogni giorno si prodigano con cura e amore per una crescita serena dei nostri figli», ha ribadito, auspicando un iter giudiziario «il più rapido possibile». Insultare i bambini e maltrattare i disabili, ha stigmatizzato il vice sindaco, «sono atteggiamenti bestiali e non sono ammissibili giustificazioni o comprensioni di alcun tipo».
Anche il sindaco Alemanno ha fatto visita alla scuola teatro delle violenze. «Sono venuto qui – ha detto – innanzitutto come padre. Leggere questa notizia è stato un pugno allo stomaco, non è neanche lontanamente pensabile che un bambino possa essere picchiato o possa in qualche modo subire violenza, soprattutto in una scuola materna». Roma Capitale contra 7mila educatrici tra asili nido e scuole materne «che esprimono un’altissima professionalità», ha sottolineato Alemanno. «Vogliamo capire come è stato possibile tutto questo», ha aggiunto, assicurando che «nessuno sapeva nulla, neanche noi e i nostri dirigenti: l’inchiesta è stata tenuta assolutamente riservata dalla procura». Alle famiglie, un’assicurazione: «I nostri bambini saranno tutelati fino in fondo, perché queste cose nono sono neanche lontanamente ammissibili». A confermarlo, la decisione che il Comune si costituirà parte civile nel processo.
16 maggio 2013