Maria Maddalena, colei che ha compreso l’amore

di Andrea Lonardo

“Tutta la casa si riempì del profumo dell’unguento” (Gv 12,3). Maria, a Betania, non utilizza il prezioso olio profumato di vero nardo assai prezioso per se stessa, come avrebbe fatto ogni altra donna. In ogni cultura il profumarsi è strumento per piacersi e per piacere, per attirare l’attenzione sulla propria persona, per sedurre (nel senso etimologico della parola “se-ducere” cioè “condurre a sé”), per catturare l’olfatto.

Maria vuole che sia il Signore a risplendere nella sua bellezza e vuole che il suo profumo avvolga tutti coloro che sono nella casa. Non solo mai il Cristo è stato innamorato della Maddalena, ma neanche lei mai lo è stata di lui! Questa illazione, che non trova alcun fondamento nei testi evangelici e nemmeno negli apocrifi, è piuttosto segno di una delle povertà del nostro tempo che non conoscendo altra forma di amore che quella dell’innamoramento –ed evidentemente neanche questa troppo bene!- non può che proiettare questo cliché su Gesù.

La banalità di un recente romanzetto che viene incontro all’esigenza contemporanea di gossip rinchiude, ad esempio, tutta la vicenda all’interno di una storia di sesso e potere, mettendo in scena un Cristo che non muore in croce per amore, ma che anzi è preoccupato di dar vita ad una stirpe regale, fondatore di una monarchia che lotterà contro altre stirpi di potenti. La pretesa di coinvolgere in questa mistificazione Leonardo da Vinci ed una delle sue più grandi opere – il Cenacolo è, in realtà, un’altissima meditazione sul tradimento di Giuda e sul mistero dell’amore del Cristo che coscientemente si offre alla morte per la salvezza- la dice lunga sul livello culturale di questa operazione di cassetta.

L’unzione di Betania rende evidente, invece, che Maria non vuole il Cristo per sé, ma vuole che risplenda per tutti. Ella, nel perdono ricevuto, aveva compreso che in quell’uomo era Dio stesso che l’aveva visitata ed aveva intuito che per il perdono di tutti egli era venuto.

Maria ha così accolto l’amore, divenendo una discepola, una credente, una cristiana. Il suo gesto diviene presagio di quell’offerta che si sta per compiere sul Golgota, perché il mondo riceva la misericordia di Dio: “Essa ha fatto ciò che era in suo potere, ungendo in anticipo il mio corpo per la sepoltura” (Mc 14,8).

La grande questione è qui evidentemente la morte in croce: su quel legno avverrà la realizzazione dell’amore “fino alla fine” che cambierà la storia del mondo. Maria intuisce che lì sarà glorificato il Figlio di Dio ed il suo amore e si pone a servizio di questo dono di sé per tutti che Gesù sta per portare a compimento. Lei comprende, mentre Giuda si rifiuta di vedere, che i poveri avranno bisogno della Pasqua ben più che dei denari che si sarebbero potuti ottenere con la vendita di quell’unguento.

L’evangelista Marco ci riporta un’espressione straordinaria del Cristo che spinge lo sguardo ancora più in là: “In verità, vi dico che dovunque, in tutto il mondo, sarà annunziato il Vangelo, si racconterà pure in suo ricordo ciò che ella ha fatto” (Mc 14,9). La morte in croce e la resurrezione sono vangelo e diverranno annunzio che sarà portato a tutte le nazioni, perché chiunque trovi in esso la speranza. Il profumo del Cristo non inebrierà solo quella piccola casa di Betania, ma la sua fragranza e la sua bellezza riempiranno il mondo intero. Ed espressione della verità, della realtà di questo annuncio di gioia, sarà anche il racconto di questa donna che ha creduto ed ha ricevuto la vita nuova -una nuova vita che sembrava a lei impossibile come la resurrezione di Lazzaro- nell’incontro con il Signore Gesù.

La tradizione medioevale vuole che la Maddalena sia stata la prima evangelizzatrice della Francia, insieme a Marta ed a Lazzaro, e che quest’ultimo sia stato il primo vescovo di Marsiglia, già allora porto fiorente sul Mediterraneo. Lazzaro, colui al quale il Signore aveva ridato la vita, morirà martire, decapitato per rendere l’estrema testimonianza della fede nella resurrezione del suo Signore (la Legenda Aurea di Jacopo da Varagine sintetizza tutta la tradizione medioevale a proposito).

La Maddalena avrebbe così speso i suoi anni nella penitenza, vivendo come eremita, come consacrata, in una grotta ancora oggi meta di pellegrinaggi nota come la Sainte Baume, portata in cielo ogni giorno dagli angeli a pregare i salmi con i santi e con il suo Signore.

San Francesco ebbe una particolare venerazione per la Maddalena, che era ormai divenuta la patrona degli eremiti; per questo motivo si trovano spesso, negli eremi francescani, delle cappelle a lei dedicate. Per questo stesso motivo Giotto fu incaricato di affrescare una intera cappella, nella basilica inferiore di Assisi, con le storie della Maddalena ed è un peccato che molti dei pellegrini e dei visitatori della città umbra nemmeno sappiano che il pittore non si è limitato a dipingere le storie del poverello, ma ha, al contempo, rappresentato per noi le storie della donna che ha compreso l’amore, contemplando la Pasqua del suo Signore.

Per saperne di più
Per chi desiderasse approfondire il significato iconografico del Cenacolo di Leonardo in Santa Maria delle Grazie a Milano è possibile consultare on-line l’articolo di Andrea Lonardo, “Dal Codice da Vinci di Dan Brown ad una più rispettosa lettura iconografica del Cenacolo di Leonardo” http://www.gliscritti.it/arte_fede/cenacolo/cenacolo.htm
Per la difficile questione esegetica delle diverse Marie presenti nei vangeli, vedi una scheda di Gianfranco Ravasi, disponibile on-line con il titolo “Maddalena, gli equivoci da sfatare” http://www.gliscritti.it/approf/2005/saggi/ravasi01.htm

18 marzo

Potrebbe piacerti anche