«Riportiamo la romanità nelle piazze»

A colloquio con Lando Fiorini, tra i protagonisti del Festival della canzone romana del prossimo 7 ottobre di Concita De Simone

Rimasta a lungo nei polverosi archivi del dimenticatoio, la canzone romana torna oggi a nuova vita grazie all’impegno di Lino Fabrizi, presidente dell’Associazione Culturale Roman Millenium e ideatore del Festival della Canzone Romana, giunto alla XVII edizione, che si svolgerà domenica 7 ottobre, dalle ore 18, nella cornice del Teatro Olimpico, col patrocinio dell’assessorato alla Cultura, Spettacolo e Sport della Regione Lazio, dell’assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma e dell’Imaie, ente che tutela i diritti degli interpreti esecutori dello spettacolo.

Riduttivo definirlo un evento popolare, abbinato a un concorso per far emergere nuovi talenti romani, (un esempio per tutti è Nicky Nicolai, vincitrice dell’edizione del 1998), il Festival conta anche stavolta un cast d’eccezione: Lando Fiorini, che interpreterà i brani più celebri del suo repertorio, fra gag e pezzi dell’antica tradizione romana; Edoardo Vianello e Wilma Goich per una serata come duo I Vianella ci faranno rivivere parte del vernacolo romano; poi sarà la volta di Pamela Prati con il balletto dal folclore al rap, Giorgio Onorato, Luciano Rossi, Alberto Laurenti e la sua orchestra romana, Stefano Rosso ci porterà nel periodo dei cantautori romani, i Cugini di Campagna con la meravigliosa “Villa Borghese”, la Schola Cantorum gruppo che ha segnato una svolta della canzone romana con “Lella”, Butinar il più bravo imitatore di Franco Califano e il duo Culla & Cloaca, vincitori edizione 2005. La serata sarà presentata da Francesco Vergovich di Radio Radio, mentre la voce narrativa fuori campo sarà di Angelo Blasetti. Durante lo spettacolo verranno premiati i due finalisti dell’anno: il Gruppo Radioclockmania e Francesca Pani.

«Vanno incoraggiati i nuovi interpreti della canzone romana, altrimenti non ci sarà più ricambio», dichiara in esclusiva a Romasette.it Lando Fiorini, uno dei simboli viventi della canzone romana, con toni amareggiati. Ogni sera, da quasi quarant’anni, Fiorini entra sul palcoscenico del leggendario “Puff” a Trastevere, con il suo entusiasmo, la sua voglia di divertirsi e farci divertire, arrivando con la sua semplicità al cuore della gente. Attore, intrattenitore, cantante, riesce con le sue canzoni, con i suoi motivi semplici a far sognare e a far rivivere in ogni spettatore il fascino della vita romana. A pieno titolo, dunque, è tra i protagonisti di questa manifestazione.

Che senso ha oggi il festival della canzone romana?
C’è bisogno di riportare la romanità nelle piazze, tra la gente. Anzi, è un peccato che ci sia solo un festival all’anno. La musica romana è tradizione e cultura, ma da quando sono scomparsi artisti come Gabriella Ferri e Fiorenzo Fiorentini, siamo rimasti davvero in pochi a promuoverla. È importante allora, valorizzare anche i giovani, perché abbiamo bisogno di nuovi talenti.

Lei ha seguito anche le passate edizioni. Qual è l’approccio dei giovani con la canzone romana?
Degli anni passati ricordo un paio di nomi che spero proseguano con la nostra tradizione e cioè Sandro Scapicchio e Alberto Laurenti. Il repertorio poi, è vario. Si va dalle canzoni del passato come “Er barcarolo romano”, che ho portato io a Canzonissima, e che è stato il brano che ha ricevuto più voti in tutta la storia del concorso, o “Serenata sincera”, “Chitarra romana”, a brani più recenti come “Roma nun fà la stupida stasera”, “Cento campane”, “Ciumachella”. Certo, la canzone napoletana è più conosciuta e popolare perché ha più interpreti. Ecco perché, a maggior ragione, dobbiamo puntare sui giovani. Ho anche tanti colleghi bravi come Barbarossa o Califano che però non si sono dedicati solo al repertorio romano. Invece bisogna avere il coraggio di specializzarsi, come ho fatto io.

Com’è cambiata, musicalmente, Trastevere? La globalizzazione ha inciso in qualche modo anche sulla musica?
Ci sono meno romani in giro e quindi tante cose sono cambiate, anche la stessa fisionomia di Trastevere. È un peccato che una volta almeno la Festa de Noantri dava visibilità agli artisti capitolini, lì sono nati i primi concorsi; invece ormai ha assunto solo una piega commerciale. Ci sono pochi musicisti per strada veramente bravi. Non sarebbe male passeggiare per Trastevere e ascoltare qua e là qualche bella canzone romana.

Che spettacolo sta preparando adesso?
Il titolo è ancora top secret, ma saremo in scena al “Puff” i primi di novembre.

28 settembre 2007

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