Roma «destinata a essere Capitale»
Le celebrazioni per i 140 anni dalla breccia in Porta Pia, con il presidente della Repubblica Napolitano e il Segretario di Stato vaticano Bertone di Emilio Fabio Torsello
140 anni di Roma Capitale, dichiarazione del cardinale Vallini
«Dal crogiuolo di tribolazioni, di tensioni spirituali e morali che questo evento suscitò è sorta una prospettiva nuova grazie alla quale ormai da decenni Roma è l’indiscussa capitale dello Stato italiano, il cui prestigio e la cui capacità di attrarre sono mirabilmente accresciuti dall’essere il centro al quale guarda tutta la Chiesa cattolica, anzi l’intera famiglia dei popoli». Così ieri il Segretario dello Stato Vaticano, il cardinale Tarcisio Bertone, è intervenuto in occasione del centoquarantesimo anniversario della presa di Roma, celebrato a Porta Pia con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. «Nel reciproco rispetto della loro natura e delle loro funzioni – ha proseguito il cardinale Bertone – la comunità civile e quella ecclesiale desiderano praticare in questo Paese una vasta collaborazione a vantaggio della persona umana e per il bene dell’intera società».
Deposta una corona davanti al monumento che ricorda l’apertura della breccia in Porta Pia, Napolitano e il cardinale Bertone hanno quindi salutato gli alunni di alcune scuole presenti alla manifestazione e hanno visitato il vicino museo dei Bersaglieri. Il Segretario di Stato Vaticano, a margine della visita ha poi commentato come quella di ieri rappresenti un’occasione per «lavorare insieme per il bene comune». Presenti alla celebrazione anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, il sottosegretario del Ministero dei Beni Culturali, Francesco Giro, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e i presidenti di Regione Lazio e Provincia di Roma, Renata Polverini e Nicola Zingaretti.
La giornata è poi proseguita in Campidoglio dove il presidente della Repubblica ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Roma, appena trasformata in ente locale speciale “Roma Capitale” (il decreto è stato pubblicato ieri in Gazzetta ufficiale, ndr). In quest’occasione, Alemanno ha sottolineato come suonino «non solo dissennate ma addirittura autolesioniste, le invettive politiche che puntano a depotenziare il ruolo di Roma Capitale», aggiungendo che «non esiste affatto la “Roma ladrona” che alcuni si ostinano a stigmatizzare».
Citando Cavour, davanti all’Assemblea comunale, il capo dello Stato ha invece spiegato come la Capitale sia «la sola città d’Italia che non abbia memorie esclusivamente municipali». «Tutta la storia di Roma – ha proseguito Napolitano – dal tempo dei Cesari al giorno d’oggi, è la storia di una città destinata ad essere la Capitale di un grande Stato». Il presidente della Repubblica è poi tornato a parlare del rapporto tra Stato e Chiesa, entrambi riuniti in un’unica città: «Nessuna ombra pesi sull’unità d’Italia che venga dai rapporti tra laici e cattolici, tra istituzioni dello Stato repubblicano e istituzioni della Chiesa cattolica, venendone piuttosto conforto e sostegno».
Ricevendo la cittadinanza romana, Napolitano ha poi lasciato una nota di ringraziamento sul registro d’onore: «È con particolare personale commozione – ha scritto il presidente della Repubblica – per l’alto riconoscimento conferitomi che rendo omaggio a Roma, più che mai capitale di uno Stato democratico che si trasforma, restando saldamente Stato nazionale unitario». Il sindaco di Roma, infine, ha donato al Presidente la fusione in bronzo della Lupa capitolina originale custodita nei musei Capitolini, e un esemplare in oro, coniato dalla Zecca dello Stato per l’occasione, della medaglia del Natale di Roma.
21 settembre 2010