San Romualdo, missione e condivisione
Festeggia il trentesimo di erezione la comunità di Montemigliore, guidata da don Giuseppe Iuculano. Le catechesi familiari, l’asilo nido, la vicinanza agli anziani di Ilaria Sarra
Missione, condivisione, collaborazione. Sono i tre pilastri sui quali si regge la comunità di San Romualdo Abate, a Montemigliore, guidata da don Giuseppe Iuculano, che ha ricevuto domenica (17 maggio) la visita il cardinale vicario Agostino Vallini. Il porporato ha presieduto la Messa per i 30 anni dall’erezione della parrocchia, avvenuta il 1° novembre 1979, e inaugurato le nuove strutture.
«Questo è un grande segno di speranza – spiega don Iuculano -; il territorio sul quale sorge la parrocchia è molto vasto e un po’ abbandonato a se stesso, i primi lampioni stradali davanti alla chiesa sono stati accesi solo pochi giorni fa». Grandi i disagi in un’area della campagna romana che ha registrato, negli ultimi anni, un notevole aumento della popolazione: «Per comodità – racconta il parroco – la zona è divisa in cinque colline, in ognuna delle quali c’è un punto di riferimento sociale e religioso, come le cappelle di Santa Serena e di San Giuseppe, nelle quali si celebra la Messa ogni domenica».
Una parrocchia «missionaria», la definisce don Giuseppe, sia per l’aiuto ai progetti dei sacerdoti di Villaregia e alle suore domenicane per gli orfanotrofi in Bolivia, sia per la volontà di portare Cristo nelle case del quartiere. «Già da parecchi anni – dice il sacerdote – facciamo delle catechesi familiari, celebrando la Messa insieme e condividendo momenti di svago. È un modo per essere vicini alle famiglie in una zona così dispersiva». Tanto vasta che don Giuseppe, coadiuvato solo da un prete indiano, don Saju, ha bisogno, per le Messe domenicali, dell’aiuto di 19 collaboratori. Un sostegno concreto arriva anche dai laici che, attraverso la creazione del Comitato Montemigliore, hanno costruito molte strutture parrocchiali: «Il loro appoggio è fondamentale in una realtà di estrema periferia come la nostra – commenta don Giuseppe -. Sono tutti disponibili e pronti alla collaborazione».
Come le tre mamme impegnate da 5 anni nell’asilo nido nato per dare un aiuto alle giovani coppie che, per lavoro, devono lasciare i figli. O come i volontari del centro anziani, nel quale si ritrovano ogni giorno più di 60 persone. Una forte cooperazione è in atto con l’associazione “Il carro”, che si prende cura di ragazzi disabili, e con la vicina scuola delle suore domenicane. Da non dimenticare il coro misto di adulti e bambini, che anima la Messa delle 10.30, e il corso di preparazione al matrimonio, che permette alle coppie di essere seguite anche per i 5 anni successivi al giorno del «sì». «Nonostante le difficoltà – conclude don Iuculano – siamo già pronti all’udienza in Vaticano del 3 giugno e alla festa patronale del 20 e 21 dello stesso mese».
19 maggio 2009