Teresa Pamphilj verso la beatificazione
Conclusa la fase diocesana del processo per la fondatrice delle Suore Ospedaliere della Misericordia: moglie, madre di 4 figli e sempre dedita alle opere caritatevoli di Federica Cifelli
«Sempre presente in ogni ambiente di dolore, pronta nel curare con le sue stesse mani le piaghe del corpo e con la sua comprensione i disagi dello spirito». Il cardinale vicario Agostino Vallini ha ricordato così la figura della fondatrice delle Suore Ospedaliere della Misericordia, Teresa Orsini Doria Pamphilj, di cui si è chiusa venerdì la fase diocesana del processo di beatificazione e canonizzazione. «Per noi – afferma la superiora suor Paola Iacovone – è un momento di grande emozione, che coincide con il 188° anniversario di fondazione della congregazione».
Una figura «straordinaria e originale», quella di Teresa: sposa, madre e fondatrice di opere di misericordia. Nata a Gravina, in Puglia, il 23 marzo 1778, Teresa venne inviata ben presto a studiare a Napoli, per trasferirsi poi a Roma nel 1802. Promessa al giovane principe Luigi Andrea Doria Pamphilj, lo sposò il 2 ottobre 1808, divenendo madre di 4 figli. «Ammiratissima e molto stimata», ha sottolineato il cardinale. Nel 1820 si ammalò gravemente. Ebbe l’assistenza della Pia Unione delle Sorelle della Carità di S. Maria ai Monti. «Un’esperienza preziosa che fece nascere in lei il desiderio di mettersi al servizio degli altri».
Lo testimoniano le sue numerose iniziative caritatevoli: il primo passo di un progetto ben più ampio, che prese corpo il 16 maggio 1821, con la nascita, nell’ospedale San Giovanni, della congregazione delle Suore Ospedaliere della Misericordia. Giovani donne che si impegnavano a donare la vita a sollievo dei malati, come le figlie spirituali di Teresa fanno ancora oggi in Italia (a Roma al San Giovanni, a Villa Aurelia e alla Mater Misericordiae), ma anche negli Usa, in India, Madagascar, Filippine, Nigeria, Svizzera e Argentina. Consumata da questo fuoco di carità, Teresa si spense il 3 luglio 1829, a 41 anni. Dopo 5 anni le «sue» suore erano già 38. A caratterizzarle, ieri come oggi, il loro quarto voto: l’ospitalità.
18 maggio 2009