A Lucoli piantato il bosco della memoria
L’iniziativa dei ragazzi di Santa Maria in Trastevere: un albero per ciascuna delle 308 vittime del terremoto in Abruzzo e un progetto per aiutare quel territorio così duramente colpito di Mariaelena Finessi
Un “bosco della memoria”: 308 alberi, tanti quante furono le vittime del sisma in Abruzzo dello scorso anno, a far da monito agli uomini, perché quel che è accaduto non debba mai più ripetersi. L’idea nasce tra i ragazzi della parrocchia di Santa Maria in Trastevere, impegnati da quel triste 6 aprile 2009 a collaborare con la comunità di Lucoli, a 14 chilometri dall’Aquila.
La nuova impresa, sostenuta dall’associazione israeliana Keren Kayemeth Le Israel e dell’assessorato alle Politiche educative scolastiche, della famiglia e della gioventù del Comune di Roma, è di quelle che restano. Ecologia, memoria, fratellanza interreligiosa: sono questi gli aspetti coinvolti nell’iniziativa. «Il tentativo è quello di coniugare il ricordo di quella tragedia – spiega Emanuela Mariani, presidente dell’associazione NoixLucoli onlus e catechista alla parrocchia trasteverina – con dei valori ambientali da difendere».
Il bosco – che sarà arricchito di aree attrezzate con ricoveri, tavoli per la sosta, un laghetto per la raccolta delle acque piovane e un parcheggio – nascerà su un territorio montano di 50 ettari concesso dall’amministrazione comunale di Lucoli, a circa un chilometro dall’epicentro del sisma. Gli alberi saranno piantati secondo uno schema studiato da due tecnici israeliani e che disegna idealmente la geografia degli antichi 4 Quarti che costituivano la città dell’Aquila: Santa Maria, San Pietro, San Giorgio e San Giovanni, oggi rispettivamente Santa Maria Paganica, San Pietro, Santa Giusta e San Marciano. «Quasi una sua “rifondazione” naturalistica – continua Mariani – che plachi le ferite della distruzione architettonica che l’ha colpita».
I quattro percorsi ricalcheranno simbolicamente i confini dei Quarti. In particolare, il sentiero “La Crocetta”, attraverso il quale si arriva alle mura di cinta della città, rappresenta simbolicamente la strada che dal territorio di Lucoli entra all’Aquila. All’ingresso del “bosco della memoria”, il logo disegnato dall’artista aquilano Valter di Carlo. Intanto sono stati già dedicati i primi otto alberi, ognuno dei quali è individuato (stessa cosa avverrà per le restanti 300 piante) con una targa in rame su cui è inciso il nome del donatore. Tra i primi che hanno creduto nel progetto oltre ai giovani della parrocchia di Santa Maria in Trastevere, l’Istituto Gioberti di Roma e la presidente della Poets House di New York, Lee Briccetti.
Infine, aspetto non irrilevante, «tutto ciò –spiega Mariani – rappresenterà anche un ritorno economico per queste popolazioni così duramente colpite, negli affetti e nelle finanze». Di fatto una cooperativa locale dovrà occuparsi della cura dei percorsi alberati, della manutenzione degli impianti di irrigazione così come ci saranno persone competenti, abilitate a far da guida ai visitatori. Questo vorrà dire nuovi posti di lavoro e «la speranza di riuscire a far rispettare di più il territorio e, con questo – conclude Emanuela Mariani – scongiurare altre tragedie future».
16 aprile 2010