Ai Musei Vaticani le opere salvate dal sisma

Una mostra a ingresso gratuito raccoglie circa 200 esemplari dell’arredo liturgico di diverse chiese d’Abruzzo colpite dal terremoto di un anno fa di Mariaelena Finessi

Circa 200 esemplari dell’arredo liturgico delle Chiese d’Abruzzo sono esposti ai Musei Vaticani, fino al 31 maggio, per la mostra a ingresso gratuito “La memoria e la speranza”. Opere d’arte salvate alla furia del sisma che il 6 aprile del 2009 distrusse gran parte dei luoghi simbolo della tradizione religiosa dell’Aquila, e che hanno tuttavia bisogno di essere restaurate.

«È molto bello il significato simbolico di questo ritorno temporaneo, ad limen Petri, di oggetti che hanno conosciuto la tragedia del terremoto», commenta Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani. «Accoglierli qui, a Roma, è allora un atto di pietà e di memoria, la stessa che la Chiesa custodisce per coltivare la speranza e veicolare la cultura».

Nel dettaglio, la mostra è organizzata in cinque sezioni, «in un progetto espositivo preesistente – spiega Sante Guido, uno dei curatori dell’evento – al fine di non sprecare altro denaro, da destinare invece ai restauri». La prima sezione raccoglie le opere provenienti dal territorio della diocesi dell’Aquila, come la Croce processionale del piccolo borgo di Sant’Eusanio Forconese. La seconda sezione è dedicata alla basilica di San Bernardino: qui il santo è raffigurato con il saio mentre mostra la tavoletta con il monogramma del Movimento dell’Osservanza nella nota effigie realizzata da Sano di Pietro. La terza sezione ha per protagonisti la figura di Papa San Celestino V e la basilica di Santa Maria di Collemaggio. E mentre la quarta sezione è dedicata alla cattedrale dell’Aquila, l’ultima presenta i manufatti delle chiese di periferia, come la cassetta delle reliquie di San Franco Eremita, proveniente da Assergi ed esposta per la prima volta al pubblico.

«L’opera d’arte trionfa sull’azione demolitrice del tempo – commenta monsignor Giuseppe Molinari, arcivescovo dell’Aquila – e ricorda a ogni generazione che siamo fatti per la bellezza». «Questa mostra – conclude il presule – vuole essere allora un invito per gli abruzzesi a guardare avanti».

Ai visitatori, invece, è data la possibilità di partecipare al restauro con micro-sponsorizzazioni. In altri termini, ognuno potrà adottare un’opera d’arte e contribuire al suo recupero attraverso il versamento di una somma, anche minima, sul conto corrente bancario intestato a: Arcidiocesi dell’Aquila – IBAN: IT33 Q 05584 03200 000000061704, attivo presso Banca Popolare di Milano Agenzia 251 – Roma.

6 aprile 2010

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