Al Quirino tra dramma e commedia
Dalla commedia alla tragedia, dal classico al moderno, dall’operetta al musical. Il primo spettacolo Mastro don Gesualdo diretto da Guglielmo Ferro, figlio di Turi Mariaelena Finessi
Quattordici opere in 7 mesi: dall’8 di ottobre 2013 al 18 maggio 2014 sul palcoscenico del Teatro Quirino di Roma si alterneranno la commedia alla tragedia, il classico al moderno e l’operetta al musical. Un programma ricco quello previsto dal piccolo teatro della Capitale per la sua «Nuova stagione»: letteralmente intitolata così – in risposta ai tagli finanziari nel settore della cultura – dal direttore artistico Geppy Gleijeses, come «segno di apertura e di speranza in un tempo futuro che speriamo felice e verso il nuovo mondo che ci attende». Si parte con un omaggio al grande Turi Ferro in Mastro Don Gesualdo, diretto da suo figlio Guglielmo e da Enrico Guarnieri.
La storia – espressione forse delle debolezze italiche – racconta di un uomo umile, un «mastro» che, arricchitosi, si ritiene un signore eppure la tragedia della sua vita è proprio qui: ora che è diventato «don», si sente infatti escluso non solo dalla plebe dalla quale proviene ma anche dal mondo aristocratico, che lo considera un intruso. Si prosegue con L’Avaro di Molière
interpretato, per la terza volta, da Lello Arena, mentre Marisa Laurito reciterà per La signora delle mele, uno spettacolo che ha vissuto mille peripezie per poter approdare al Quirino: sono stati necessari quattro anni per montarlo, riuscire a risolvere l’intricata vicenda dei diritti d’autore fino a trovare un produttore.
Musiche del premio Oscar, Nicola Piovani e versi di Vincenzo Cerami. Nancy Brilli sarà Mirandolina per La locandiera di Goldoni, incarnando il trionfo del narcisismo femminile che dovrà però piegarsi dinanzi all’amore. E poi ancora l’impotenza di Zio Vanja di Checov, interpreti Michele Placido e Sergio Rubini con la regia di Marco Bellocchio; Sogno di una notte di mezza sbornia di Luca De Filippo, liberamente tratta dalla commedia La fortuna si diverte di Athos Setti. In cartellone, ancora Hedda Gabler di Ibsen e Cin Ci Là, Il teatrante di Bernhard e L’importanza di chiamarsi Ernesto, ultima commedia di Oscar Wilde. Saranno portati in scena anche l’ingiusta condanna di Pazza di Tom Topor, le peripezie amorose di Boeing Boeing e Parole incatenate con Claudia Pandolfi e Francesco Montanari fino alla Brocca rotta di Heinrich Von Kleist.
Commedia, quest’ultima, nata da una scommessa tra Kleist e i suoi amici Wieland e Zschokke, ispiratisi a un’incisione di Le Veau, intitolata La cruche cassée. Kleist, sottolineano dal Quirino, «leggendo con acume ispirato le fisionomie e i gesti di quella piccola gente in ambiente fiammingo-olandese, ne trasse la più bella e sostanziosa commedia di tutto il teatro tedesco».
22 luglio 2013