“Cubisti e cubismo” al Vittoriano

Disegni, sculture, filmati, costumi, musiche e documenti affiancano i dipinti per una visione caleidoscopica del movimento che ha rivoluzionato l’arte di Francesca Romana Cicero

Il dinamismo, la simultaneità, il movimento, le forme spezzate e i piani sovrapposti sono il fulcro della mostra “Cubisti Cubismo” ospitata al Complesso del Vittoriano. Pur non avendo la pretesa di essere esaustiva, dal momento che sono molti i capolavori mancanti, la mostra offre al visitatore una visione caleidoscopica del cubismo e delle sue influenze sulle altre arti e movimenti artistici internazionali a esso successivi. Disegni, sculture, oggetti di design, filmati, costumi, musiche e documenti affiancano i dipinti, che differiscono per dimensioni e soggetti, provenienti da importanti collezioni private e pubbliche di prestigiosi musei internazionali.

Si tratta di opere disposte essenzialmente secondo un ordine cronologico, comprensivo tuttavia di sezioni tematiche e nazionali. Opere che raccontano un sogno, talvolta con colori spenti, talvolta con accostamenti squillanti; il sogno di scomporre forme esistite per secoli e utilizzarne i frammenti per creare nuovi oggetti, modelli e nuove idee sull’arte. “Bizzarro” e “mistificante” al suo primo apparire, il cubismo aveva rivoluzionato l’arte presentando i soggetti non in una collocazione spaziale, ma in una visione simultanea. Visione che sollecitava nello spettatore strategie risolutive per ricondurre all’unità la simultaneità.

Scriveva nel 1913 Apollinaire: «La geometria sta alle arti plastiche come la grammatica sta all’arte dello scrivere”. […”> Oggi gli scienziati non si attengono più alle tre dimensioni della geometria euclidea. […”> Così, come si offre allo spirito, dal punto di vista plastico, la quarta dimensione sarebbe generata dalle tre dimensioni conosciute: essa rappresenta l’immensità dello spazio, che si eterna in tutte le dimensioni in un movimento determinato. È lo spazio stesso, la dimensione dell’infinito, e dà plasticità agli oggetti».

Il termine “cubismo” era stato coniato dal critico Vauxcelles che, osservando una serie di paesaggi di Braque nel 1908, per primo rilevò la tendenza del pittore a ridurre tutto a cubi. Un anno prima Picasso aveva dipinto “Les demoiselle d’Avignon”. Parigi era divenuta ben presto la meta designata dagli artisti di tutto il mondo per apprendere la prorompente forma d’espressione che segnava una rottura con l’arte del passato. Forma documentata anche attraverso riviste, cataloghi espositivi e manifesti artistici. Del resto, il cubismo vorrebbe essere una sintesi di estetica e quotidiano, «un sistema di arte e pensiero – come asserisce la curatrice Charlotte Eyerman – che s’inquadra nei vari modelli di utopismo fioriti nel periodo di prosperità antecedente la tragedia della guerra. È quasi l’ultimo baluardo del sogno, elaborato dall’avanguardia all’inizio del secolo precedente, di cambiare il mondo con la sola forza dell’immaginazione e nello spazio di un istante».

CUBISTI CUBISMO. Fino al 23 giugno 2013. Curatore: Charlotte N. Eyerman in collaborazione con Simonetta Lux. Catalogo: Skira. Orari:dal lunedì al giovedì 9.30 – 19.30; venerdì e sabato9.30 – 23.30; domenica 9.30 – 20.30. Costo del biglietto: € 12,00 intero; € 9,00 ridotto. Informazioni e visite guidate: tel. 06/6780664.

2 aprile 2013

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