Il commiato da Papa Benedetto XVI

Le voci di Azione cattolica, Rinnovamento nello Spirito e Unitalsi. Alle 17 e alle 20 il rintocco dell’antica campana della torre del Palazzo Senatorio, darà voce al saluto dei romani, segnando la fine del pontificato di F. Cif.

«Il Santo Padre con la sua scelta ci ha fatto comprendere che sempre, in ogni situazione, ci dobbiamo mettere in ascolto di Dio e al suo servizio, con profondo senso di discernimento. Il Signore, infatti, chiama sempre, non soltanto nel momento in cui si assumono grandi responsabilità». Con queste parole l’Azione cattolica italiana saluta l’ultimo giorno di pontificato di Benedetto XVI, riconoscendo nella sua scelta «la lezione di una gioia umile, semplice ma profonda. La gioia umile con cui i credenti, sia pure nelle difficoltà, testimoniano la fede in ogni ambiente di vita». L’Azione cattolica, come tutta la Chiesa, si legge in un comunicato diffuso dall’associazione, «dopo l’iniziale sorpresa, prova un sentimento di grande ammirazione per Benedetto XVI, per averci riportato all’essenziale della fede: al fidarsi di Dio, all’affidarsi a Dio, che continuerà a guidare la Chiesa». Un messaggio «semplice, ma di grande rilevanza. Un insegnamento che ci parla di una fede che non si oppone alla libertà. Libertà e fede, al contrario, si sostengono reciprocamente». Un “grazie”, quello dell’Ac, che si nutre della certezza che Benedetto XVI continuerà a essere vicino «con la preghiera e con inteso affetto» alla Chiesa: la sua, continua la nota, «è una lezione di stile, e di uno stile che è sostanza. Ci fa capire l’importanza di saper lasciare ma per continuare, a partire da ciò che conta. Il “Papa pensatore”, che riflette sulla centralità della persona, sul rapporto tra idee e persona, oggi ci consegna un silenzio non privo di pensiero ma ricco, pieno e fecondo».

Sostegno a Benedetto XVI nella preghiera è assicurato anche dal Rinnovamento nello Spirito Santo, che a partire dalle 20 di questa sera, 28 febbraio, assicura 4 settimane di preghiera ininterrotta, fino alle 24 del Giovedì Santo, 28 marzo. In questo “Muro di fuoco a sostegno della Chiesa”, come è stata denominata l’iniziativa mutuando l’immagine del “Muro di fuoco” di santa Caterina da Siena, sarà coinvolto attivamente tutto il movimento in Italia:circa 50 comunità al giorno, per un totale di 52 diocesi alla volta, ripartite tra nord, centro e sud Italia, pregheranno con Benedetto XVI e per la Chiesa, in questo tempo di transizione che porterà all’elezione del nuovo Pontefice. Il “Muro di fuoco”, dichiarano dal Rinnovamento, avrà il suo inizio proprio in Vaticano, oggi alle 20, presso la chiesa di Sant’Anna. «Questo – commenta il presidente, Salvatore Martinez – è il tempo in cui i ragionamenti devono lasciare il posto alla preghiera».

Nell’ultimo giorno del pontificato di Benedetto XVI, anche l’Unitalsi ribadisce, attraverso il presidente Salvatore Pagliuca, il suo “grazie” al Santo Padre «per aver testimoniato, con la coerenza del cuore e la lucidità della ragione, il valore del “servizio” agli uomini e a Dio». Come lui, si legge in un comunicato stampa diffuso oggi, «ha assicurato una preghiera per ciascuno di noi, allo stesso modo l’Unitalsi vuole accompagnare con la gioia del cuore e la lode dello spirito queste ore tanto particolari della vita di Benedetto XVI e della Chiesa». E del Santo Padre ricorca i tanti stimoli donati alla sua Chiesa, «fatta di persone in cammino che condividono le strade della vita e le insidie della sofferenza», per vivere la fede come dimensione reale della nostra umanità. «L’Unitalsi ha sentito particolarmente vicino il pensiero del Papa per quanti soffrono, nel corpo e nello spirito, perché questa realtà fosse interpretata secondo l’insegnamento della Croce».

A dare voce al commiato dei romani da Papa Ratzinger sarà invece il rintocco della patarina, l’antica campana della torre del Palazzo Senatorio, che alle 17, al momento della sua partenza per Castel Gondolfo, suonerà tre rintocchi per salutare il Santo Padre. Altri tre rintocchi, alle 20, segneranno la fine del pontificato di Benedetto XVI.

28 febbraio 2013

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