Il Papa: «Coniugare fede e cultura»

Nei vespri a San Pietro il Pontefice invita gli universitari degli atenei romani a collaborare alla costruzione della città dell’uomo e ricorda il ventennale dell’Ufficio diocesano di Angelo Zema

«Imparare a costruire la storia insieme con Dio, collaborare alla costruzione della città dell’uomo, coniugando in modo serio e appassionato fede e cultura». È il compito che il Papa affida agli universitari degli atenei romani, incontrati giovedì 15 dicembre in occasione della preghiera dei vespri in preparazione al Natale, nella basilica di San Pietro. Un compito che si misura sulla «paziente costanza» indicata nelle letture dall’apostolo Giacomo, nella consapevolezza del fallimento dei tentativi degli uomini di «costruire il mondo da soli, senza o contro Dio. Il risultato – ha detto il Santo Padre – è segnato dal dramma di ideologie che si sono dimostrate contro l’uomo e la sua dignità profonda».

L’incontro prenatalizio con gli universitari è un appuntamento tradizionale suggellato quest’anno dalla consegna dell’icona mariana della “Sedes Sapientiae” dalla delegazione universitaria spagnola a quella della Sapienza di Roma, l’ateneo da dove inizierà la “peregrinatio” mariana nelle cappellanie della città. Alla celebrazione erano presenti il ministro per l’Università, Francesco Profumo, quello per i beni culturali, Lorenzo Ornaghi, e le autorità accademiche dei vari atenei.

Nell’omelia – pronunciata dopo i saluti di Massimo Egidi, rettore della Luiss-Guido Carli, e una studentessa di Medicina della Sapienza – Benedetto XVI ha invitato gli universitari a «cercare sempre, con paziente costanza, il vero Volto di Dio, aiutati dal cammino pastorale che vi viene proposto in questo anno accademico. Cercare il Volto di Dio è l’aspirazione profonda del nostro cuore ed è anche la risposta alla questione fondamentale che va emergendo sempre di nuovo anche nella società contemporanea».

«Voi, cari amici universitari – ha detto il Santo Padre – sapete che la Chiesa di Roma, con la guida saggia e premurosa del cardinale vicario e dei vostri cappellani, vi è vicina». Il Pontefice ha ricordato che «vent’anni or sono il beato Giovanni Paolo II istituì l’Ufficio di pastorale universitaria a servizio della comunità accademica romana. Il lavoro svolto – ha sottolineato – ha promosso la nascita e lo sviluppo delle cappellanie per giungere ad una rete ben organizzata, dove le proposte formative dei diversi atenei, statali, privati, cattolici e pontifici possono contribuire all’elaborazione di una cultura al servizio della crescita integrale dell’uomo».

Per i giovani, «protagonisti di un dinamismo storico che talvolta sembra travolgente», di fronte a persone che negli ambienti universitari «danno voce alla domanda se dobbiamo attendere qualcosa o qualcuno», l’esortazione dell’apostolo Giacomo alla «paziente costanza» è in realtà «la via per accogliere in profondità la questione di Dio, il senso che ha nella vita e nella storia. Non abbiamo bisogno di un dio generico, indefinito, ma del Dio vivo e vero, che apra – ha spiegato Benedetto XVI – l’orizzonte del futuro dell’uomo ad una prospettiva di ferma e sicura speranza, una speranza ricca di eternità e che permetta di affrontare con coraggio il presente in tutti i suoi aspetti». La pazienza, ha proseguito, «è la virtù di coloro che si affidano a questa presenza nella storia, che non si lasciano vincere dalla tentazione di riporre tutta la speranza nell’immediato, in prospettive puramente orizzontali, in progetti tecnicamente perfetti, ma lontani dalla realtà più profonda, quella che dona la dignità più alta alla persona umana».

«Questa sera – ha affermato il Papa – riaccendiamo, allora, in modo ancora più luminoso la speranza nei nostri cuori, perché la Parola di Dio ci ricorda che la venuta del Signore è vicina, anzi il Signore è con noi ed è possibile costruire con Lui. Nella grotta di Betlemme la solitudine dell’uomo è vinta, la nostra esistenza non è più abbandonata alle forze impersonali dei processi naturali e storici, la nostra casa può essere costruita sulla roccia».

16 dicembre 2011

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