Quell’indifferenza che fa male

di Elisa Manna

Qualcosa nella nostra società sembra risvegliarsi negli ultimi mesi, una voglia di nuova partecipazione che sembrava definitivamente addormentata. Al di là delle opinioni di ciascuno di noi ,nessuno nega che l’affluenza per i referendum sia il segno, se non di una primavera, certamente di un risveglio dopo tanto torpore. Un trend che ha cominciato a delinearsi già dalle ultime amministrative, anch’esse, al di là delle diverse posizioni, sintomo di reattività.

Sbaglieremmo però se ritenessimo che questa stagione segni di per sé una sensibile evoluzione per il sistema sociale: troppi gli anni trascorsi nell’indifferenza, troppi gli anni di individualismo spinto, troppa l’influenza culturale di una televisione commerciale che sembra aver azzerato ogni aspirazione ad una società più giusta e più vera (attenzione,questa non è retorica!).

È recentissimo uno studio del Censis sulle nuove caratteristiche antropologiche del nostro Paese: si parla di società desensibilizzata,in cui vince l’egoismo e l’indifferenza. Una società in cui i singoli sono concentrati sul proprio tornaconto personale, ormai un tratto profondamente radicato nella nostra società.

Questo spiega l’indifferenza verso gli immigrati sventurati nei barconi, ma anche lo sguardo distratto e infastidito rispetto alla popolazione rom e l’insensibilità rispetto alla sofferenza, al dolore, fino al rischio di vita, di povera gente che rimane a terra dopo una lite concitata o a seguito di un agguato.

Quest’indifferenza è figlia di un’influenza mediatica massiccia, di ore e ore di televisione che ci hanno abituato a vedere qualunque cosa, le sciagure più cruente come i casi più pietosi, le autopsie come gli interventi chirurgici ricostruttivi ed estetici.

Niente ci è stato risparmiato, a noi e ai nostri figli. E tutto questo ha prodotto (certo non come unica causa) una forma progressiva d desensibilizzazione, quando non addirittura di paura. Il ragionamento è più o meno questo: se vedo una persona a terra chi me lo fa fare di intervenire, di soccorrerla? E se poi io mi trovo in mezzo a un guaio? Ecco… se io, io, io: la società dell’egoismo assurto a valore a metro di tutte le cose.

È vero, segnali di risveglio ce ne sono, ma ci vorranno anni per riparare i guasti e le macerie prodotti dalla sregolazione mediatica. A patto di ricominciare a educare e formare da ora, da subito.

17 giugno 2011

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