“Angeli e demoni”, tra intrighi ed eccessi
Tratto dall’omonimo romanzo di Dan Brown, il thriller fantapolitico ambientato in una improbabile cornice vaticana, in una Roma ricostruita al computer di Massimo Giraldi
Da mercoledì scorso è nelle sale “Angeli e Demoni”. Questa trasposizione cinematografica del romanzo omonimo di Dan Brown condivide con il precedente “Codice da Vinci” solo la presenza di Tom Hanks, che interpreta il personaggio del professor Langdon.
Per il resto il racconto si snoda come un thriller fantapolitico che asseconda tutti gli stilemi del genere di appartenenza. Il susseguirsi di intrighi e giochi di potere ambientati in un’assai improbabile cornice vaticana all’indomani della morte del pontefice in carica è il risultato di quegli elementi tipici della pubblicistica americana che, orfana di strumenti concettuali adeguati, affida alla fiction il complesso rapporto tra fede e scienza. Ecco allora il prevalere di un copione fatto di eccessi: inseguimenti frenetici, esplosioni roboanti, rivelazioni a catena.
Una finzione certo, che però suggerisce di segnalare lo sconfinamento, per chi non possiede anche minime competenze storiografiche, verso la presunzione di rappresentare un mondo, quello della Chiesa, che nella realtà è decisamente distante, lontano da questo action rumoroso e senza pretese. Si può aggiungere che il film si svolge quasi tutto a Roma. Della Capitale si vedono piazza del Popolo, piazza Navona, Castel Sant’Angelo, il Pantheon. Per il resto Roma è stata ricostruita nei dintorni di Los Angeles e al computer. Forse il vero protagonista è lui.
18 maggio 2009