I disegni cinquecenteschi del Libro d’Arabeschi

La raccolta di padre Sebastiano Resta, idealmente “smembrata” ed esposta a Palazzo Poli, ricostruisce l’evoluzione del decoro in Italia di Francesca Romana Cicero

In continuità e affinità con il passato nella comprensione della bellezza, l’eccezionale rinvenimento nei fondi della Biblioteca Comunale di Palermo del Libro d’arabeschi ha rinnovato l’interesse scientifico per il collezionismo grafico.

Costituito da una pregevole raccolta di disegni cinquecenteschi del collezionista più noto del XVII secolo, padre Sebastiano Resta (Milano 1635 – Roma 1714), il libro, smembrato, è idealmente sfogliabile nelle sale espositive di Palazzo Poli a Fontana di Trevi, dove la bellezza del singolo foglio rimanda alle sottese relazioni che esso tesse con tutti gli altri.

Identificato grazie alla presenza delle note vergate a penna sulle pagine, in margine ai fogli o talvolta sui disegni, il codice, assimilabile ad un manoscritto, ricostruisce l’evoluzione del decoro in Italia, genere trascurato dalla critica e dai collezionisti del suo tempo, in tutte le sue molteplici applicazioni – dall’ornato architettonico all’oreficeria, con un’attenzione particolare alla fortuna, nell’arte romana del Cinquecento, della grottesca (decorazione ispirata alla scoperta della domus area di Nerone, rappresentante forme vegetali fantastiche miste a figure umane e animali. La raccolta si presta allo studio di monumenti e statue antiche, alla progettazione dell’ornato architettonico, di oreficerie, di fregi e volte, nonché alla descrizione di vedute e paesaggi per lo più raggruppati verso la fine del volume, in quanto presumibilmente considerati un genere minore con mera funzione ornamentale rispetto alla più colta “pittura di storia”.

Nonostante dubbie siano alcune attribuzioni, dettate dalla passione più che dal rigore scientifico, alcuni disegni, copie dell’antico, decori o schizzi, sono opera di artisti famosi come Perin del Vaga e Francesco Salviati (allievi di Raffaello), Pietro da Cortona o loro allievi. I fogli, classificati per soggetto, non hanno una sequenza organica tematica o cronologica facilmente ricostruibile, perché probabilmente Padre Resta componeva il tomo man mano che procedeva nelle acquisizioni.

Il codice, inviato da Roma a Palermo intorno al 1690 a padre Giuseppe del Voglia, un oratoriano della Congregazione dell’Olivella – attestazione dei legami tra i due oratori e i due dilettanti del disegno, fatta eccezione per la titolazione e il frontespizio, è integro. Si compone di 242 pagine sulle quali sono stati incollati 292 disegni e 15 stampe (non tutti in esposizione), e fa parte dell’intera raccolta di disegni di Padre Resta, che consta di oltre 30 volumi, organizzati per argomenti o per scuole. Di questi volumi, oggi per la maggior parte smembrati ed i cui fogli sono confluiti nei fondi di grafica dei maggiori gabinetti di disegni di tutto il mondo, ne restano solo cinque ancora integri: la celebre Galleria Portatile e un piccolo volume di copie di Rubens da sculture antiche entrambi conservati nella Biblioteca Ambrosiana di Milano, un volumetto intitolato Correggio a Roma al British Museum di Londra, un piccolo taccuino del Figino oggi al Metropolitan Museum di New York, un volume di studi di un artista cortonesco alla Biblioteca Nazionale di Roma. Ad essi si aggiunge il Codice ritrovato dieci anni fa a Palermo.

Sottoposto ad un’attenta valutazione conservativa e diagnostica, a cura dell’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma, e ad un complesso restauro diretto Fabio Fiorani, le cui fasi sono illustrate da pannelli divulgativi, il codice al termine dell’esposizione sarà ricomposto secondo l’intenzione critica e metodologica ideata da padre Resta nella forma originale – fruibile nella postazione multimediale del percorso -, e riconsegnato alla biblioteca di Palermo nella sua integrità. La mostra è curata da Simonetta Prosperi Valenti Rodinò e Fabio Fiorani.

Libro d’arabeschi, Palazzo Fontana di Trevi – Via Poli, 54. Fino al 15 giugno 2008. Catalogo Silvana Editoriale euro 50,00. Orario: 10.00 – 17.00. Chiuso il lunedì, il 25 aprile e il 1° maggio. Ingresso libero. Informazioni: 06.69980238/248.

22 aprile 2008

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