Per lavorare nella “vigna” ciò che conta è l’amore

di Marco Frisina

Essere chiamati a lavorare nella vigna del Signore è onore e gloria per i servi di Dio. Il brano evangelico di Matteo – la parabola dei lavoratori della vigna – vede addirittura discutere chi, come fanno alcuni degli operai, si lamenta di ciò che sembra un’ingiustizia da parte del padrone.

Sembra strano che chi è stato chiamato all’ultim’ora prenda il salario di quelli della prima ora, sembra ingiusto che il Signore dia la stessa mercede anche agli ultimi arrivati. È la stessa obiezione di Giona nei confronti dei Niniviti o del figlio maggiore della parabola del figlio prodigo che non comprende la bontà del Padre ritrovato.

Ma l’amore di Dio non ha i nostri schemi, la giustizia di Dio ci supera. Ciò che noi facciamo al suo servizio non ha valore in sé, ciò che conta è l’amore con cui lo compiamo. Dio vuole noi, non le nostre opere, vuole il nostro cuore e non la nostra efficienza. È il miracolo del ladrone pentito che entra in cielo per primo superando tutti, è il più piccolo del regno di Dio che è più grande addirittura del Battista.

22 settembre 2008

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