Presentato il programma del viaggio di Francesco in Terra Santa

Il 24 maggio l’arrivo in Giordania, quindi celebrazioni, incontri e visite anche in Palestina e in Israele. L’incontro ecumenico con Bartolomeo I al Santo Sepolcro e la Messa nella sala del Cenacolo di F. Cif.

A 50 anni dall’incontro a Gerusalemme tra Paolo VI e il Patriarca Atenagora, il 24 maggio Papa Francesco arriverà in Giordania, iniziando così il tanto atteso pellegrinaggio in Terra Santa, che si concluderà lunedì 26 maggio. La cerimonia di benvenuto è prevista nel palazzo reale di Al-Husseini, con la visita al re e alla regina di Giordania, si legge in una nota diffusa ieri, giovedì 27 marzo, dalla Sala stampa vaticana, con il programma del viaggio. Nel palazzo reale, davanti alle autorità del regno hashemita, il pontefice terrà il primo dei suoi dieci discorsi, per celebrare poi la Messa all’International Stadium della Capitale giordana. Quindi visiterà il sito del Battesimo a Bethany beyond the Jordan e, nella vicina chiesa latina, incontrerà rifugiati e giovani disabili.

Il secondo giorno, domenica 25 maggio, Francesco arriverà in elicottero in Palestina. Anche qui, cerimonia di benvenuto nel palazzo presidenziale, visita al presidente e incontro con le autorità palestinesi, alle quali rivolgerà un discorso. La mattinata continuerà poi con la Messa nella piazza della Mangiatoia e la preghiera del Regina Coeli. Al termine, il Papa pranzerà con alcune famiglie presso il convento francescano di Casa Nova. Nel pomeriggio, poi, la visita privata alla grotta della Natività, cui farà seguito un saluto ai bambini dei campi profughi Dheisheh, Aida e Beit Jibrin nel Phoenix Center del Campo profughi di Dheisheh.

Al termine il Papa in elicottero raggiungerà Tel Aviv, per la tappa israeliana. Arriverà all’aeroporto internazionale Ben Gurion, dove si svolgerà la cerimonia di benvenuto; quindi si trasferirà, sempre in elicottero, a Gerusalemme, dove in serata incontrerà in forma privata il patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, nella delegazione apostolica. I due firmeranno una dichiarazione congiunta. A seguire, nella basilica del Santo Sepolcro, l’atteso incontro ecumenico in occasione del 50° anniversario dell’incontro a Gerusalemme tra Paolo VI e Atenagora.

L’ultimo giorno, il 26 maggio, spazio alle visite: al Gran Mufti di Gerusalemme nell’edificio del Gran Consiglio sulla Spianata delle Moschee, al Muro occidentale, al memoriale dello Yad Vashem, ai due Gran Rabbini d’Israele, al presidente dello Stato d’Israele Shimon Peres e al premier Benjamin Netanyahu. Prima della partenza Francesco vedrà ancora il Patriarca ecumenico di Costantinopoli nell’edificio antistante la chiesa ortodossa di Viri Galileai sul Monte degli Ulivi e saluterà sacerdoti, religiosi, religiose e seminaristi nella chiesa del Getsemani accanto all’Orto degli Ulivi. La Messa con gli Ordinari di Terra Santa e con il seguito papale, nella sala del Cenacolo, del quale si attende da molto tempo la restituzione, chiuderà la visita. Il rientro in Italia di Papa Francesco è atteso nella tarda serata, intorno alle 23, all’aeroporto di Ciampino.

Per il patriarca latino di Gerusalemme Fouad Twal, quella di Francesco sarà una visita «rapida»: il Papa, ha detto presentando a Gerusalemme il programma del viaggio, «incontrerà i capi di stato e li incoraggerà a lavorare per superare gli ostacoli che si frappongono sulla strada del bene comune». Ma incontrerà anche «coloro che soffrono, come rifugiati, disabili, i sacerdoti e i religiosi, i nostri fratelli e sorelle ebrei e musulmani per fare in modo che si lavori uniti per la giustizia e la pace». La speranza è «che il Papa ci spinga sempre più ad essere coraggiosi per rompere le catene dell’odio». Si sofferma invece sulla celebrazione nella sala del Cenacolo il custode di Terra Santa padre Pierbattista Pizzaballa, che all’Agenzia Sir dichiara: «È un’eccezione ma non una novità assoluta: in nessun modo può essere intesa come un gesto distensivo israeliano tale da far pensare a una restituzione del Cenacolo alla Chiesa». Anche Giovanni Paolo II, ricorda, celebrò al Cenacolo con gli ordinari cattolici, mentre Benedetto XVI pregò lì il Regina Coeli. La vera novità della visita invece, per il custode, è nel taglio ecumenico, «come testimonia l’incontro al Santo Sepolcro con Bartolomeo I. Cinquanta anni fa, Paolo VI e Atenagora si incontrarono nella periferia di Gerusalemme. Ora, invece, Papa Francesco e Bartolomeo I saranno nel cuore della cristianità, in quel Sepolcro che è anche il simbolo delle nostre divisioni. Un segno molto forte che getta le basi per il futuro».

28 marzo 2014

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